giovedì 30 dicembre 2021

Libertà d'espressione religiosa in Cina

Religione? Sì, ma solo con "caratteristiche cinesi". 
Che la Cina non sia un paese dove le confessioni di origine straniera abbiano fortuna lo si sa da tempo. Ora, però, Xi Jinping serra ulteriormente le fila e prende di mira l'informazione religiosa. Dopo un suo discorso sulla necessità di adattare la fede al "contesto cinese", in concomitanza del Natale sono state emanate delle nuove misure che renderanno illegale la gestione di servizi di informazione religiosa online sul web cinese da parte di organizzazioni o cittadini stranieri.

Saranno vietati i contenuti religiosi online che incitano al sovvertimento del potere statale, violano il principio di indipendenza e di autogestione nelle imprese religiose, e inducono i minori a credere nella religione. Coinvolti nella stretta anche le organizzazioni locali: gruppi, chiese e associazioni che svolgono prediche in formato digitale dovranno ricevere un'autorizzazione dalle autorità.

Fonte: La Stampa 

domenica 26 dicembre 2021

Addio a Desmond Tutu

L'arcivescovo anglicano sudafricano Desmond Tutu, icona della lotta contro l'apartheid e premio Nobel per la pace, è morto domenica 26 dicembre 2021 all'età di 90 anni, ha annunciato il presidente Cyril Ramaphosa che a nome di tutti i sudafricani, ha espresso la sua profonda tristezza per la scomparsa di questa figura così determinante nella storia nazionale.

Un ruolo storico

Tutu è stato il volto sorridente della lotta contro l’apartheid. Ha demolito il razzismo con la forza delle preghiere e di parole che non ammettevano replica. Desmond Tutu è morto a Cape Town e con lui scompare uno dei protagonisti e dei testimoni del capitolo più importante della storia del Sudafrica.

Da Euronews

venerdì 24 dicembre 2021

Auguri!

 

 Dai 360 metri di lunghezza della stella cometa di Torrebelvicino che illumina la Val Leogra e a diffonde un'atmosfera di serenità.
La più grande stella cometa unica e sospesa d'Italia, e forse anche d'Europa.

Egli viene.
E con Lui viene la gioia.
Se lo vuoi, ti è vicino.
Anche se non lo vuoi, ti è vicino.
Ti parla anche se non parli.
Se non l’ami, egli ti ama ancor di più.
Se ti perdi, viene a cercarti.
Se non sai camminare, ti porta.
Se tu piangi, sei beato perché lui ti consola.
Se sei povero, hai assicurato il regno dei cieli.
Se hai fame e sete di giustizia, sei saziato.
Se perseguitato per causa di giustizia,
puoi rallegrarti ed esultare.
Così entra nel mondo la gioia,
attraverso un bambino che non ha niente.
La gioia è fatta di niente,
perché ogni uomo che viene al mondo
viene a mani vuote.
Cammina, lavora e soffre a mani vuote,
muore e va di là a mani vuote.

don Primo Mazzolari

giovedì 16 dicembre 2021

L’inverno dell’umanità

Martedì 21 dicembre 2021, alle ore 20,30, le Caritas della Delegazione Nord-Est (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto) organizzano l’incontro online L’INVERNO DELL’UMANITÀ, un momento di riflessione e testimonianza sulla situazione drammatica dei migranti lungo la rotta balcanica. Interverranno Daniele Bombardi, coordinatore di Caritas Italiana per l’area balcanica, che opera direttamente sul campo, e Laura Stopponi, responsabile dell’Ufficio Europa di Caritas Italiana.

Dalla Bosnia alla Serbia, alla Polonia, alla Bielorussia, passando per la Grecia, tutti siamo testimoni di una disumanità che stride con i valori su cui è fondata l’Unione Europea. Il dialogo fra stati membri è necessario, ma è altrettanto necessario ribadire che alcuni valori non sono negoziabili, a partire dall’accoglienza e dalla protezione di chi, per una ragione od un’altra, è costretto a lasciare la propria casa. La crisi dei migranti in questi giorni ha posto nuovamente l’attenzione sulla cosiddetta rotta balcanica, il percorso spesso utilizzato da chi, proveniente principalmente da Afghanistan, Pakistan e Siria, cerca di raggiungere l’Unione Europea alla ricerca di un futuro migliore. Una meta che diventa sempre più difficile. Molti sono costretti a dormire all’aperto, in condizioni di estrema precarietà, fino a volte morire di freddo. Quello che sta succedendo a pochi chilometri da casa nostra è una questione drammatica e dolorosa, che si trascina da molti anni: migranti che restano intrappolati dalla neve, dal gelo, dalle frontiere chiuse, dalle violenze delle diverse polizie di frontiera, dai respingimenti, dal silenzio e dall’ambiguità politica dell’Unione Europea. Non si può più temporeggiare, bisogna agire con decisione e rapidità per trovare soluzioni, almeno temporanee, e salvare vite umane.

Le Caritas diocesane del Nord-Est propongono questo incontro per far conoscere la situazione in atto e le iniziative programmate per affrontare l’emergenza, quali sono le reali necessità e come sostenere le attività in corso.

Sarà possibile seguire l’incontro in diretta, martedì 21 dicembre alle 20:30, dal sito www.caritastarvisina.it oppure dal canale YouTube della Caritas Tarvisina.

 

mercoledì 8 dicembre 2021

Presepe di sabbia 2021

La Città di Jesolo celebra la magia del Natale con Jesolo Sand Nativity, presepe di sabbia di grande fascino e suggestione che incanta migliaia di visitatori da tutto il mondo.

Dal 2002 i migliori scultori di sabbia a livello internazionalesi ritrovano nella città balneare per realizzare un presepe di sabbia monumentale. Da allora, edizione dopo edizione, Sand Nativity è cresciuta come numero di visitatori affermandosi come uno dei presepi più conosciuti in tutta Italia. Ad  oggi oltre 1milione di visitatori hanno visitato Sand Nativity.

Quest’anno il temache accompagna la natività di sabbia saranno i miracoli di Gesù, un invito a riflettere sul legame profondo tra la fede e la speranza di salvezza e guarigione.

martedì 7 dicembre 2021

Patrick Zaki scarcerato dopo 22 mesi di ingiusta detenzione

Zaki, un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media. 
“Non passa mese senza tragici episodi ai danni dei copti, i cristiani d’Egitto, dai tentativi di espatrio nell’Alto Egitto, ai rapimenti, alla chiusura di chiese o agli attentati dinamitardi e simili”. È una delle frasi dell’articolo pubblicato sul sito Daraj e sulla base del quale Patrick Zaki è stato rinviato a giudizio. “Questo articolo è un semplice tentativo di rilevare incidenti in una sola settimana dei diari copti egiziani” aggiungeva nel 2019 firmandosi “Patrick George, un ricercatore egiziano”.
Questo articolo ha portato all'arresto e alla detenzione per 22 mesi dello studente egiziano iscritto all'Università di Bologna, ma i capi d'accusa non sono ancora cancellati e dovrà ripresentarsi in tribunale.
La sua assoluzione può significare molto per il popolo egiziano.

lunedì 6 dicembre 2021

Birmania, dopo cinque mesi ancora sotto repressione

Sono passati cinque mesi da quando l'Unione Europea ha introdotto nuove sanzioni contro l'esercito birmano. A quel tempo:
- Centinaia di persone sono state uccise dai militari, portando il totale a 1.300.
- Migliaia di persone sono state arrestate dai militari, portando il totale a 10.596.
- Oggi sono in carcere 7.668 prigionieri politici, molti dei quali subiscono torture.
- Il numero di persone che sono fuggite dalle proprie case dopo il golpe a causa delle minacce e degli attacchi dei militari è cresciuto fino a raggiungere un quarto di milione di persone.
Il Nobel per la pace e politica birmana Aung San Suu Kyi è stata condannata da un tribunale del Myanmar a 4 anni di prigione per le accuse di incitamento al dissenso contro i militari e violazione delle misure anti Covid. 
La 76enne Suu Kyi è detenuta dal golpe dei generali lo scorso primo febbraio. Da allora la giunta ha accusato la premio Nobel di una sfilza di presunti reati, tra cui violazione della legge sui segreti ufficiali, corruzione e brogli elettorali. Rischia, se dovesse essere condannata in via definitiva, decenni di carcere. Tutta la stampa è stata bandita dai processi e di recente ai suoi avvocati è stato impedito di parlare con i giornalisti.

sabato 4 dicembre 2021

Papa Francesco chiede perdono agli ortodossi per le azioni del passato

Nella Sala del Trono foderata di legno chiaro dell’Arcivescovado ortodosso di Atene, papa Francesco e Ieronymos II, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, baciano il Vangelo prima di sedersi. Si erano incontrati cinque anni fa nel campo profughi di Mòrias a Lesvos, nell’emergenza di uno dei più grandi drammi del nostro tempo. E ora si ritroviamo per «condividere la gioia della fraternità – dice il Papa rivolgendosi all’Arcivescovo ortodosso – e a guardare al Mediterraneo che ci circonda non solo come luogo che preoccupa e divide, ma anche come mare che unisce». Pensando alle radici. Quelle apostoliche, quelle comuni, che si condividono, che attraversano i secoli, sotterranee, spesso trascurate, «ma che ci sono e sostengono tutto» ha detto Francesco rivolgendosi a Ieronymos. «Queste radici, cresciute dal seme del Vangelo, proprio nella cultura ellenica hanno cominciato a portare grande frutto: penso a tanti Padri antichi e ai primi grandi Concili ecumenici». E ha poi rievocato i secoli della separazione, «i veleni mondani che hanno contaminato, la zizzania del sospetto che ha aumentato la distanza e abbiamo smesso di coltivare la comunione».
Papa Francesco ha così chiesto nuovamente perdono per gli errori commessi da tanti cattolici nei confronti degli ortodossi: «Con vergogna – lo riconosco per la Chiesa Cattolica – azioni e scelte che poco o niente hanno a che vedere con Gesù e con il Vangelo, improntate piuttosto a sete di guadagno e di potere, hanno fatto appassire la comunione. La storia ha il suo peso – ha proseguito – e oggi qui sento il bisogno di rinnovare la richiesta di perdono a Dio e ai fratelli per gli errori commessi da tanti cattolici».

Leggi da Avvenire 

Una giornata per i diritti delle persone

Che cos’è la Giornata internazionale delle persone con disabilità? La Giornata internazionale delle persone con disabilità (IDPWD) è una giornata che promuove l’uguaglianza per le persone con disabilità in tutti i settori della società.
Questa giornata è stata annunciata per la prima volta dalle Nazioni Unite nel 1992 con l’obiettivo di promuovere i diritti dei disabili e proteggere il benessere delle persone con disabilità.

In base all’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 16% della popolazione globale ha una qualche forma di disabilità. Ma troppo spesso i bisogni delle persone con disabilità non sono soddisfatti dalla società in cui vivono.

La Giornata internazionale delle persone con disabilità ha lo scopo di abbattere le barriere all’inclusione e lottare per i diritti delle persone con disabilità.

Da Orizzonte Scuola

venerdì 26 novembre 2021

Black friday e religione del consumo

Affinché in una civiltà (in declino) una nuova religione possa subentrare a quella esistente, deve lavorare sulle feste. Occupare e 'ribattezzare' le vecchie feste popolari, lasciare la data e qualche volta il nome e cambiarne il significato – con l’avvento del cristianesimo, il romano Sol invinctus divenne Natale, le Ferie di Augusto (Ferragosto) divennero l’Assunta, il culto dei morti fu Ognissanti… E poi, come secondo atto fondamentale, occorre introdurre nuove feste per celebrare lo specifico del nuovo culto. Il black friday riunisce in sé queste due caratteristiche: è una festa specifica del culto capitalisticoconsumista, ma è agganciata ad una festa della religione precedente, il thanksgiving, di cui sta prendendo il posto (il black friday è nato quasi un secolo fa come il giorno dopo il Ringraziamento, ora il Ringraziamento è diventato la vigilia del «venerdì nero»). La religione capitalistica sta dunque facendo col cristianesimo quello che questo aveva fatto in Europa con i culti romani e indigeni.
Prima ha occupato le feste cristiane e ora ne sta introducendo di nuove....

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giovedì 25 novembre 2021

Don Tonino Bello é stato dichiarato venerabile

Papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche di Don Tonino Bello. Il vescovo di Molfetta, già servo di Dio, è stato dichiarato venerabile.
Don Tonino Bello si incammina, così verso il prossimo “step della santità”: l’iter per la beatificazione. Per arrivare a quel riconoscimento, bisognerà accertare la presenza di un miracolo avvenuto per sua intercessione.
Nel processo canonico per il vescovo pugliese sono già numerose le testimonianze di persone che sostengono di avere ricevuto grazie per sua intercessione. Che ora saranno studiate e approfondite da apposite commissioni mediche e teologiche.

Don Tonino Bello è stato un «un pastore buono in mezzo al suo popolo, servendo anche nella sua malattia». Una delle sue espressioni più note è “Chiesa del grembiule”, «che lascia, o tralascia, i segni del potere e sceglie il potere dei segni», come aveva ricordato il suo collaboratore in Pax Christi a Molfetta don Salvatore Leopizzi Radio Vaticana.

«Stola e grembiule sono il dritto ed il rovescio dello stesso paramento sacro: la stola che ci fa ministri del Vangelo ed il grembiule che ci fa ‘lavapiedi del mondo’, lui usava questa parola» (Aleteia, 2013).

martedì 23 novembre 2021

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne


Questa ricorrenza, istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è pensata per incentivare le iniziative volte a sensibilizzare le comunità su questa violazione dei diritti umani con la quale devono fare i conti le donne di tutto il mondo.
Secondo la World Health Organisation 1 donna su 3 subisce violenza nel corso della propria vita, e circa il 38% di tutti gli omicidi di donne sono compiuti da partner; quello della violenza sulle donne è un problema grave anche in Italia, dove ogni anno si registrano numerosi casi di femminicidio, di cui la maggioranza compiuti da partner o ex partner (ricordiamo a riguardo l'importante ruolo di supporto alle vittime svolto dai centri antiviolenza in tutto il paese, e la presenza del numero nazionale 1522, al quale si possono denunciare abusi, molestie e stalking).

La violenza di genere però, oltre a prendere la forma di violenza fisica, può anche assumerne altre, come quella verbale, psicologica o economica.

Da ANSA

giovedì 18 novembre 2021

49esima settimana sociale dei cattolici italiani

Si è conclusa a Taranto la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che ha riunito oltre 700 delegate e delegati provenienti da tutta Italia insieme ad un centinaio di Vescovi, sacerdoti e religiosi, laici, rappresentanti delle Istituzioni, del mondo della politica e della cultura per riflettere sul tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”.


venerdì 12 novembre 2021

Disarmo integrale per la pace

Non si può generare la pace senza “un impegno collettivo concreto a favore del disarmo integrale”: l’aumento delle spese militari giustificato dall’idea della deterrenza, “fondata sull’equilibrio delle dotazioni di armamenti” ha già causato “tragedie umanitarie di grande portata”. E non dobbiamo sprecare l’opportunità di “uscire migliori” dalla crisi della pandemia, di migliorare il nostro mondo, “di risanare in profondità le ferite della famiglia umana”. Così Papa Francesco, in un messaggio, si rivolge ad organizzatori e partecipanti del quarto Forum di Parigi sulla Pace, che si apre oggi per proseguire fino al 13 novembre, sul tema “Ridurre le fratture mondiali”.

mercoledì 10 novembre 2021

India: bagno rituale nella schiuma tossica

Le immagini che arrivano da Nuova Delhi e mostrano alcune devote e devoti che effettuano bagni rituali nelle acque inquinate del fiume Yamuna, uno dei maggiori affluenti del Gange, alla vigilia della festa indù di Chhath Puja, dedicata a Surya, la versione induista della divinità solare. 
Fonte Rainews 

domenica 7 novembre 2021

La resistenza degli Adivasi


L’impegno preso giovedì alla COP26 da oltre 40 paesi per “eliminare il carbone”, suona come una beffa per i 20.000 Adivasi che abitano la foresta di Hasdeo, nel cuore dell'India, e che chiedono che le attività estrattive nella loro terra siano fermate immediatamente.

Hasdeo è un patrimonio di inestimabile valore. Gli Adivasi la abitano da tempo immemorabile e la chiamano casa. Sotto la loro sapiente cura, la foresta non solo ha fornito loro abbondanti fonti di sostentamento, ma è anche diventata uno straordinario rifugio per elefanti, leopardi e orsi labiati.

Ma ha la sfortuna di sedere sopra enormi riserve di carbone e il primo ministro indiano Narendra Modi è determinato a sfruttarle, e ha annunciato anche piani per aumentare in modo imponente l’estrazione del carbone in tutto il paese ridicolizzando la pretesa di essere in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici.

Due miniere sono già operative nell'area: grandi ferite aperte nel verde lussureggiante del paesaggio. E il governo ha appena approvato una terza miniera, ma le scavatrici non si sono ancora messe all'opera...

Azione di Survival
Vedi Cop26

giovedì 4 novembre 2021

Diwali 2021

Diwali si svolge ogni anno dopo la conclusione del raccolto e in concomitanza con la luna nuova tra metà ottobre e metà novembre. Quest'anno il 6 novembre.

Diwali simboleggia la "vittoria spirituale della luce sulle tenebre, del bene sul male e della conoscenza sull'ignoranza".

È associato alla Dea Lakshmi, che simboleggia tre virtù: ricchezza e prosperità, fertilità e raccolti abbondanti, nonché buona fortuna.

La collocazione del festival nella stagione del raccolto sottolinea la generosità che il subcontinente indiano vede dopo la stagione dei monsoni.

La parola Diwali, o Deepavali, deriva da una parola sanscrita che significa "file di lampade accese".

Sebbene sia originariamente celebrato dagli indù, è anche caratterizzato da altre religioni in India, tra cui sikh, giainisti e alcuni buddisti.

Per gli indù, il giorno è in onore delle divinità Rama e del ritorno di Sita ad Ayodhya dopo il loro esilio di 14 anni.  È anche una celebrazione del giorno in cui la dea Durga distrusse un demone chiamato Mahisha.

I sikh, tuttavia, ora usano spesso il giorno per celebrare il rilascio del sesto guru Hargobind Singh dalla prigione nel 1619.

I giainisti celebrano il momento in cui il loro fondatore, Lord Mahavira, raggiunse uno stato chiamato Moksha, che è beatitudine eterna o nirvana.

Le fondamenta per il Tempio d'Oro di Amritsar, il gurdwara che è il principale sito spirituale del Sikhismo, furono poste a Diwali nel 1577.

venerdì 29 ottobre 2021

Ognissanti

La festa che ricorda tutti i Santi ha origini antichissime. È una celebrazione cristiana che, però, mescola elementi sacri e profani. 

Le commemorazioni dei martiri, comuni a diverse Chiese, cominciarono ad essere celebrate nel IV secolo. La ricorrenza della Chiesa occidentale potrebbe derivare dalla festa romana che celebra l'anniversario della trasformazione del Pantheon in chiesa dedicata alla Vergine e a tutti i martiri, avvenuta il 13 maggio del 609 o 610. In seguito, Papa Gregorio III (731-741) scelse il 1º novembre come data dell'anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro alle reliquie "dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori". Arrivati ai tempi di Carlo Magno, la festa era diffusamente celebrata in novembre. Il 1º novembre venne decretato festa di precetto da parte del re franco Luigi il Pio, nell'835. 

In diversi Paesi, inclusa l’Italia, il giorno di Ognissanti è un giorno festivo, mentre non lo è il giorno della Commemorazione dei defunti (2 novembre). Di conseguenza, molte persone visitano il cimitero nel giorno di Ognissanti. In Austria e Baviera è consuetudine il 1° novembre che i padrini diano ai loro figlioli una pasta lievitata intrecciata (Allerheiligenstriezel). In Portogallo, nel Dia de Todos los Santos, i bambini vanno di porta in porta e ricevono torte, noci, melograni, dolci e caramelle. Il giorno di Ognissanti in Messico coincide con il primo giorno della celebrazione del Giorno dei Morti (Día de Muertos). In Guatemala, nel giorno di Ognissanti si prepara un pasto speciale chiamato "fiambre", fatto di salumi e verdure, da lasciare sulle tombe dei propri cari; è anche consuetudine far volare degli aquiloni come simbolo di unione tra i morti e i vivi.

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venerdì 22 ottobre 2021

LE RELIGIONI PREGANO INSIEME AD ARZIGNANO

 

Il tema ecologico è stato quest’anno fatto proprio dall’annuale incontro di Arzignano “Le religioni
insieme per pregare”, inserito nelle celebrazioni pastorali di Ognissanti. Il motto è “Amiamo Sorella
nostra Terra”. La manifestazione è programmata sul sagrato delle chiesa di Villaggio Giardino sabato
30 ottobre prossimo alle ore 10,00. Vi partecipano i responsabili delle religioni presenti nel vicentino
(musulmani, hindù, sikh, ravidassia, cristiani), insieme con  l’associazione  interconfessionale
Karibuni e gli organismi civili direttamente coinvolti con la terra: Distretto della concia, Acque del
Chiampo, Coldiretti, Vigili del fuoco.
L’iniziativa coinvolge credenti e non credenti, ed è patrocinata dall’Amministrazione comunale. Essa
ha come filo conduttore i quattro elementi primordiali della creazione: aria, acqua, terra e fuoco. Sui
singoli temi sono previsti interventi, preghiere delle varie religioni, canti.
Alla fine i ragazzi presenti consegneranno il cantico di Frate Sole ai rappresentanti delle religioni e
delle imprese; altri consegneranno ai presenti un segno dell’incontro. 

mercoledì 20 ottobre 2021

Vicenza tra le candidate a Capitale della cultura 2024

“La cultura è una bella invenzione”: è il titolo che accompagna il progetto di candidatura di Vicenza, inviato il 18 ottobre e reso pubblico nel sito del Ministero della cultura con l’elenco delle 23 città che partecipano alla selezione.

Il lancio di Vicenza nasce dallo studio dei “Quattro Libri dell’Architettura” di Andrea Palladio, cogliendo il particolare significato che egli attribuiva alla parola “invenzione”, da lui interpretata nel senso di costruzione e di creazione frutto dell’ingegno. Un concetto che richiama idealmente il processo creativo generato dall’ingegno nell’arte come nell’impresa, le due anime dell’identità vicentina, protagoniste nel progetto di candidatura.

“Vicenza capitale italiana della cultura 2024 – spiega il sindaco Francesco Rucco – si presenta come artefice credibile di uno sviluppo basato sulla cultura. Vogliamo dimostrare al Paese e al mondo che la “cultura è una bella invenzione”. La figura di Andrea Palladio, l’architetto che voleva cambiare il mondo, ci guida a riscoprirci come una grande “fabbrica” diffusa sul territorio, dove gli “artefici” si incontrano per reinventare linguaggi e realizzare nuove “invenzioni”. Una Vicenza operosa che, insieme al territorio, accetta come comunità la sfida di rimettersi in cammino insieme, per un progetto di futuro, per tutti e oltre il mandato elettorale”.

lunedì 18 ottobre 2021

Il compleanno del profeta

'Mawlid' è celebrato dai musulmani durante il mese di Rabiulawal, il terzo mese del calendario musulmano.

Conosciuto anche comunemente come 'Milad un Nabi', questo giorno è celebrato come un giorno festivo in molti paesi a maggioranza musulmana in quanto commemora l'anniversario della nascita del fondatore dell'Islam e del proclamatore del Corano.

Gli sciiti osservano l'evento il 17 del mese, mentre i sunniti lo osservano il 12 del mese. Alcuni rami dell'Islam sunnita, come wahhabita e salafita, non celebrano il Mawlid, il che significa che non è una festa in alcuni paesi come l'Arabia Saudita e il Qatar.

Poiché il calendario islamico si basa sui cicli lunari, la data nel calendario gregoriano varia ogni anno. Il calendario islamico è di circa 11 giorni più corto del calendario gregoriano, il che significa che in alcuni anni questa festività ricorrerà due volte.

Tradizioni del compleanno di Maometto

In tutto il mondo islamico, il compleanno di Maometto viene celebrato con conferenze religiose e recitazione di versetti del Corano, nelle moschee decorate con luci per celebrare l'occasione.

I primi resoconti fondamentali per l'osservanza di Mawlid si possono trovare nella Mecca dell'VIII secolo, quando la casa in cui nacque il Profeta Muhammad (PBUH) fu trasformata in un luogo di preghiera da Al-Khayzuran. Al-Khayzuran era la madre di un califfo, Harun-al-Rashid.

Sebbene le celebrazioni pubbliche della nascita di Maometto non avvennero fino a quattro secoli dopo la sua morte. Si dice che il più antico testo di Mawlid sia del XII secolo e molto probabilmente di origine persiana.

domenica 17 ottobre 2021

16 ottobre 1943

Oggi è un giorno di dolore e di memoria a Roma. Il 16 ottobre del 1943 oltre mille ebrei furono strappati alle loro case e condotti nel campo di sterminio di Auschwitz dalle truppe naziste che occupavano Roma con la complicità dei fascisti. Solo 16 dei 1024 deportati tornarono da quel lager dopo la guerra. Può sembrare il ricordo doloroso di un fatto lontano, che poco ha a che fare con la città contemporanea. Ma oggi, con fenomeni sempre più allarmanti di antisemitismo e razzismo, appare ancora più chiaro perché è necessario ricordare. Il razzismo antisemita è un veleno che ancora scorre nelle vene delle nostre città, tant’è che il 90% degli ebrei europei avverte la crescita di questo fenomeno e il 38% ha pensato di emigrare non sentendosi sicuro nella Ue.

Marco Impagliazzo
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In nome di Dio, cambiate un sistema di morte

In un videomessaggio rivolto ai partecipanti al IV incontro mondiale dei movimenti popolari, Francesco lancia un forte appello ai potenti del pianeta a lavorare per un mondo più giusto, solidale e fraterno. Chiede la cancellazione del debito dei Paesi poveri, il bando delle armi, la fine delle aggressioni e delle sanzioni, la liberalizzazione dei brevetti perché tutti abbiano accesso al vaccino. Due le proposte da attuare nell’immediato: il salario minimo e la riduzione della giornata lavorativa

Sognare insieme un mondo migliore dopo la pandemia, cercando di superare le resistenze che impediscono il raggiungimento di “quel buon vivere in armonia con tutta l’umanità e con il creato” che si ottiene solo attraverso libertà, uguaglianza, giustizia e dignità. Cambiare “un sistema di morte” chiedendo, in nome di Dio, a chi detiene il potere politico ed economico, di mutare lo status quo e permettere che ai nostri sogni si infiltri “il sogno di Dio per tutti noi, che siamo suoi figli”.

di Michele Raviart

domenica 10 ottobre 2021

Perugia-Assisi. 60 anni dopo, ancora in Marcia per la pace e la fratellanza

La marcia Perugia-Assisi compie 60 anni. Un impegno di pace – dice il cardinale Bassetti - andato avanti nel tempo, quest’anno centrato sul tema del prendersi cura, del chinarsi sugli altri, per rispondere al grido che si leva da più parti: “Non lasciarmi solo”. I care è l’opposto, come ha detto Papa Francesco, dell’indifferenza e della cultura dello scarto. Don Tonino Bello diceva che la pace è una conquista, un cammino in salita che tutti siamo chiamati a fare assieme. E’ l’I care di don Lorenzo Milani, il “mi sta a cuore”. Come dice il Papa nella Fratelli tutti, incoraggiandoci a diventare testimoni della cultura della cura, per colmare le disuguaglianze. Grazie e, come dicono gli scout, buona strada”.

venerdì 8 ottobre 2021

Nobel per la Pace assegnato a due giornalisti

Il Nobel per la Pace 2021 è stato assegnato a due giornalisti, Maria Ressa e Dmitry Andreyevich Muratov, «per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, alla base della democrazia e di una pace duratura». Ressa (Filippine, 1963) e Muratov (Russia, 1961) sono il simbolo di un giornalismo coraggioso che combatte per dire la verità, in un mondo in cui democrazia e libertà di stampa sono sempre più a rischio.

MARIA RESSA ha utilizzato la sua penna per denunciare abusi di potere, violenza e autoritarismo nel suo Paese, le Filippine. Nel 2012 è stata co-fondatrice di Rappler, un'azienda di comunicazione digitale che si occupa di giornalismo investigativo, concentrandosi in particolare sulla violenta campagna antidroga condotta dal regime di Duterte.

DMITRY ANDREYEVICH MURATOV nel 1993 ha fondato in Russia il giornale indipendente Novaja Gazeta, ancora oggi il più libero del Paese. Novaja Gazeta fa un giornalismo preciso e basato sui fatti, pubblicando articoli critici contro il governo e denunciandone la corruzione, la violenza della polizia, gli arresti illegali e le frodi elettorali. Nel corso degli anni sei giornalisti del giornale sono stati uccisi.

Il mestiere del giornalista è fondamentale per informare il pubblico e gettare le basi per un Paese democratico. La libertà di espressione e di stampa sono un requisito fondamentale per una società democratica, che a sua volta previene conflitti e guerre. 


Ci vuole il coraggio della compassione

Popoli fratelli. Lo diciamo avendo alle spalle il Colosseo. Questo anfiteatro, in un lontano passato, fu luogo di brutali divertimenti di massa: combattimenti tra uomini o tra uomini e bestie. Uno spettacolo fratricida, un gioco mortale fatto con la vita di molti. Ma anche oggi si assiste alla violenza e alla guerra, al fratello che uccide il fratello quasi fosse un gioco guardato a distanza, indifferenti e convinti che mai ci toccherà. Il dolore degli altri non mette fretta. E nemmeno quello dei caduti, dei migranti, dei bambini intrappolati nelle guerre, privati della spensieratezza di un’infanzia di giochi. Ma con la vita dei popoli e dei bambini non si può giocare. Non si può restare indifferenti. Occorre, al contrario, entrare in empatia e riconoscere la comune umanità a cui apparteniamo, con le sue fatiche, le sue lotte e le sue fragilità. Pensare: “Tutto questo mi tocca, sarebbe potuto accadere anche qui, anche a me”. Oggi, nella società globalizzata che spettacolarizza il dolore ma non lo compatisce, abbiamo bisogno di “costruire compassione”. Di sentire l’altro, di fare proprie le sue sofferenze, di riconoscerne il volto. Questo è il vero coraggio, il coraggio della compassione, che fa andare oltre il quieto vivere, oltre il non mi riguarda e il non mi appartiene. Per non lasciare che la vita dei popoli si riduca a un gioco tra potenti. No, la vita dei popoli non è un gioco, è cosa seria e riguarda tutti; non si può lasciare in balia degli interessi di pochi o in preda a passioni settarie e nazionaliste.

martedì 5 ottobre 2021

La preghiera interreligiosa per la pace

«Popoli fratelli, terra futura. Religioni e culture in dialogo» è il titolo del 35° meeting interreligioso di preghiera per la pace che dal 1986 la Comunità di Sant'Egidio organizza per tenere vivo quello "spirito di Assisi" che ha caratterizzato la prima edizione voluto da san Giovanni Paolo II nella città di San Francesco. Dopo l'edizione virtuale del 2020 causa pandemia, l'incontro quest'anno avviene in presenza.

Al meeting parteciperanno, tra gli altri, anche l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il consigliere speciale del segretario generale dell’Onu, Jeffrey Sachs, e la ministra degli Esteri della Tanzania, Liberata Mulamula.
Nella parte conclusiva dell’incontro, nel pomeriggio del 7 ottobre davanti al Colosseo, interverrà anche Papa Francesco, che presenzierà la preghiera ecumenica dei cristiani, prima di unirsi ai leader delle altre religioni mondiali come il grande imam dell’università di Al Azar (Il Cairo), Al Tayyeb, il patriarca ortodosso Bartolomeo I e il presidente della conferenza dei rabbini europei Pinchas Goldschmidt, insieme ad esponenti buddisti e induisti.

domenica 3 ottobre 2021

Ottobre missionario, testimoni e profeti

Il mese di ottobre, nella Chiesa italiana, è particolarmente dedicato alla preparazione e alla celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale che ricorre sempre nella penultima domenica del mese. Ogni anno questo appuntamento vuole alimentare la fraternità universale della Chiesa, ossia la comunione con tutte le Comunità Cristiane sparse nel mondo, oltre all’impegno di solidarietà con le Chiese di più recente formazione, con quelle che vivono nei paesi più poveri e con quelle che soffrono persecuzione.

La pietà contemporanea di Jago

 

Lo scultore italiano JAGO ha svelato dal drappo rosso la sua ultima creazione di marmo il 1 ottobre alla Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma: «Come un figlio si mette al mondo, così un’opera si dà, si restituisce»

Parte del progetto “Una porta verso l’infinito – l’Uomo e l’Assoluto nell’arte”, all’interno del ciclo “Arte e Liturgia”, promosso dal Monsignor Walter Insero, il gruppo scultoreo ricalca l’universale iconografia della Pietà: «L’opera testimonia con forte senso di realtà la sofferenza dilagante del nostro mondo, privilegia l’aspetto umano del dolore nel grumo drammatico dei due corpi inscindibilmente uniti in un tragico destino», afferma la storica dell’arte Maria Teresa Benedetti.

Esso non solo è inteso come trasposizione dell’episodio liturgico, ma come rielaborazione di un momento di raccoglimento e spiritualità, portavoce del valore umano personale e collettivo, quest’ultimo simboleggiato dalla creatura sorretta.

«La foto di un padre che raccoglie la sua creatura da terra: credo che questo sia stato il meccanismo che mi abbia fatto venire in mente che il tema della Pietà potesse essere nuovamente interpretato. Tradurre in pietra quel tipo di momento e sentimento era rilevante, sia per affrontare l’amore paterno che per partecipare ai temi della contemporaneità, anche quelli più terribili come la guerra. Fornire simboli rinnovati è come aggiungere una parola nuova nel vocabolario dell’arte», afferma l'artista nell'intevista di Exibart.

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domenica 26 settembre 2021

VERSO UN “NOI” SEMPRE PIÙ GRANDE

La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914. È sempre stata un’occasione per dimostrare la preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare per loro mentre affrontano molte sfide, e per aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione.

Ogni anno la GMMR viene celebrata l’ultima domenica di settembre; nel 2021, oggi 26 settembre. Il titolo scelto dal Santo Padre per il suo messaggio annuale è Verso un “noi” sempre più grande.

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Migrants refugees

sabato 25 settembre 2021

Guida per l'ecologia integrale

Lo scorso 23 settembre FOCSIV annunciava la pubblicazione della “Guida per l’Ecologia Integrale”, elaborata in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana e con diverse altre organizzazioni e reti del mondo cattolico e non solo.

La pubblicazione è innanzitutto un messaggio di speranza. L’Ecologia Integrale è possibile. E’ una realtà generativa di una casa comune accogliente e in pace con la natura e il Creatore. Questo è il messaggio fondamentale della Guida che raccoglie 20 casi concreti di attività economiche e sociali di cura dell’ambiente, che diverse Diocesi italiane hanno sostenuto in questi ultimi anni, a seguito del messaggio dell’Enciclica Laudato Sì.

Segno di dialogo e di speranza per tutta la società italiana, per uno sviluppo umano integrale e sostenibile. E’ giunto il momento di cambiare i nostri stili di vita e un sistema insostenibile.

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venerdì 24 settembre 2021

Marcia Perugia-Assisi 2021: la cura è il nome nuovo della pace

 
Compie 60 anni l'iniziativa che ogni anno coinvolge migliaia di persone in un percorso che rende visibile la volontà comune di un mondo più fraterno. Guardando all'umanità che soffre le conseguenze del Covid, del cambiamento climatico e di infinite guerre e violenze, l'edizione di quest'anno propone lo slogan "I Care" come impegno quotidiano e criterio delle scelte politiche. 

Sarà un’edizione speciale quella della Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fraternità che si svolgerà il 10 ottobre prossimo. Con uno sguardo al percorso compiuto in 60 anni e con la mente e il cuore proiettati nei progetti futuri. Quella vissuta dagli ideatori dell’iniziativa, a cui man mano si sono aggregati sempre più numerosi singoli cittadini, gruppi, associazioni, diocesi, scuole, enti locali e sindacati, è una lunga storia d’impegno per la pace e i diritti umani, fatta da donne e uomini che in questo obiettivo hanno creduto. 
Il cammino è iniziato il 24 settembre 1961, grazie al perugino Aldo Capitini, filosofo, politico, antifascista, poeta ed educatore, tra i primi in Italia a raccogliere e teorizzare il pensiero nonviolento gandhiano, e si è presentata l’edizione di quest’anno che ha come titolo “I Care”. 
La Settimana della Pace avrà inizio con la festa di San Francesco d’Assisi il 4 ottobre.

Leggi l'intervista di Adriana Masotti, su Vaticanews

giovedì 23 settembre 2021

PREGHIERA PER LA GIORNATA DEL CREATO 2021

Benedetto sei tu Dio, 

Creatore e Padre dell’universo. 

Tu hai fatto belle tutte le cose, 

segno e impronta della tua bontà.

Hai soffiato sulle acque il tuo alito di vita

e hai fatto dei venti i tuoi messaggeri.

Hai plasmato la terra, informe e deserta,

con i colori dei fiori e con i frutti degli alberi

l’hai resa casa per le tue creature terrestri e alate.

Hai fatto del mare uno scrigno abbondante 

di vita e biodiversità, specchio di identità 

e ponte di dialogo e accoglienza tra le sponde della terra.

Tutto hai affidato all’uomo e alla donna, 

tue amate creature, perché attraverso il lavoro 

custodissimo l’immensa opera della creazione.

Quando noi dimentichiamo questa vocazione, 

sfiguriamo la natura e le infliggiamo ferite 

che si ritorcono contro l’umanità.

Torni, Padre, il tuo Spirito a ridare giovinezza e vitalità

al volto di questa terra solcato da stanchezza

e al nostro cuore indurito dal peccato.

La tua Chiesa, avvolta dallo Spirito di Pentecoste,

sappia accogliere il grido della terra e dei poveri,

affinché, unita alla passione di Cristo, 

riceva dal Risorto la gioia generativa della vita nuova

e si offra promotrice di giustizia e di pace per tutti.

Nella cesta della nostra fragilità,

insieme ai frutti della terra e del nostro lavoro,

tuo dono e segno della tua generosità che mai viene meno,

deponiamo il nostro impegno a riconoscerci tutti fratelli e sorelle, 

affinché si manifesti il nostro essere figli e figlie nel Figlio Gesù,

in profonda comunione con te, Padre, 

benedetto nei secoli.

Amen.

martedì 21 settembre 2021

Strike for future - 24 settembre 2021

 

SAREMO RICORDATƏ COME COLORO CHE, DI FRONTE AD UN’ENORME CRISI GLOBALE, SI RIMBOCCARONO LE MANICHE PER RISOLVERLA?
Quest’anno, in autunno, si terrà la Cop 26, la conferenza mondiale a cui ogni Stato dovrà portare i propri impegni per la riduzione delle emissioni e per la risoluzione della crisi climatica. È necessario che i paesi del mondo collaborino fra loro, portando i loro obiettivi più ambiziosi. Sarà un momento storico. Anzi, dovrà esserlo, lo dobbiamo rendere possibile attraverso il più grande strumento che tuttə noi abbiamo: l’attivismo.

Su di noi, giovani e adulti del 2021, pesa una responsabilità, ma anche una grande opportunità: cambiare la storia prima che essa cambi noi. Uniamo le energie e la passione in un unico grande momento coordinato in tutto il mondo, prima della Cop 26: venerdì 24 settembre 2021.

Siamo unitə nella nostra lotta per la giustizia climatica, ma dobbiamo riconoscere che non tuttə ne subiamo le stesse conseguenze, né per tipo né per gravità.
La crisi climatica non è una crisi isolata. Tensioni socio-economiche come il razzismo, il sessismo, l’abilismo, le disparità sociali ed economiche, sono tutti fenomeni che amplificano gli impatti della crisi climatica e che, viceversa, saranno amplificati da essa.

 I MAPA (Most Affected People and Areas, le persone e le aree più colpite) stanno già vivendo le conseguenze peggiori della crisi climatica senza possibilità di adattamento. Questo a causa di élite privilegiate del Nord globale, che hanno distrutto le terre dei MAPA attraverso il colonialismo, l’imperialismo, le ingiustizie sistemiche e una voracità senza freno, vera causa del riscaldamento globale. Come per la pandemia da Covid-19 e in tutte le grandi crisi della storia, i paesi sovrasfruttati e le persone emarginate vengono sistematicamente abbandonate a loro stesse.

Da Fridaysforfuture Italia

lunedì 20 settembre 2021

Centenario di Paulo Freire


Nato a Recife il 19 settembre 1921 a Recife, Paolo Freire fu uno dei più grandi pedagoghi del nostro tempo. Il suo messaggio può essere sintetizzato in questa frase:

"Nessuno educa nessuno,
nessuno si educa da solo,
gli uomini si educano insieme,
con la mediazione del mondo".

La dittatura militare del Brasile nel '64 bloccò la straordinaria rivoluzione culturale di Paulo Freire. Questo scrittore che pubblicò 25 libri sull'educazione e 6.000 articoli, aveva elaborato un metodo di alfabetizzazione che in sole 40 ore insegnava agli adulti non solo a leggere e scrivere, ma soprattutto a capire un po' meglio il mondo nel quale vivevano. Scelto dal governo Goulart come responsabile del Plano Nacional de Alfabetizaçâo, prometteva di alfabetizzare in dodici mesi 6 milioni di brasiliani (che quindi sarebbero stati in grado di votare l'anno seguente). Se si pensa che nel '63 gli elettori erano meno di 12 milioni, si capisce quale importanza politica avesse tale programma. Con l'appoggio del governo, delle correnti politiche di sinistra e della Chiesa, Freire iniziò la formazione di 20.000 circoli culturali, che avrebbero reso possibile il piano. Questa pagina di storia però non venne mai scritta, perchè il "golpe militar" cancellò il piano e incarcerò il "pericoloso" pedagogo, che in seguito preferì la via dell'esilio in Cile. Durante i primi quattro anni come membro del governo, scrisse "La pedagogia degli oppressi" e "L'educazione come pratica della libertà" (pubblicati in Italia da Arnoldo Mondadori), che costituiscono la riflessione teorica sul tema dell'alfabetizzazione. Se le sue idee fossero state applicate in Brasile, certamente una regione come il Paraiba non avrebbe registrato, 30 anni più tardi, la vergognosa quota del 46,85% di analfabetismo tra i suoi abitanti. 

Ma che cosa c'era di così rivoluzionario nel metodo educativo di questo pedagogo?
Partendo dalla premessa che l'uomo non è un essere astratto, ma radicato nel tempo e nello spazio, Freire analizza le varie relazioni che intercorrono tra queste tre componenti a partire dall'esperienza di ogni giorno. Da tale "osservatorio" anche le persone più semplici sono in grado di fare una lettura della realtà, scoprendo gli inganni di cui sono vittime e iniziando così un processo di liberazione. A questo tipo di educazione Freire contrappone quella che definisce "educazione bancaria", secondo la quale le persone si dividono tra coloro che sanno e coloro che non sanno.
Ai primi spetta comunicare agli altri il frutto del loro sapere, trasmettere loro la sicurezza che credono di possedere, insieme alle norme di comportamento.
Ai secondi si richiede l'umiltà di imparare, obbedire ed eseguire quanto viene loro detto. Tale visione, secondo Freire, adottata da ogni tipo di dominatore, lascia il mondo esattamente come lo trova, perchè riduce l'uomo a un mero esecutore di ordini.
Lui invece propone la "pedagogia degli oppressi", che partendo dalla consapevolezza che l'azione di educare è indissolubilmente legata a quella dell'imparare, si propone non tanto di conoscere, quanto di trasformare la realtà. In questa nuova visione, il maestro insegna e impara e l'alunno impara e insegna, e se entrambi hanno mantenuto la principale caratteristica dell'uomo, cioè la capacità di stupirsi di fronte alle meraviglie della natura e della storia, saranno in grado non solo di interpretare gli avvenimenti, ma anche di produrre dei cambiamenti significativi nella storia. Solo in questo modo, secondo Freire, l'uomo realizza la propria vocazione di trasformare il mondo. Convinto che ogni forma di dominazione fa male non solo all'oppresso ma anche all'oppressore, esemplifica dicendo che se lui volesse imporre alla moglie le proprie opinioni instaurerebbe un rapporto d'amore patologico, assumendo lui il ruolo del sadico e lei quello della masochista. L'immagine qui riprodotta si trova nel best-seller di Freire, tradotto in 35 lingue: "La pedagogia degli oppressi". Il successo di questo brasiliano all'estero e l'attualità del suo messaggio, non derivano dal fatto che abbia esportato un metodo di alfabetizzazione più facile e rapido dei tanti già esistenti, quanto che abbia reso capace una nuova generazione di esercitare pienamente i propri diritti sociali e civili, modificando la società e dando un senso alla propria esistenza.

Da Giovaniemissione, tratto dalla rivista Popoli

domenica 19 settembre 2021

Gli psicologi stanno imparando ciò che la religione sa da anni

Wired pubblica un articolo sul libro "Come funziona Dio: La scienza dietro i benefici della religione" di David DeSteno. 

Spesso ci si è posti la domanda se le pratiche religiose abbiano un valore riconoscibile dal punto di vista scientifico. Per esempio la scienza ha dimostrato che la pratica religiosa può influire sullo stato di salute, facendo ammalare meno e guarire prima: fra i primi studiosi ad averne parlato c’è l’americano Herbert Benson, cardiologo dell’Università di Harvard, negli anni Settanta del secolo scorso.

David DeSteno, professore di psicologia alla Northeastern University, ammette che, nonostante sia cresciuto cattolico, non ha prestato molta attenzione alla religione. Come molti scienziati, ha pensato che il pensiero religioso fosse costruito su opinioni, congetture o speranze, e quindi fosse irrilevante per il suo lavoro. 

Da 20 anni sta conducendo un laboratorio focalizzato sulla ricerca di modi per migliorare la condizione umana, utilizzando gli strumenti della scienza per individuare tecniche che possono aiutare le persone ad affrontare le sfide che la vita pone loro. Qui si è reso conto che molto di ciò che psicologi e neuroscienziati stanno scoprendo su come supportare le convinzioni, i sentimenti e i comportamenti delle persone - come sostenerli quando sono in lutto, come aiutarli a essere più etici, come consentire loro di trovare connessione e felicità - fa eco a idee e tecniche che le religioni hanno usato per migliaia di anni.

Il laboratorio ha scoperto, ad esempio, che far praticare alle persone la meditazione buddista per un breve periodo le rende più gentili. Dopo sole otto settimane di studio con un lama buddista, il 50 percento a cui è stato chiesto di meditare quotidianamente ha aiutato spontaneamente uno sconosciuto nel dolore. Solo il 16% di coloro che non hanno meditato ha fatto lo stesso. La compassione non era limitata agli estranei, però, si applicava anche ai nemici. Un altro studio ha mostrato che dopo tre settimane di meditazione, la maggior parte delle persone si è astenuta dal cercare vendetta su qualcuno che li ha insultati, a differenza della maggior parte di coloro che non hanno meditato. 

Altro ambito: la gratitudine, per esempio, è un elemento chiave di molte pratiche religiose. I cristiani spesso ringraziano prima di un pasto; gli ebrei rendono grazie a Dio con la preghiera Modeh Ani ogni giorno al risveglio. L'atto di ringraziare, anche in un contesto laico, rende le persone più virtuose. In uno studio in cui le persone potrebbero ottenere più soldi mentendo sui risultati di un lancio di una moneta, la maggioranza (53 percento) ha imbrogliato. Ma quella cifra è diminuita drasticamente per le persone a cui abbiamo chiesto per la prima volta di recitare le loro benedizioni. Di questi, solo il 27% ha scelto di mentire. Quando provano gratitudine verso qualcuno, per il destino o per Dio, le persone diventano più disponibili, più generose e anche più pazienti.

Anche azioni molto sottili, come muoversi insieme in modo coordinato, possono esercitare un effetto significativo sulla mente. Vediamo la sincronia in quasi tutte le religioni del mondo: buddisti e indù spesso cantano insieme in preghiera; Cristiani e musulmani regolarmente si inginocchiano e stanno in piedi all'unisono durante il culto; gli ebrei spesso ondeggiano, oscillano, quando recitano insieme le preghiere. Queste azioni celano uno scopo profondo: creare connessione. In un esperimento si è notato che coloro che riescono a muoversi all'unisono, hanno riferito di provare più connessione e compassione per il loro partner che erano in difficoltà, il 50 percento di loro ha deciso di dare una mano al partner.

Gli effetti combinati di elementi semplici come questi, quelli che cambiano il modo in cui ci sentiamo, ciò in cui crediamo e da chi possiamo dipendere, si accumulano nel tempo. E quando sono incorporati nelle pratiche religiose, la ricerca ha dimostrato che possono avere proprietà protettive. La partecipazione regolare alle pratiche religiose riduce l'ansia e la depressione, aumenta la salute fisica e riduce persino il rischio di morte prematura. Questi benefici non derivano semplicemente dal contatto sociale generale. C'è qualcosa di specifico nelle pratiche spirituali stesse.

La sorpresa provata quando il team di psicologi ha visto le prove dei benefici della religione ha smascherato una tendenza comune tra gli scienziati: ritenere che la religione sia superstizione e, quindi, incapace di offrire benefici pratici. Ci sono aspetti scientifici estranei all'approccio religioso, come la natura dell'universo o l'origine biologica della malattia. Ma quando si tratta di trovare modi per aiutare le persone ad affrontare questioni riguardanti nascita e morte, moralità e significato, dolore e perdita, sarebbe strano se migliaia di anni di pensiero religioso non avessero qualcosa da offrire.

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sabato 18 settembre 2021

Una pianta che non ha mai fatto male a nessuno?

500mila firme raccolte a tempo di record per andare al voto nella primavera del 2022 su un referendum per legalizzare l'uso e la coltivazione della Cannabis.
Dice un portavoce dell'Associazione Luca Coscioni che un milione e mezzo di persone sono state portate davanti al prefetto per la detenzione di "una pianta che non fa male a nessuno".
Secondo l’ultima relazione del Parlamento, nel 2020 alle Prefetture sono pervenute 32.879 segnalazioni per detenzione di sostanze psicotrope per uso personale (un terzo dei segnalati ha più di 40 anni e il 9,4% è minorenne), il 74% di queste ha riguardato cannabis. Mentre il 43% delle persone denunciate per reati collegati alla droga, fa riferimento alla cannabis e suoi derivati.
Ma siamo sicuri che non faccia male a nessuno?
La cannabis è legalizzata in Canada e in diversi stati degli Usa. In molti altri paesi, come in Italia, l’uso della marijuana non è legalizzato, ma depenalizzato, cioè consentito per uso medico e privato. Nei paesi in cui la marijuana è legalizzata, la si può vendere, di regola, solo a chi ha almeno 21 anni. 
Il dilemma non è politico, ma sanitario e sociale. 
L'uso terapeutico
L'effetto positivo è finalizzato al trattamento del dolore cronico, all'aumento dell'appetito e diminuzione della perdita di peso associata all'HIV / AIDS. Può migliorare i sintomi della spasticità della sclerosi multipla. Dolori, nausea e vomito si possono comunque curare meglio con medicamenti privi di rischi. 
La marijuana non è, come si crede, un tranquillante: nel 2018, in Svizzera, i consumatori di cannabis responsabili di violenze fisiche sono stati il quadruplo degli psicopatici per altra causa.
Non possiamo parlare di droghe innocue: esse, infatti, per modificare lo stato dell’umore, agiscono sul cervello. Il danno immediato, nel caso di marijuana a basso dosaggio, può essere modesto, ma se ripetuto, come nella dipendenza, può essere significativo.
Da sottolineare che fino a metà degli anni '80 la marijuana conteneva il 2% dell’agente psicoattivo THC (tetraidrocannabinolo), quella in circolazione legale oggi ne contiene il 25%.
L'illusione del controllo 
"Se la cannabis è legale si toglie il campo ai contrabbandieri e lo Stato può controllare la filiera", si dice tra le motivazioni a favore della legalizzazione.
Nei paesi in cui la marijuana è stata legalizzata, il consumo è di molto salito, anche perché la diffusione ne ha abbassato il prezzo. Parallelamente è aumentato il numero d’incidenti stradali mortali dovuti alla condizione mentale da THC. Il consumo aumenta soprattutto fra i giovani, e il suo effetto nocivo è più forte, perché agisce su cervelli in via di sviluppo.
Inoltre, siamo sicuri che l'uso di cannabinoidi a scopo ricreativo non apra poi all'uso di altre sostanze di sintesi dagli effetti più devastanti a livello psicofisico? 
Il messaggio più drammatico della pubblicazione dell’Accademia di Medicina è che l’uso della cannabis «aumenta il rischio della schizofrenia e di altre psicosi in proporzione al consumo». Allo stesso modo delle altre le droghe, la marijuana è una delle cause epigenetiche della demenza.
Come sempre, liberi di pensarla come si vuole, ma non facciamo errori di sottovalutazione spinti da effimere promesse di libertà.
 
da un articolo di di Arnaldo Benini,
professore emerito di neurochirurgia e neurologia dell'Università di Zurigo
Sole 24 ore, 19 febbraio 2019 

giovedì 16 settembre 2021

Fiaccolata e raccolta fondi dopo l'ennesimo femminicidio

  

E' giusto indignarsi, giusto manifestare, parlare e riflettere su un tema che non smette purtroppo di occupare le pagine della cronaca, stavolta anche nel Vicentino, e due volte nella stessa settimana.

Storie di ragazze, donne, mamme, la cui vita viene interrotta violentemente a causa di una cieca aggressione. E' importante che ciascuno si guardi dentro e colga l'opportunità di liberarsi dalla rabbia che porta a gesti distruttivi e autodistruttivi.

Il Centro di ascolto uomini maltrattanti (CAM) è una Associazione Onlus che nasce a Firenze il 17 novembre 2009. Si sviluppa come progetto sperimentale Cesvot Innovazione nel Gennaio 2009, promosso dall'Associazione Artemisia e con la collaborazione della Asl 10 di Firenze.

È un luogo ed un riferimento per quegli uomini che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento ed assumersi la responsabilità del loro comportamento di maltrattamento fisico e/o psicologico, economico sessuale, di stalking.
-> Test sui comportamenti controllanti

I centri antiviolenza sono luoghi in cui si offre consulenza accogliendo le donne che hanno subito violenza. Alla base del lavoro dei Centri c’è una profonda conoscenza delle cause della violenza e delle conseguenze che ha sulle vittime. La violenza alle donne deve essere considerata e analizzata tenendo conto del contesto storico, sociale e politico delle relazioni di genere.

I Centri Antiviolenza costituiscono la risposta più coordinata e organizzata al fenomeno della violenza contro le donne in Italia, delle quali ne rappresentano diritti e interessi.

Diciamo insieme NO alla violenza!

Messaggio del vescovo Beniamino Pizziol

mercoledì 15 settembre 2021

Yom Kippur, una lezione per la collettività

Lo Yom Kippur, è considerato il giorno più sacro e solenne del calendario ebraico. 

I fedeli, nel segno delle misure anti-covid, si sono recati al Kotel (il Muro Occidentale a Gerusalemme) per recitare le Selichot, le poesie penitenziali. Il Presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato che per le strade deserte si “respira un’atmosfera di purezza e perdono”. “Yom Kippur è un giorno di perdono” e “porta con sé una tradizione di riconciliazione e unità”, “gli avversari più duri si perdonano reciprocamente. Offensore e offeso si stringono la mano in segno di pace. L’odio abbassa le sue fiamme e l’amore rompe i confini”. Rivolgendosi a Israele così come a tutto il mondo ebraico, Herzog ricorda che “la capacità di perdonare le offese e perdonare le ingiustizie, oltre ad essere condizione necessaria per un corretto stile di vita tra una persona e il suo prossimo, è una componente essenziale anche nella nostra vita pubblica”.

Il rabbino capo Lau ha poi nuovamente invitato chi non si è ancora vaccinato a farlo. Chi sceglie di non vaccinarsi, ribadisce il rav, “gioca con la propria vita e con quella degli altri. Corrette a vaccinarsi, ogni giorno di ritardo è un giorno perso”. 

Lunedì 6 settembre è stato Rosh haShana, l'inizio del nuovo ano ebraico, il 5782 “Yom Kippur (giorno dell'espiazione) è uno Yom Tov (giorno santo) perché siamo fiduciosi sul fatto che Hashem (il Nome) risponderà alle nostre preghiere e ci benedirà con un buon anno nuovo”. 

Da Moked

martedì 14 settembre 2021

La caccia tradizionale alle isole Faroe

 

Alle isole Faroe sono stati uccisi 1.428 delfini durante la tradizionale caccia alle balene che si svolge da secoli nel paese. Le immagini che mostrano i cadaveri dei mammiferi sulla sulla battigia di Skalabotnur a Eysturoy e il mare color rosso sangue sono state pubblicate da Sea Shepherd, che conduce una campagna per fermare la tradizionale caccia faroese Grind dagli anni Ottanta. La grindadráp è una caccia tradizionale dei piccoli cetacei praticata nelle isole Faroer dall’arrivo dei vichinghi e consiste nel trascinare i cetacei a riva e poi macellarli con arpioni, coltelli e in qualche caso anche trapani. Ogni anno, riporta la Bbc, si sgozzano circa 600 balene e 35-40 delfini. Quella di quest’anno però ha avuto numeri senza precedenti. «È stato un grande errore», ha ammesso il presidente dell’associazione dei balenieri delle isole, Olavur Sjurdarberg. Secondo i media locali, la popolazione ha avuto una reazione «di smarrimento e shock a causa del numero straordinariamente grande» di delfini uccisi. Ma un sondaggio effettuato dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è favorevole a quella delle balene. Uccidere i delfini è «legale ma non è popolare», ha detto alla Bbc Sjurdur Skaale, deputato danese delle Isole Faroe. Lunedì Skaale ha visitato la spiaggia di Skalabotnur per parlare con i nativi: «La gente era furiosa», ha detto. Ma il deputato ha difeso la tradizione della caccia, che ha definito “umana” se eseguita nel modo giusto. Ovvero utilizzando una lancia appositamente progettata per tagliare il midollo spinale della balena o del delfino prima del collo. Con questo metodo ci vuole «meno di un secondo» per uccidere una balena o un delfino. 

Da Open