giovedì 26 agosto 2021

Paralimpiadi e medaglie


La prima medaglia per l'Italia alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. L'ha conquistata Francesco Bettella, bronzo nei 100 dorso di nuoto categoria S1. Dopo i due argenti ai giochi di Rio, per Bettella questa è la terza medaglia paralimpica. 

Se lo sport, come dice Federica Pellegrini che conclude la sua carriera dorata "È una scuola di valori fondamentali incredibili. Serve nella vita e aiuta molto i giovani a crescere", è tanto più incredibile per gli atleti paralimpici che sono un esempio per tutti noi di voglia di vivere e di superare i propri limiti.

L'Italia si è distinta finora alle Olimpiadi e vedere che anche alle Paralimpiadi primeggia riempie di gioia e orgoglio.

mercoledì 25 agosto 2021

Il Pensiero di Xi Jinping sarà insegnato a scuola


Xi Jinping, già acclamato come il nuovo riformatore della Cina e successore di Mao Zedong, sarà studiato a scuola per instillare nelle nuove generazioni uno spirito di coesione nazionale attorno ai principi del socialismo cinese.

Il pensiero consiste in una politica di base divisa in 14 punti tra cui:

- l'adozione da parte del Partito Comunista Cinese di un approccio incentrato sul popolo: il Partito dovrà quindi garantire lo status principale dei cittadini e agire per il bene comune e negli interessi del popolo, mettendo in pratica la linea di massa in tutti gli aspetti del governo.

- il miglioramento del sistema di governo e del socialismo con caratteristiche cinesi, eliminando idee datate e ogni tipo di ostacolo, favorendo la creazione di istituzioni efficienti e rendere giustizia agli sforzi del sistema socialista cinese.

- la garanzia dell'armonia tra l'uomo e la natura: il governo deve promuovere la convivenza pacifica con la natura tramite le politiche di "risparmio energetico e protezione ambientale" e il "contributo alla sicurezza ecologica globale"

- la promozione dell'edificazione di una comunità con un futuro condiviso per l'umanità: la Cina dovrà quindi continuare ad aprirsi al mondo e a partecipare alla salvaguardia della pace internazionale.

Il rapporto con le religioni e con le identità etniche particolari dovrà essere sempre verificato alla luce dello studio e conservazione delle tradizioni e dei valori nazionali cinesi. 

Sicuramente dovremo imparare a conoscere e a confrontarci con questa potenza che sempre più si sta affermando nello scenario mondiale...

venerdì 20 agosto 2021

Le speranze di un popolo


Si chiamava Zaki Anwari e aveva 19 anni. Era uno dei «falling men» precipitati lunedì 16 agosto dall’aereo militare americano decollato dall’aeroporto Hamid Karzai di Kabul. Anwari aveva vestito più volte la maglia della nazionale dell’Afghanistan con il numero 10 e nel paese era considerato una promessa del calcio. La sua morte è stata confermata dalla Direzione Generale per lo sport e l’educazione fisica del paese. «Anwari era una delle centinaia di giovani afghani che volevano lasciare il Paese attaccandosi a un aereo militare americano».

Non so se ci sia una immagina più straziante di questa: un giovane che affida la sua vita alla sorte per sfuggire ad un futuro privo di prospettive. In questo troviamo un senso si sconforto tutti noi.

In uno dei suoi ultimi post pubblicati sulla sua pagine personale su Facebook, aveva scritto: "Sei il pittore della tua vita. Non dare il pennello a nessun altro".

lunedì 16 agosto 2021

Bastano pochi giorni per tornare indietro di vent'anni?

 

Dopo 20 anni di presenza sul terreno delle truppe internazionali, sono dunque bastati pochi giorni ai talebani per tornare a quel potere che hanno avuto in mano sino al 2001, costretti a lasciarlo per non aver voluto collaborare con gli Usa nella cattura di Osama Bin Laden. 

Ieri l’ingresso dei leader del movimento fondamentalista nel palazzo presidenziale e la partenza del capo dello Stato, Ashraf Ghani, hanno sancito un passaggio di consegne per ora avvenuto in modo incruento, ma il timore che vengano saldati alcuni conti in sospeso è forte. 

Le scene strazianti di persone che si aggrappano agli aerei in partenza dicono molto circa lo stato d'animo di molti afgani. L’angoscia è tanta. Si sentomo storie orribili di ragazze portate via con la forza, costrette a sposarsi con uomini che non hanno mai visto. Così l’unica cosa possibile sembra fuggire dalla propria casa.

"Mi unisco all'unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan. Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo", ha detto il Papa all'Angelus. "Solo cosi la martoriata popolazione di quel Paese, uomini, donne, anziani, bambini, potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco".

venerdì 13 agosto 2021

Gino Strada: da sempre da parte delle vittime

 Il padre di Emergency, fondata il 15 maggio 1994 a Milano da Gino Strada e dalla moglie Teresa Sarti, ha dedicato la vita per portare soccorso gratuito ad ogni persona che ne aveva bisogno in Ruanda, Cambogia, Afganistan... I principi guida sono sempre stati la dignità del paziente e l'inutilità della guerra. Riguardo all'intervento occidentale in Afganistan "Dicevamo 20 anni fa che questa guerra sarebbe stata un disastro per tutti".

Scomodo, pungente, non incline a compromessi perchè aveva visto sul campo le conseguenze di scelte politiche sbagliate, scriveva: “Io sono un chirurgo. Ho visto i feriti (e i morti) di vari conflitti in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina e Europa. Ho operato migliaia di persone, ferite da proiettili, frammenti di bombe o missili. A Quetta, la città pakistana vicina al confine afgano, ho incontrato per la prima volta le vittime delle mine antiuomo. Ho operato molti bambini feriti dalle cosiddette 'mine giocattolo', piccoli pappagalli verdi di plastica grandi come un pacchetto di sigarette. Sparse nei campi, queste armi aspettano solo che un bambino curioso le prenda e ci giochi per un po’, fino a quando esplodono: una o due mani perse, ustioni su petto, viso e occhi".

Mentre le agenzie rilanciavano la notizia del lutto Cecilia, la loro unica figlia, raccoglieva a bordo 85 desaparecidos del Mediterraneo. E’ in mare con la nave di soccorso “Resq” che offre l’ultimo appiglio ai dimenticati di guerre e soprusi che, come in Afghanistan, non ci vedono estranei. Come se la notizia delle morte non fosse riuscita a interrompere la concretezza di una vocazione familiare che dal 1994 a oggi ha messo radici in 19 Paesi curando oltre 11 milioni di persone. “Se l'uomo non butterà fuori dalla storia la guerra - ripeteva Gino Strada -, sarà la guerra che butterà fuori dalla storia l'uomo".

Oggi che l’Afghanistan sta per scivolare di nuovo tra le braccia dei talebani, appare più evidente l’inefficacia del tentativo di soluzione militare che sembra giovare solo ai venditori di armi.

Da Avvenire

giovedì 12 agosto 2021

Non è cultura né bellezza se sfrutta il lavoro schiavo

 

Il Papa risponde a Maurizio Maggiani, che gli aveva scritto una lettera aperta raccontando con “vergogna” la scoperta del metodo criminale con cui venivano stampati libri suoi e di altri autori.  

Da questo scambio emerge una stimolante riflessione sul rapporto tra bellezza e giustizia, tra cultura e diritti e papa Francesco lascia un suggerimento prezioso per tutti noi cittadini e consumatori.

Maggiani ha voluto condividere direttamente con Francesco la “vergogna” provata nell’apprendere da un fatto di cronaca nera che anche la realizzazione dei libri suoi e di altri autori passava attraverso un’azienda veneta, e lo stabilimento subappaltatore in Trentino, accusati entrambi dalla magistratura di aver sfruttato con metodi criminali, “fino all’indicibile” scrive Maggiani, il lavoro di operai pakistani, letteralmente brutalizzati.

Lei – riconosce il Papa a Maggiani – non pone una domanda oziosa, perché in gioco c'è la dignità delle persone, quella dignità che oggi viene troppo spesso e facilmente calpestata con il ‘lavoro schiavo’, nel silenzio complice e assordante di molti. Lo avevamo visto durante il lockdown, quando tanti di noi hanno scoperto che dietro il cibo che continuava ad arrivare sulle nostre tavole c’erano centinaia di migliaia di braccianti privi di diritti: invisibili e ultimi - benché primi! - gradini di una filiera che per procurare cibo privava molti del pane di un lavoro degno”. Ma in effetti, prosegue Francesco, associare questo tipo di infamia alla letteratura “è forse ancora più stridente” se quella che il Papa definisce “pane delle anime, espressione che eleva lo spirito umano”, viene “ferita dalla voracità di uno sfruttamento che agisce nell’ombra, cancellando volti e nomi”. Dunque se si pubblica qualcosa che poggia su un’ingiustizia è “di per sé ingiusto” e “per un cristiano – ricorda il Papa – ogni forma di sfruttamento è peccato”.

Due cose da fare

Rinunciare alla bellezza sarebbe una ritirata a sua volta ingiusta, un’omissione di bene”, afferma Francesco, che suggerisce una reazione basata su due verbi. 

Il primo è “denunciare” i “meccanismi di morte”, le “strutture di peccato”, arrivando a scrivere “cose anche scomode per scuotere dall’indifferenza, per stimolare le coscienze, inquietandole perché non si lascino anestetizzare dal non mi interessa, non è affare mio, cosa ci posso fare se il mondo va cosi?”. 

 Il secondo verbo è “rinunciare”. Rinuncia “non alla letteratura e alla cultura – dice – ma ad abitudini e vantaggi che, oggi dove tutto è collegato, scopriamo, per i meccanismi perversi dello sfruttamento, danneggiare la dignità di nostri fratelli e sorelle. È un segno potente – insiste – rinunciare a posizioni e comodità per fare spazio a chi non ha spazio”. Arrivare a “dire un no per un sì più grande”, a fare “obiezione di coscienza per promuovere la dignità umana”.

Da VaticanNews

I piromani sono assassimi ambientali


Il Sud d'Italia continua a bruciare non solo per l'anticiclone Lucifero che imperversa da giorni portando le temperature costantemente sopra i 40 gradi ma, soprattutto, per la gran quantità di incendi che tengono impegnati uomini e mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, corpo forestale e protezione civile, per terra e per aria, soprattutto in Calabria e Sicilia.

I piromani? “Assassini ambientali”. Non ha dubbi la Conferenza episcopale Calabra, il cui monito arriva nel giorno dei 110 incendi che stanno devastando la regione. Un monito riassumibile in questi termini: “ricorrere agli incendi è del tutto estraneo ad ogni etica umana e cristiana”, ma le istituzioni possono e devono fare di più per fermare il fuoco anche attraverso azioni di sensibilizzazione per una coscienza collettiva più attenta e diffusa. 

Da Famiglia Cristiana

“Il Signore fermi la mano degli sciagurati piromani – dice monsignor Bertolone – e dia forza a tutti coloro che stanno lavorando per frenare il disastro”. Il suo dito è puntato contro “certi atteggiamenti di sufficienza, e talvolta di strafottenza, di alcuni cittadini. Da qui – dice ancora – la necessità di una coscienza collettiva ma anche di una più incisiva azione delle istituzioni, ad ogni livello, perché prevenzione e monitoraggio possano diventare barriera sempre più alta a difesa dei continui attacchi”.

martedì 10 agosto 2021

Rapporto Onu su cambiamenti climatici e nostre responsabilità


Dal sesto rapporto Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) proviene la conferma della responsabilità umana nel riscaldamento globale. 

Il gruppo di 234 esperti di sessantasei differenti Paesi, riuniti sotto l’egida Onu ha esaminato oltre 14mila articoli e pubblicazioni scientifiche e conclude che sono stati gli uomini e le donne dell’era industriale e post a «surriscaldare l’atmosfera, gli oceani e la terra» generando «cambiamenti rapidi e irreversibili» nel pianeta. In particolare, a partire dal XIX secolo, le emissioni prodotte dalle energie fossili hanno fatto aumentare la temperatura di 1,1 gradi.

Mai prima si era arrivati a tanto, come dimostra la più significativa riduzione dei ghiacciai in due millenni e l’intensificarsi dei fenomeni atmosferici estremi, a cominciare dagli uragani.

E questo è solo l’inizio. Anche se le nazioni facessero tagli drastici e immediati alla quantità di gas immessi nell’atmosfera, non riuscirebbero ad evitare un riscaldamento climatico di almeno 1,5 gradi entro i prossimi venti o trent’anni. Un prossimo futuro più caldo – il termine di riferimento è il 2050 – è, dunque, assicurato. Con ciò che questo comporta: ondate di calore più frequenti per territori dove vive un miliardo di persone, siccità prolungate e la scomparsa di alcune specie animali e vegetali. Non tutto, però, è perduto.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, di un «codice rosso per l’umanità». Un «assordante campanello d’allarme» – ha aggiunto – affinché la comunità internazionale si decida ad agire. Nella consapevolezza che, con uno sforzo repentino e condiviso, il peggio può e deve essere evitato. Contenendo il riscaldamento entro un livello «accettabile» o almeno compatibile con una vita degna: due gradi in centro anni.

«Non possiamo aspettare. I costi dell’inazione continuano a salire», ha affermato il presidente Joe Biden mentre l’inviato speciale statunitense per il clima, John Kerry, ha chiesto alle «maggiori economie di agire con decisione nei prossimi dieci anni». «L’Ue sta facendo la sua parte. Tutti devono contribuire», ha dichiarato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. «Mettiamo fine ai combustibili fossili prima che distruggono il pianeta», ha aggiunto il premier britannico Boris Johnson. E il presidente francese, Emmanuel Macron, ha chiesto una risposta «proporzionata all’emergenza». Sulla carta, le premesse sono buone. Ora, però, si tratta di passare dalle dichiarazioni di principio agli impegni al vertice climatico di Glasgow.

Leggi tutto l'articolo di Lucia Capuzzi su Avvenire