domenica 30 settembre 2018

Giornata della Memoria e dell'accoglienza

Il 3 ottobre si celebra la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Istituita dalla legge 45/2016 approvata a metà marzo 2016, la Giornata ha lo scopo di ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.
Una data simbolica, che ricorda il giorno in cui, nel 2013, 368 persone tra bambini, donne e uomini persero la vita in un naufragio a largo di Lampedusa. Dal 3 Ottobre 2013 ad oggi oltre 17.186 migranti e rifugiati sono morti o dispersi nel mar Mediterraneo. Nel 2016 sono state 5.096 le persone che in questo mare hanno perso la vita nel disperato tentativo di trovare salvezza in Europa. Un dato, questo, che fa del 2016 l’anno più letale. Solo nel 2017, risultano morte e disperse nel Mediterraneo 2.655 persone, un costo umano inaccettabile: ogni 50 persone che hanno preso il mare dirette in Europa, una ha perso la vita. Nel 2018, fino ad oggi, sono stimati 1642 morti.
Le persone in fuga da guerre e persecuzioni molto spesso non dispongono di alternative sicure e regolari per raggiungere l’Europa. Solo rendendo disponibili con urgenza tali soluzioni le persone in fuga non saranno costrette a ricorre ai trafficanti rischiando la loro vita. Percorsi concreti comprendono: un aumento delle quote di reinsediamento, l’accesso ai visti per ragioni umanitarie e concessione di visti per motivi di studio e di lavoro per le persone in fuga da guerre e persecuzioni, facilitare i ricongiungimenti familiari e schemi di sponsorizzazioni private.
Con l’istituzione ufficiale della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza si stabilisce una ricorrenza importante in cui promuovere riflessioni e impegni affinché le persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni, possano arrivare in un luogo sicuro senza dover rischiare la vita in viaggi pericolosi.

giovedì 27 settembre 2018

Perseguitati perché cristiani

Agenti in borghese hanno fatto irruzione nelle loro abitazioni mentre stavano festeggiando il Natale.
L'unica colpa di Victor Bet-Tamraz, Amin Afshar-Naderi, Shamiram Issavi e Hadi Asgari è di essere iraniani convertiti alla fede cristiana.
L'accusa ha ottenuto la condanna dei quattro per complessivi 45 anni di carcere: sono accusati di "minacciare la sicurezza nazionale" solo per aver esercitato il loro diritto pacifico alla libertà di religione. Contro questa decisione i quattro hanno fatto ricorso in appello.
I quattro sono accusati di aver organizzato e condotto messe in casa e di aver viaggiato fuori dall’Iran per partecipare a seminari cristiani: prove che hanno fatto scattare il reato di "minaccia alla sicurezza nazionale". Yousef Nadarkhani è in carcere, mentre gli altri tre sono liberi su cauzione. Tutti sono in attesa del verdetto del tribunale d’appello.
In Iran i cristiani sono una delle poche minoranze religiose ad essere riconosciute dalla costituzione. Una protezione che, però, è limitata solo ai cristiani e non a chi si è convertito a questa religione. Solo nell’ultimo anno sono stati presi di mira dozzine di cristiani, per la maggior parte cristiani convertiti. 

domenica 23 settembre 2018

A Corinto


L'antica Corinto aveva due porti e in epoca classica Corinto divenne sede dei giochi istmici che si svolgevano ogni due anni in onore di Poseidone e del Dio Palemone con gare ginniche, di lotta e ippiche.
Tra il 49 e il 50 d.C. Corinto divenne la meta dei viaggi dell'Apostolo Paolo che nel predicare il Vangelo entrò in conflitto con il potere ebraico locale che lo accusò e lo fece arrestare dal proconsole Gallio. Egli predicò, secondo la tradizione, dal punto più alto dell'agorà, la Bema.

Vicino ai resti di Corinto c'è una chiesa con una stele dedicata all'inno alla carità scritto in varie lingue.

giovedì 20 settembre 2018

Appello di Amnesty International

Sapevi che per produrre le batterie per cellulari, tablet, computer e altri dispositivi elettronici che usiamo ogni giorno sono sfruttati nelle miniere del Congo circa 40.000 bambini?
Questi bambini lavorano fino a 12 ore al giorno, spesso rinunciando alla scuola, perché le loro famiglie non possono permettersi di pagare le tasse scolastiche. 
Lavorano a mani nude e sono costretti a trasportare sacchi anche di 20 e 40 kg, spesso più pesanti di loro.

 

martedì 18 settembre 2018

Yom Kippur

Yom Kippur festa ebraica
di Spencer Platt

Lo Yom Kippur, è la festività più importante dell’intero calendario ebraico.
Chiamato anche “il giorno dell’espiazione”, è una celebrazione che incomincia al crepuscolo del decimo giorno del mese ebraico di Tishrì, corrispondente al periodo tra settembre e ottobre del nostro calendario. Ha luogo successivamente al Capodanno ebraico, terminando il giorno successivo quando appaiono le prime stelle in cielo.
Solitamente dura dalle 25 alle 26 ore.

Per tutti gli ebrei è un giorno di sacra importanza, nella quale nessuno lavora e dove si è soliti fare penitenza non bevendo e non mangiando per l’intera durata della Yom Kippur. Solo i bambini sotto tredici anni e le ragazzine sotto i dodici anni sono esentati.