mercoledì 15 settembre 2021

Yom Kippur, una lezione per la collettività

Lo Yom Kippur, è considerato il giorno più sacro e solenne del calendario ebraico. 

I fedeli, nel segno delle misure anti-covid, si sono recati al Kotel (il Muro Occidentale a Gerusalemme) per recitare le Selichot, le poesie penitenziali. Il Presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato che per le strade deserte si “respira un’atmosfera di purezza e perdono”. “Yom Kippur è un giorno di perdono” e “porta con sé una tradizione di riconciliazione e unità”, “gli avversari più duri si perdonano reciprocamente. Offensore e offeso si stringono la mano in segno di pace. L’odio abbassa le sue fiamme e l’amore rompe i confini”. Rivolgendosi a Israele così come a tutto il mondo ebraico, Herzog ricorda che “la capacità di perdonare le offese e perdonare le ingiustizie, oltre ad essere condizione necessaria per un corretto stile di vita tra una persona e il suo prossimo, è una componente essenziale anche nella nostra vita pubblica”.

Il rabbino capo Lau ha poi nuovamente invitato chi non si è ancora vaccinato a farlo. Chi sceglie di non vaccinarsi, ribadisce il rav, “gioca con la propria vita e con quella degli altri. Corrette a vaccinarsi, ogni giorno di ritardo è un giorno perso”. 

Lunedì 6 settembre è stato Rosh haShana, l'inizio del nuovo ano ebraico, il 5782 “Yom Kippur (giorno dell'espiazione) è uno Yom Tov (giorno santo) perché siamo fiduciosi sul fatto che Hashem (il Nome) risponderà alle nostre preghiere e ci benedirà con un buon anno nuovo”. 

Da Moked

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