lunedì 27 febbraio 2017

Inizia la Quaresima

Oggi giravo in bicicletta con un amico per le colline intorno a casa e ho notato che si trovano parecchie croci con i segni della passione. Ho trovato questo sito con un sacco di informazioni interessanti sulle croci che si trovano nella zona di Lucca. Ma lo stesso vale per molti altri luoghi d'Italia e d'Europa (mi venvono in mente in Cruzeiros spagnoli).

I SIMBOLI DELLA PASSIONE

Sono definite "croci della passione" perchè riportano i simboli del martirio di Cristo; di solito hanno un riferimento diretto ai vangeli (magari per logica deduzione), ma alcune figure derivano solo dalla pietà popolare che ne immagina l'uso (è il caso della scala, delle tenaglie, della colonna ecc., data la probabilità del loro utilizzo).
In altri casi derivano da tradizioni successive (il velo della Veronica) o addirittura per la riconoscenza verso i padri passionisti (simboli della congregazione).

sabato 25 febbraio 2017

La battaglia di Hacksaw Ridge


Tratto da una storia vera. 
Desmond Doss è rimasto nella storia come il primo obiettore di coscienza negli USA. 
Desmond viene sbeffeggiato e preso in giro per la sua scelta di rifiuto delle armi, viene messo sotto processo, è assolto, va comunque in battaglia e riesce ad essere salvezza per tanti commilitoni. 
Doss muore nel marzo 2006 a 87 anni, e lascia un ricordo profondo destinato ad allargarsi nella memoria nei cuori degli americani. 
Risulta vincente la scelta di Mel Gibson di dedicare a lui un film, "tutto suo". Che poi non è solo tale. Perché mentre esalta le virtù civili e religiose di Doss, Gibson compone in realtà un affresco aspro e potente sulla crudezza del conflitto bellico, senza tralasciare niente all'immaginazione. Pagine crude e forti che, affrontate con la Bibbia in mano segnalano la precisa volontà del regista di tornare a rappresentare una figura di uomo solo e votato al sacrificio. 
Com'era Braveheart, com'era Apocalypto: insomma una nuova Passione.  

venerdì 10 febbraio 2017

Incontro della Pastorale della Scuola a Schio

Venerdì 17 febbraio 2017 a SS: Trinità: serata di confronto col prof. Milan e col prof. Venturella.



Venerdì 24 febbraio 2017 visione di un film a Magrè con dibattito.

giovedì 9 febbraio 2017

A proposito di Karma

Abbiamo presentato Induismo e Buddhismo nelle terze.
Ho premesso che non basterebbero mesi, anni, una vita per capire veramente queste religioni orientali che dall'800 affascinano artisti e pensatori occidentali.
Ecco che a Sanremo Francesco Gabbani si presenta con "Occidentali's Karma" dopo un'anno in tutte le Radio con "Amen". Un giovane musicista che dribbla tra le parole, lasciando traparire un desiderio di comprendere in profondità il senso delle cose, ironizzando sull'atteggiamento di chi pensa d'aver capito tutto senza provarci, o che tutto si riduca a qualche pratica fisica di rilassamento.
L'ironia può essere uno strumento per smascherare facili certezze fondate sulle mode del momento o sulle abitudini. Un occidente basato su certezze materiali, per il quale l'uomo è una scimmia evoluta che rincorre pratiche consumistiche, di fronte alla vita che ti fa cadere in ginocchio cosa risponde?
Se non l'avete capita, potete sempre apprezzare la coreografia.
Altro tormentone garantito. Namastè Alè...


sabato 4 febbraio 2017

70 anni fa, Madre Moréta


L'8 febbraio 2017 ricorre il 70° anniversario della morte di madre Bakhita, una santa tanto cara a Schio dove la comunità canossiana e quella cittadina si apprestano, dal 5 all’8 febbraio, a ricordare la “Santa Moretta”. Era arrivata a Schio nel 1902 e lì rimase fino alla sua morte, nel 1947. Da allora si è mantenuta e accresciuta quella continuità di devozione che negli anni questa figura aveva aggregato a sé. 70 anni non sono pochi e dopo questo intervallo di tempo la sua memoria è ancora molto viva.

Una presenza in città che parla di incontri con un continente che a quel tempo pareva così sconosciuto e lontano, ma che anche oggi facciamo fatica a riconoscere e capire. 

Bakhita è stata un’immigrata molto prima che si cominciasse a parlare di immigrati e soprattutto ad associare questa categoria di persone ai problemi e alla paura che generano diffidenza e discriminazione. Ma in tempi meno sospetti dei nostri, Madre Bakhita seppe non solo integrarsi e amare il luogo in cui era arrivata, ma anche guadagnarsi un posto nel cuore di chi aveva finito per accogliere ed amare quella “Madre Moréta” che veniva dal Sudan, ma parlava solo il dialetto veneto e si rivolgeva a Dio chiamandolo familiarmente “el paròn”.

Non possiamo non ricordare i migranti che cercano qualche prospettiva di futuro presso di noi, e i tanti nostri missionari che cercano di condividere fede e solidarietà in Africa.
Tra questi ricordo l’esperienza di Don Antonio Doppio e Don Giacomo Bravo, i due sacerdoti diocesani vicentini, morti tragicamente proprio nel Sudan in un incidente nel 2003. Don Antonio era allora arciprete del Duomo di Schio e don Giacomo responsabile dell'Ufficio Missionario Diocesano.
Dopo il loro incidente è nata l'iniziativa Schio-Sudan che ha coinvolto molte persone a vari livelli.

giovedì 2 febbraio 2017

V per Vendetta

Qualche spunto per riflettere



L’abbraccio di pace degli ultimi testimoni

Anna Vescovi, 73 anni, è l’unica figlia di Giulio Vescovi, ucciso a 36 anni nell’eccidio di Schio, nella notte tra il 6 e il 7 luglio del 1945. Valentino Bortoloso, 93 anni, quella notte aveva 22 anni. Il suo nome di battaglia era “Teppa”. Bortoloso era uno dei comandanti partigiani che hanno guidato la rappresaglia nelle carceri di Schio dove erano detenuti esponenti del fascismo, collaborazionisti e numerosi cittadini la cui posizione era in corso di verifica. Furono Bortoloso e compagni a uccidere il padre di Anna Vescovi e altre 53 persone (17 rimasero ferite), su 91 reclusi.

Quella notte aprì una ferita nel cuore della città di Schio, mai più rimarginata. Fino ad oggi. Sì, perché Anna Vescovi e Valentino Bortoloso sono gli ultimi testimoni diretti di quell’avvenimento. E la scorsa settimana hanno siglato, davanti al Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, una dichiarazione congiunta che è come un balsamo per quella lacerazione inflitta dalla storia alla città di Schio. “Consapevoli che è giunto il momento di pacificare le tragiche contraddizioni della stessa Storia di 70 anni orsono – si legge nel testo – in un sacro e umile silenzio, con grande atto di coraggio da entrambe le parti, ci siamo incontrati in un commosso abbraccio di grazia e perdono”.


da "La Voce dei Berici"