domenica 3 ottobre 2021

La pietà contemporanea di Jago

 

Lo scultore italiano JAGO ha svelato dal drappo rosso la sua ultima creazione di marmo il 1 ottobre alla Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma: «Come un figlio si mette al mondo, così un’opera si dà, si restituisce»

Parte del progetto “Una porta verso l’infinito – l’Uomo e l’Assoluto nell’arte”, all’interno del ciclo “Arte e Liturgia”, promosso dal Monsignor Walter Insero, il gruppo scultoreo ricalca l’universale iconografia della Pietà: «L’opera testimonia con forte senso di realtà la sofferenza dilagante del nostro mondo, privilegia l’aspetto umano del dolore nel grumo drammatico dei due corpi inscindibilmente uniti in un tragico destino», afferma la storica dell’arte Maria Teresa Benedetti.

Esso non solo è inteso come trasposizione dell’episodio liturgico, ma come rielaborazione di un momento di raccoglimento e spiritualità, portavoce del valore umano personale e collettivo, quest’ultimo simboleggiato dalla creatura sorretta.

«La foto di un padre che raccoglie la sua creatura da terra: credo che questo sia stato il meccanismo che mi abbia fatto venire in mente che il tema della Pietà potesse essere nuovamente interpretato. Tradurre in pietra quel tipo di momento e sentimento era rilevante, sia per affrontare l’amore paterno che per partecipare ai temi della contemporaneità, anche quelli più terribili come la guerra. Fornire simboli rinnovati è come aggiungere una parola nuova nel vocabolario dell’arte», afferma l'artista nell'intevista di Exibart.

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