I figli adolescenti della vincitrice iraniana del Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi, attualmente in carcere a Evin, in conferenza stampa a Oslo hanno dichiarato di temere di non incontrare mai più la loro madre, anche se hanno affermato di essere orgogliosi della sua lotta a favore dei diritti umani negati in Iran.
Mohammadi, 51 anni, sta scontando diverse condanne nel famigerato carcere Evin di Teheran con l'accusa di diffondere propaganda antigovernativa, per la sua lotta contro la pena di morte, la tortura e l'uso del velo islamico obbligatorio in Iran.
In una lettera fatta uscire di prigione e pubblicata questa settimana dall'emittente svedese SVT, Mohammadi ha affermato che continuerà a lottare per i diritti umani anche se ciò la porterà alla morte. Ma ha detto che le mancavano di più i suoi figli. (da RaiNews)
Anche l'Europa celebra la lotta per la libertà delle donne iraniane e il sacrificio di Jina Mahsa Amini, la giovane ragazza uccisa dal regime e divenuta simbolo del movimento Donna, Vita e Libertà.
E lo fa assegnando loro il premio Sacharov, la massima onorificenza dell'Eurocamera dedicata a chi lotta per i diritti umani.
Un modo per testimoniare che "il mondo ha ascoltato il vostro grido" e
"il Parlamento europeo è con voi", ha detto la presidente Roberta
Metsola annunciando la decisione davanti all'Aula di Strasburgo, che
l'ha accolta con un applauso lungo oltre un minuto. Un modo anche, nelle
parole del presidente francese Emmanuel Macron, di ricordare "con forza
l'impegno dell'Europa a favore della libertà". (da Ansa)
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