Nato come Durante di Alighiero degli Alighieri, universalmente riconosciuto come il "sommo poeta" e padre della lingua italiana, quest'anno viene celebrato nel suo 700° anniversario.
Proprio grazie alle sue “La Divina Commedia” e “Il De Vulgari Eloquentia” la lingua italiana ha potuto svilupparsi ed emanciparsi dalla lingua latina che fino a quel momento era considerata la lingua principe del suolo italiano.
Ha avuto una vita avventurosa, tra impegno letterario e politico (era un Guelfo Bianco) esiliato dalla natia Firenze nel 1304 dopo uno scontro con Papa Bonifacio VIII e “ospite” delle più importanti corti italiane del periodo tra cui la Verona di Cangrande della Scala.
L’esilio durò fino alla morte del sommo poeta avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna, dove Dante era ospite della corte di Guido da Poletta podestà della città ravennate.
Fin dalla metà del XIV secolo Boccaccio iniziò a diffondere in maniera capillare il culto Dantesco.
Vogliamo ricordarlo con una citazione celebre, tratta dal ventiseiesimo canto dell'Inferno:
"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"
Potrebbe essere la sintesi del profondo pensiero di Dante, il quale considerava la ricerca e il conseguimento delle virtù e della conoscenza, cioè del sapere trascendente, la vera ragione dell'esistenza umana.
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