La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914. È sempre stata un’occasione per dimostrare la preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare per loro mentre affrontano molte sfide, e per aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione.
Ogni anno la GMMR viene celebrata l’ultima domenica di settembre; nel 2021, oggi 26 settembre. Il titolo scelto dal Santo Padre per il suo messaggio annuale è Verso un “noi” sempre più grande.
domenica 26 settembre 2021
VERSO UN “NOI” SEMPRE PIÙ GRANDE
sabato 25 settembre 2021
Guida per l'ecologia integrale
venerdì 24 settembre 2021
Marcia Perugia-Assisi 2021: la cura è il nome nuovo della pace
giovedì 23 settembre 2021
PREGHIERA PER LA GIORNATA DEL CREATO 2021
Benedetto sei tu Dio,
Creatore e Padre dell’universo.
Tu hai fatto belle tutte le cose,
segno e impronta della tua bontà.
Hai soffiato sulle acque il tuo alito di vita
e hai fatto dei venti i tuoi messaggeri.
Hai plasmato la terra, informe e deserta,
con i colori dei fiori e con i frutti degli alberi
l’hai resa casa per le tue creature terrestri e alate.
Hai fatto del mare uno scrigno abbondante
di vita e biodiversità, specchio di identità
e ponte di dialogo e accoglienza tra le sponde della terra.
Tutto hai affidato all’uomo e alla donna,
tue amate creature, perché attraverso il lavoro
custodissimo l’immensa opera della creazione.
Quando noi dimentichiamo questa vocazione,
sfiguriamo la natura e le infliggiamo ferite
che si ritorcono contro l’umanità.
Torni, Padre, il tuo Spirito a ridare giovinezza e vitalità
al volto di questa terra solcato da stanchezza
e al nostro cuore indurito dal peccato.
La tua Chiesa, avvolta dallo Spirito di Pentecoste,
sappia accogliere il grido della terra e dei poveri,
affinché, unita alla passione di Cristo,
riceva dal Risorto la gioia generativa della vita nuova
e si offra promotrice di giustizia e di pace per tutti.
Nella cesta della nostra fragilità,
insieme ai frutti della terra e del nostro lavoro,
tuo dono e segno della tua generosità che mai viene meno,
deponiamo il nostro impegno a riconoscerci tutti fratelli e sorelle,
affinché si manifesti il nostro essere figli e figlie nel Figlio Gesù,
in profonda comunione con te, Padre,
benedetto nei secoli.
Amen.
martedì 21 settembre 2021
Strike for future - 24 settembre 2021
SAREMO RICORDATƏ COME COLORO CHE, DI FRONTE AD UN’ENORME CRISI GLOBALE, SI RIMBOCCARONO LE MANICHE PER RISOLVERLA?
Quest’anno, in autunno, si terrà la Cop 26, la conferenza mondiale a cui ogni Stato dovrà portare i propri impegni per la riduzione delle emissioni e per la risoluzione della crisi climatica. È necessario che i paesi del mondo collaborino fra loro, portando i loro obiettivi più ambiziosi. Sarà un momento storico. Anzi, dovrà esserlo, lo dobbiamo rendere possibile attraverso il più grande strumento che tuttə noi abbiamo: l’attivismo.
Su di noi, giovani e adulti del 2021, pesa una responsabilità, ma anche una grande opportunità: cambiare la storia prima che essa cambi noi. Uniamo le energie e la passione in un unico grande momento coordinato in tutto il mondo, prima della Cop 26: venerdì 24 settembre 2021.
Siamo unitə nella nostra lotta per la giustizia climatica, ma dobbiamo riconoscere che non tuttə ne subiamo le stesse conseguenze, né per tipo né per gravità.
La crisi climatica non è una crisi isolata. Tensioni socio-economiche come il razzismo, il sessismo, l’abilismo, le disparità sociali ed economiche, sono tutti fenomeni che amplificano gli impatti della crisi climatica e che, viceversa, saranno amplificati da essa.
I MAPA (Most Affected People and Areas, le persone e le aree più colpite) stanno già vivendo le conseguenze peggiori della crisi climatica senza possibilità di adattamento. Questo a causa di élite privilegiate del Nord globale, che hanno distrutto le terre dei MAPA attraverso il colonialismo, l’imperialismo, le ingiustizie sistemiche e una voracità senza freno, vera causa del riscaldamento globale. Come per la pandemia da Covid-19 e in tutte le grandi crisi della storia, i paesi sovrasfruttati e le persone emarginate vengono sistematicamente abbandonate a loro stesse.
lunedì 20 settembre 2021
Centenario di Paulo Freire
Nato a Recife il 19 settembre 1921 a Recife, Paolo Freire fu uno dei più grandi pedagoghi del nostro tempo. Il suo messaggio può essere sintetizzato in questa frase:
"Nessuno educa nessuno,
nessuno si
educa da solo,
gli uomini si educano insieme,
con la mediazione del
mondo".
La dittatura militare del Brasile nel '64 bloccò la straordinaria rivoluzione culturale di Paulo Freire. Questo scrittore che pubblicò 25 libri sull'educazione e 6.000 articoli, aveva elaborato un metodo di alfabetizzazione che in sole 40 ore insegnava agli adulti non solo a leggere e scrivere, ma soprattutto a capire un po' meglio il mondo nel quale vivevano. Scelto dal governo Goulart come responsabile del Plano Nacional de Alfabetizaçâo, prometteva di alfabetizzare in dodici mesi 6 milioni di brasiliani (che quindi sarebbero stati in grado di votare l'anno seguente). Se si pensa che nel '63 gli elettori erano meno di 12 milioni, si capisce quale importanza politica avesse tale programma. Con l'appoggio del governo, delle correnti politiche di sinistra e della Chiesa, Freire iniziò la formazione di 20.000 circoli culturali, che avrebbero reso possibile il piano. Questa pagina di storia però non venne mai scritta, perchè il "golpe militar" cancellò il piano e incarcerò il "pericoloso" pedagogo, che in seguito preferì la via dell'esilio in Cile. Durante i primi quattro anni come membro del governo, scrisse "La pedagogia degli oppressi" e "L'educazione come pratica della libertà" (pubblicati in Italia da Arnoldo Mondadori), che costituiscono la riflessione teorica sul tema dell'alfabetizzazione. Se le sue idee fossero state applicate in Brasile, certamente una regione come il Paraiba non avrebbe registrato, 30 anni più tardi, la vergognosa quota del 46,85% di analfabetismo tra i suoi abitanti.
Ma che cosa c'era
di così rivoluzionario nel metodo educativo di questo pedagogo?
Partendo dalla premessa che l'uomo non è un essere astratto, ma radicato
nel tempo e nello spazio, Freire analizza le varie relazioni che
intercorrono tra queste tre componenti a partire dall'esperienza di ogni
giorno. Da tale "osservatorio" anche le persone più semplici sono in
grado di fare una lettura della realtà, scoprendo gli inganni di cui
sono vittime e iniziando così un processo di liberazione. A questo tipo
di educazione Freire contrappone quella che definisce "educazione bancaria", secondo la quale le persone si dividono tra coloro che sanno
e coloro che non sanno.
Ai primi spetta comunicare agli altri il frutto
del loro sapere, trasmettere loro la sicurezza che credono di possedere,
insieme alle norme di comportamento.
Ai secondi si richiede l'umiltà di
imparare, obbedire ed eseguire quanto viene loro detto. Tale visione,
secondo Freire, adottata da ogni tipo di dominatore, lascia il mondo
esattamente come lo trova, perchè riduce l'uomo a un mero esecutore di
ordini.
Lui invece propone la "pedagogia degli oppressi", che partendo
dalla consapevolezza che l'azione di educare è indissolubilmente legata
a quella dell'imparare, si propone non tanto di conoscere, quanto di
trasformare la realtà. In questa nuova visione, il maestro insegna e
impara e l'alunno impara e insegna, e se entrambi hanno mantenuto la
principale caratteristica dell'uomo, cioè la capacità di stupirsi di
fronte alle meraviglie della natura e della storia, saranno in grado non
solo di interpretare gli avvenimenti, ma anche di produrre dei
cambiamenti significativi nella storia. Solo in questo modo, secondo
Freire, l'uomo realizza la propria vocazione di trasformare il mondo.
Convinto che ogni forma di dominazione fa male non solo all'oppresso ma
anche all'oppressore, esemplifica dicendo che se lui volesse imporre
alla moglie le proprie opinioni instaurerebbe un rapporto d'amore
patologico, assumendo lui il ruolo del sadico e lei quello della
masochista. L'immagine qui riprodotta si trova nel best-seller di Freire,
tradotto in 35 lingue: "La pedagogia degli oppressi". Il successo di
questo brasiliano all'estero e l'attualità del suo messaggio, non
derivano dal fatto che abbia esportato un metodo di alfabetizzazione più
facile e rapido dei tanti già esistenti, quanto che abbia reso capace
una nuova generazione di esercitare pienamente i propri diritti sociali
e civili, modificando la società e dando un senso alla propria
esistenza.
domenica 19 settembre 2021
Gli psicologi stanno imparando ciò che la religione sa da anni
Wired pubblica un articolo sul libro "Come funziona Dio: La scienza dietro i benefici della religione" di David DeSteno.
Spesso ci si è posti la domanda se le pratiche religiose abbiano un valore riconoscibile dal punto di vista scientifico. Per esempio la scienza ha dimostrato che la pratica religiosa può influire sullo stato di salute, facendo ammalare meno e guarire prima: fra i primi studiosi ad averne parlato c’è l’americano Herbert Benson, cardiologo dell’Università di Harvard, negli anni Settanta del secolo scorso.
David DeSteno, professore di psicologia alla Northeastern University, ammette che, nonostante sia cresciuto cattolico, non ha prestato molta attenzione alla religione. Come molti scienziati, ha pensato che il pensiero religioso fosse costruito su opinioni, congetture o speranze, e quindi fosse irrilevante per il suo lavoro.
Da 20 anni sta conducendo un laboratorio focalizzato sulla ricerca di modi per migliorare la condizione umana, utilizzando gli strumenti della scienza per individuare tecniche che possono aiutare le persone ad affrontare le sfide che la vita pone loro. Qui si è reso conto che molto di ciò che psicologi e neuroscienziati stanno scoprendo su come supportare le convinzioni, i sentimenti e i comportamenti delle persone - come sostenerli quando sono in lutto, come aiutarli a essere più etici, come consentire loro di trovare connessione e felicità - fa eco a idee e tecniche che le religioni hanno usato per migliaia di anni.
Il laboratorio ha scoperto, ad esempio, che far praticare alle persone la meditazione buddista per un breve periodo le rende più gentili. Dopo sole otto settimane di studio con un lama buddista, il 50 percento a cui è stato chiesto di meditare quotidianamente ha aiutato spontaneamente uno sconosciuto nel dolore. Solo il 16% di coloro che non hanno meditato ha fatto lo stesso. La compassione non era limitata agli estranei, però, si applicava anche ai nemici. Un altro studio ha mostrato che dopo tre settimane di meditazione, la maggior parte delle persone si è astenuta dal cercare vendetta su qualcuno che li ha insultati, a differenza della maggior parte di coloro che non hanno meditato.
Altro ambito: la gratitudine, per esempio, è un elemento chiave di molte pratiche religiose. I cristiani spesso ringraziano prima di un pasto; gli ebrei rendono grazie a Dio con la preghiera Modeh Ani ogni giorno al risveglio. L'atto di ringraziare, anche in un contesto laico, rende le persone più virtuose. In uno studio in cui le persone potrebbero ottenere più soldi mentendo sui risultati di un lancio di una moneta, la maggioranza (53 percento) ha imbrogliato. Ma quella cifra è diminuita drasticamente per le persone a cui abbiamo chiesto per la prima volta di recitare le loro benedizioni. Di questi, solo il 27% ha scelto di mentire. Quando provano gratitudine verso qualcuno, per il destino o per Dio, le persone diventano più disponibili, più generose e anche più pazienti.
Anche azioni molto sottili, come muoversi insieme in modo coordinato, possono esercitare un effetto significativo sulla mente. Vediamo la sincronia in quasi tutte le religioni del mondo: buddisti e indù spesso cantano insieme in preghiera; Cristiani e musulmani regolarmente si inginocchiano e stanno in piedi all'unisono durante il culto; gli ebrei spesso ondeggiano, oscillano, quando recitano insieme le preghiere. Queste azioni celano uno scopo profondo: creare connessione. In un esperimento si è notato che coloro che riescono a muoversi all'unisono, hanno riferito di provare più connessione e compassione per il loro partner che erano in difficoltà, il 50 percento di loro ha deciso di dare una mano al partner.
Gli effetti combinati di elementi semplici come questi, quelli che cambiano il modo in cui ci sentiamo, ciò in cui crediamo e da chi possiamo dipendere, si accumulano nel tempo. E quando sono incorporati nelle pratiche religiose, la ricerca ha dimostrato che possono avere proprietà protettive. La partecipazione regolare alle pratiche religiose riduce l'ansia e la depressione, aumenta la salute fisica e riduce persino il rischio di morte prematura. Questi benefici non derivano semplicemente dal contatto sociale generale. C'è qualcosa di specifico nelle pratiche spirituali stesse.
La sorpresa provata quando il team di psicologi ha visto le prove dei benefici della religione ha smascherato una tendenza comune tra gli scienziati: ritenere che la religione sia superstizione e, quindi, incapace di offrire benefici pratici. Ci sono aspetti scientifici estranei all'approccio religioso, come la natura dell'universo o l'origine biologica della malattia. Ma quando si tratta di trovare modi per aiutare le persone ad affrontare questioni riguardanti nascita e morte, moralità e significato, dolore e perdita, sarebbe strano se migliaia di anni di pensiero religioso non avessero qualcosa da offrire.
sabato 18 settembre 2021
Una pianta che non ha mai fatto male a nessuno?
professore emerito di neurochirurgia e neurologia dell'Università di Zurigo
Sole 24 ore, 19 febbraio 2019
giovedì 16 settembre 2021
Fiaccolata e raccolta fondi dopo l'ennesimo femminicidio
E' giusto indignarsi, giusto manifestare, parlare e riflettere su un tema che non smette purtroppo di occupare le pagine della cronaca, stavolta anche nel Vicentino, e due volte nella stessa settimana.
Storie di ragazze, donne, mamme, la cui vita viene interrotta violentemente a causa di una cieca aggressione. E' importante che ciascuno si guardi dentro e colga l'opportunità di liberarsi dalla rabbia che porta a gesti distruttivi e autodistruttivi.
Il Centro di ascolto uomini maltrattanti (CAM) è una Associazione Onlus che nasce a Firenze il 17 novembre 2009. Si sviluppa come progetto sperimentale Cesvot Innovazione nel Gennaio 2009, promosso dall'Associazione Artemisia e con la collaborazione della Asl 10 di Firenze.
È un luogo ed un riferimento per quegli uomini che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento ed assumersi la responsabilità del loro comportamento di maltrattamento fisico e/o psicologico, economico sessuale, di stalking. -> Test sui comportamenti controllanti
I centri antiviolenza sono luoghi in cui si offre consulenza accogliendo le donne che hanno subito violenza. Alla base del lavoro dei Centri c’è una profonda conoscenza delle cause della violenza e delle conseguenze che ha sulle vittime. La violenza alle donne deve essere considerata e analizzata tenendo conto del contesto storico, sociale e politico delle relazioni di genere.
I Centri Antiviolenza costituiscono la risposta più coordinata e organizzata al fenomeno della violenza contro le donne in Italia, delle quali ne rappresentano diritti e interessi.
Diciamo insieme NO alla violenza!
mercoledì 15 settembre 2021
Yom Kippur, una lezione per la collettività
Lo Yom Kippur, è considerato il giorno più sacro e solenne del calendario ebraico.
I fedeli, nel segno delle misure anti-covid, si sono recati al Kotel (il Muro Occidentale a Gerusalemme) per recitare le Selichot, le poesie penitenziali. Il Presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato che per le strade deserte si “respira un’atmosfera di purezza e perdono”. “Yom Kippur è un giorno di perdono” e “porta con sé una tradizione di riconciliazione e unità”, “gli avversari più duri si perdonano reciprocamente. Offensore e offeso si stringono la mano in segno di pace. L’odio abbassa le sue fiamme e l’amore rompe i confini”. Rivolgendosi a Israele così come a tutto il mondo ebraico, Herzog ricorda che “la capacità di perdonare le offese e perdonare le ingiustizie, oltre ad essere condizione necessaria per un corretto stile di vita tra una persona e il suo prossimo, è una componente essenziale anche nella nostra vita pubblica”.
Il rabbino capo Lau ha poi nuovamente invitato chi non si è ancora vaccinato a farlo. Chi sceglie di non vaccinarsi, ribadisce il rav, “gioca con la propria vita e con quella degli altri. Corrette a vaccinarsi, ogni giorno di ritardo è un giorno perso”.
Lunedì 6 settembre è stato Rosh haShana, l'inizio del nuovo ano ebraico, il 5782 “Yom Kippur (giorno dell'espiazione) è uno Yom Tov (giorno santo) perché siamo fiduciosi sul fatto che Hashem (il Nome) risponderà alle nostre preghiere e ci benedirà con un buon anno nuovo”.
Da Moked
martedì 14 settembre 2021
La caccia tradizionale alle isole Faroe
Alle isole Faroe sono stati uccisi 1.428 delfini durante la tradizionale caccia alle balene che si svolge da secoli nel paese. Le immagini che mostrano i cadaveri dei mammiferi sulla sulla battigia di Skalabotnur a Eysturoy e il mare color rosso sangue sono state pubblicate da Sea Shepherd, che conduce una campagna per fermare la tradizionale caccia faroese Grind dagli anni Ottanta. La grindadráp è una caccia tradizionale dei piccoli cetacei praticata nelle isole Faroer dall’arrivo dei vichinghi e consiste nel trascinare i cetacei a riva e poi macellarli con arpioni, coltelli e in qualche caso anche trapani. Ogni anno, riporta la Bbc, si sgozzano circa 600 balene e 35-40 delfini. Quella di quest’anno però ha avuto numeri senza precedenti. «È stato un grande errore», ha ammesso il presidente dell’associazione dei balenieri delle isole, Olavur Sjurdarberg. Secondo i media locali, la popolazione ha avuto una reazione «di smarrimento e shock a causa del numero straordinariamente grande» di delfini uccisi. Ma un sondaggio effettuato dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è favorevole a quella delle balene. Uccidere i delfini è «legale ma non è popolare», ha detto alla Bbc Sjurdur Skaale, deputato danese delle Isole Faroe. Lunedì Skaale ha visitato la spiaggia di Skalabotnur per parlare con i nativi: «La gente era furiosa», ha detto. Ma il deputato ha difeso la tradizione della caccia, che ha definito “umana” se eseguita nel modo giusto. Ovvero utilizzando una lancia appositamente progettata per tagliare il midollo spinale della balena o del delfino prima del collo. Con questo metodo ci vuole «meno di un secondo» per uccidere una balena o un delfino.
Da Open
14 settembre 1321: 700 anni fa moriva Dante Alighieri
Nato come Durante di Alighiero degli Alighieri, universalmente riconosciuto come il "sommo poeta" e padre della lingua italiana, quest'anno viene celebrato nel suo 700° anniversario.
Proprio grazie alle sue “La Divina Commedia” e “Il De Vulgari Eloquentia” la lingua italiana ha potuto svilupparsi ed emanciparsi dalla lingua latina che fino a quel momento era considerata la lingua principe del suolo italiano.
Ha avuto una vita avventurosa, tra impegno letterario e politico (era un Guelfo Bianco) esiliato dalla natia Firenze nel 1304 dopo uno scontro con Papa Bonifacio VIII e “ospite” delle più importanti corti italiane del periodo tra cui la Verona di Cangrande della Scala.
L’esilio durò fino alla morte del sommo poeta avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna, dove Dante era ospite della corte di Guido da Poletta podestà della città ravennate.
Fin dalla metà del XIV secolo Boccaccio iniziò a diffondere in maniera capillare il culto Dantesco.
Vogliamo ricordarlo con una citazione celebre, tratta dal ventiseiesimo canto dell'Inferno:
"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"
Potrebbe essere la sintesi del profondo pensiero di Dante, il quale considerava la ricerca e il conseguimento delle virtù e della conoscenza, cioè del sapere trascendente, la vera ragione dell'esistenza umana.
mercoledì 8 settembre 2021
La Rai per l'Afghanistan: due film da Oscar per ragazzi e studenti
In segno di vicinanza alle ragazze e ai ragazzi afghani e per fornire al pubblico più giovane una chiave di lettura degli avvenimenti di queste settimane, Rai Ragazzi avvierà una programmazione speciale su Rai Gulp (canale 42 del digitale terrestre).
Il successivo sabato 25 settembre, sulla stessa rete e alla stessa ora, andrà in onda il film vincitore dell’Oscar 2020 nella categoria documentari: “Learning to skateboard in a war zone (if you are a girl)”. “Imparare lo skateboard in una zona di guerra (se sei una ragazza)” mostra la quotidianità delle ragazze afghane nel 2019, in famiglia e in società, impegnate nella difficile lotta per i propri diritti e contro la violenza di genere. In una scuola di Kabul, le ragazze, oltre a leggere e scrivere, imparano a lanciarsi e fare evoluzioni con gli skate.