Dopo due anni di pandemia, l’Italia ebraica torna a riunirsi per commemorare insieme e di persona Yom HaShoah, il giorno del calendario ebraico in cui si ricordano le vittime della persecuzione nazifascista. Nelle sinagoghe delle diverse Comunità risuonano i nomi di chi è stato deportato nei lager e non è più tornato.
Nel Tempio maggiore di Milano, ad accompagnare la lettura da parte dei giovani della scuola ebraica della lunga e dolorosa lista sono state accese sei candele in ricordo dei sei milioni di ebrei uccisi nella Shoah. Chiamate ad accenderle, come negli anni passati, le Testimoni Liliana Segre e Miriam Linker. “Se guardo alle notizie attuali, non posso che dirmi preoccupata per l’aumento dell’antisemitismo”, ha sottolineato a margine della cerimonia la senatrice a vita a Pagine Ebraiche. Una preoccupazione condivisa dal rabbino capo rav Alfonso Arbib e dal presidente della Comunità ebraica milanese Walker Meghnagi, intervenuti nel corso della cerimonia curata dall’Associazione Figli della Shoah. “Dobbiamo ricordare che la Shoah non nasce dal nulla. C’è un prima e un dopo. Il prima è rappresentato da una lunghissima storia di antisemitismo e antigiudaismo: senza quello è difficile immaginare la Shoah”.
Leggi da Moked
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