Il Ramadan iniziato il 2 aprile, la settimana santa il 15 aprile, la Pasqua cattolica e protestante celebrate il 17 aprile e, infine, la Pasqua ortodossa il 24 aprile. Questo rende la Città Vecchia di Gerusalemme una destinazione per migliaia di fedeli delle tre religioni monoteiste.
Tanti motivi per tenere alto l'obiettivo della pace, che invece sembra svanire dietro gli egoismi di parte.
Per questo tenere lo sguardo al crocefisso e ai tanti crocefissi della storia è più che mai urgente, come ci invita a fare papa Francesco nella via Crucis di oggi.
Nel corso del Venerdì santo non viene celebrata l'eucaristia e le campane delle chiese tacciono in segno di lutto. Ogni parrocchia organizza una via crucis, cioè una commemorazione del percorso compiuto da Cristo sulla via del Golgota. Dopo due anni di restrizioni, dovute alla pandemia di Coronavirus, quest'anno sarà possibile tornare alla tradizione, pur con alcune limitazioni e cautele.
La via crucis è composta da "stazioni", cioè soste
devozionali che ricordano specifici momenti del cammino di Gesù verso il
luogo della sua crocifissione. Quando si diffuse questa tradizione, nel
corso del secolo XII, non avevano un numero definito e uguale per
tutti. Solamente nel 1731 l'autorità ecclesiastica uniformò tipologia e numero delle stazioni.
In questo momento ne furono incluse anche di dedicate a momenti non
presenti nei Vangeli, ma accolti dalla prassi popolare.
Papa Francesco lascerà piazza San Pietro e presiederà l'evento in mondovisione dal Colosseo. La sua via crucis vedrà come protagonisti coppie giovani e anziane, famiglie segnate dalla sofferenza delle malattia o impegnate nella missione. Ha suscitato molte polemiche aver scelto due operatrici sanitarie, una di nazionalità russa e l'altra ucraina, per portare la croce. In un mondo polarizzato che sembra aver bisogno di estremizzare lo scontro, si fa fatica a capire come la guerra sia l'annientamento dell'umano e come sia urgente smascherare la follia del conflitto che mette i fratelli uno contro l'altro.
"Riconosciamo
il tuo corpo martoriato in tanti nostri fratelli e sorelle,
la violenza che hai subito in chi è perseguitato,
il tuo abbandono nello strazio di chi viene ucciso.
Tu, che hai voluto vivere in una famiglia,
guarda con benevolenza le nostre famiglie:
esaudisci le preghiere,
ascolta i lamenti,
benedici i propositi,
accompagna il cammino,
sostieni le incertezze,
consola gli affetti feriti,
infondi il coraggio di amare,
concedi la grazia del perdono,
rendile aperte ai bisogni degli altri".
Nessun commento:
Posta un commento