Abbiamo smarrito la via della pace.
Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali.
Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina.
Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace.
L’atteggiamento o l’atto di consacrazione a Maria risale almeno all’VIII secolo con Giovanni Damasceno, al quale dobbiamo la prima formula di consacrazione a Maria, espressa con il verbo anatíthemi (= dedico, consacro, offro nel culto).
In tutto il Medioevo era una gara di Città e Comuni che "si offrivano" alla Vergine, spesso presentandole le chiavi della Città in suggestive cerimonie. Nel sec. XVII poi iniziarono le grandi consacrazioni nazionali: la Francia nel 1638, il Portogallo nel 1644, l’Austria nel 1647, la Polonia nel 1656… La solenne consacrazione dell’Italia avvenne più tardi, nel 1959, “anche perché non aveva ancora raggiunto l’unità al tempo delle consacrazioni nazionali”.
La Madonna, nell’apparizione del 13 luglio 1917 a Fatima, aveva chiesto la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. Dopo Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II anche Francesco ha deciso di consacrare al Cuore Immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina ora separate e in guerra tra loro.
Da Avvenire
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