“A Jaranwala più di 900 famiglie cristiane sono in fuga e si nascondono nei campi con donne, anziani e bambini per salvarsi la vita. Queste persone sono in preda al terrore e hanno bisogno di soccorso e protezione immediata”.
Parla dalla città sconvolta dalle violenze contro i cristiani per le false accuse di blasfemia p. Abid Tanvir, vicario generale della diocesi di Faisalabad: 21 le chiese assaltate di cui 3 appartenenti alla comunità cattolica. Accompagnate dalla sensazione chiara che i 150 arresti degli estremisti e l’applicazione dell’articolo 144 che vieta ogni raduno - disposti dalle autorità pachistane in seguito ai disordini - siano arrivati dopo colpevoli negligenze che avrebbero potuto evitare un bilancio così pesante.
“Questo incidente appare chiaramente come un'enorme cospirazione contro la comunità cristiana - commenta p. Tanvir -. Serve un’indagine vera perché sia fatta giustizia. I musulmani accusano due cristiani di aver profanato il Corano e di aver scritto una nota blasfema. Entrambi sono analfabeti, lavorano come spazzini e operai: come possono aver scritto un biglietto del genere? E sarebbero così sciocchi da incollare la loro foto con quel biglietto? Questo non è possibile, sono solo vendette personali”.
Ora però a Jaranwala tutta la comunità cristiana deve fare i conti con le conseguenze. “Le nostre suore e i nostri sacerdoti presenti sul posto ci informano continuamente di queste persone che ora si trovano accampati senza cibo e acqua - continua il vicario generale della diocesi di Faisalabad -. È allarmante che persone innocenti debbano vivere una vita così miserabile a causa di un crimine che non hanno mai commesso”.
Da Asianwes
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