All’inizio di Ramadan, il mese più sacro per i musulmani, la polizia ha deciso di innalzare delle barriere attorno alla piazzetta a gradoni davanti alla porta di Damasco. È un luogo dove i giovani palestinesi si ritrovano alla fine del digiuno quotidiano.
Una mossa che sarebbe dovuta servire a evitare assembramenti che ha suscitato proteste contro le barricate: la prima fiammella dell’incendio che sta divampando dall’area della Spianata delle Moschee dove gli agenti antisommossa hanno fatto irruzione nei giorni scorsi arrestando i dimostranti, sequestrando pietre e bastoni. Gli arabi si sono scontrati anche con i militanti di estrema destra che hanno marciato per le strade dopo che su TikTok sono circolati i video di assalti contro passanti ebrei.
Il premier Benjamin Netanyahu ha ordinato alla polizia di rimuovere le transenne davanti alle mura della Città Vecchia e di cercare di ridurre le tensioni. Proprio lunedì 10 maggio è stato il Giorno di Gerusalemme, celebrato dai nazionalisti israeliani, e il corteo degli oltranzisti è stato deviato per evitare i punti di attrito con i palestinesi. La Corte Suprema ha anche rinviato la decisione sul possibile sfratto di una ventina di famiglie arabe che vivono nelle zone di Sheikh Jarrah e Silwan (qui ci sono state altre proteste) dopo che alcune organizzazioni di coloni hanno ottenuto dai giudici la conferma del diritto di proprietà sugli edifici: appartenevano a ebrei prima della nascita dello Stato d’Israele nel 1948, i palestinesi ci abitano da almeno sessant’anni.
I disordini e gli arresti sono comunque continuati, 300 i palestinesi feriti solo lunedì. Hamas sembra voler cavalcare la rabbia palestinese e si erge a protettore della Spianata, il terzo luogo più sacro per l’Islam, venerato anche dagli ebrei perché vi sorgevano il primo e il secondo Tempio e proclama che la Terza Intifada è vicina.
Tra le pietre contese della Città Vecchia le più contese sono quelle della Spianata delle Moschee/Monte del Tempio. La Sura 17 del Corano racconta della notte in cui Maometto fuggì sulla bestia mitologica chiamata Buraq alla «moschea più lontana» dove guidò in preghiera un gruppo di profeti prima di ascendere in cielo. Nella tradizione ebraica quella roccia è il punto d’incontro tra il Cielo e la Terra, è la rupe a cui Abramo ha legato Isacco, è il basamento del Primo e del Secondo Tempio, che venne distrutto dai romani nel 70.
Una guerra per i luoghi sacri? Una mancanza di capacità di coabitare senza frustrare i sentimenti dei propri coinquilini? Siamo tutti nella stessa barca e dall'infelicità di alcuni non nasce mai una pace duratura per altri.
Adattamento di un articolo di Davide Frattini su Il Corriere
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