“Da quel Collegio sono usciti
personaggi importanti che hanno contribuito al progresso della scienza e
alla crescita della società – sottolinea ancora Francesco - favorendo
un dialogo costruttivo tra fede e ragione. I valori del Vangelo, che
hanno animato la cultura di generazioni e generazioni di italiani,
possano ancora oggi illuminare le coscienze, le famiglie, le comunità,
perché in ogni campo si operi nel rispetto dei valori morali e per il
bene dell’uomo”.
Per il Papa “la scuola come tale è un bene di tutti e deve restare una fucina nella quale ci si educa all’inclusione, al rispetto delle diversità, alla collaborazione. È un laboratorio che anticipa ciò che dovrebbe essere nel futuro la collettività. E in questo gioca un ruolo importante l’esperienza religiosa, nella quale entra tutto ciò che è autenticamente umano”. Il rispetto delle diversità per collaborare, per favore non abbiate paura delle diversità, queste arricchiscono il paese, ci fanno guardare avanti", dice a braccio il Papa.
Il Papa esorta inoltre gli studenti ad ascoltare la voce della loro coscienza, “per non diventare un pezzo di carta che va al vento da una parte all’altra”. E, soprattutto, a “non aver paura del silenzio”: “solo nel silenzio interiore si può cogliere la voce della coscienza e distinguerla dalle voci dell’egoismo e dell’edonismo”. Francesco invita poi i giovani a liberarsi della dipendenza del telefonino e da tante altre dipendenze. Il telefonino, spiega il Pontefice, è per la comunicazione. Non deve diventare una droga altrimenti riduce la comunicazione in semplici contatti. La vita, ricorda il Papa, “non è per contattarsi” ma per comunicare.
«Il telefonino è un grande aiuto, è un grande progresso; va usato, è bello che tutti sappiano usarlo. Ma quando tu diventerai schiavo del telefonino, perderai la tua libertà. Il telefonino è per comunicarsi, per la comunicazione: è tanto bello comunicare tra noi. Ma state attenti, che c’è il pericolo che questa droga, quando il telefonino è droga, il pericolo è di ridurre la comunicazione in semplici contatti: La vita non è per contattarsi: è per comunicare. E’ per comunicare».
Per il Papa “la scuola come tale è un bene di tutti e deve restare una fucina nella quale ci si educa all’inclusione, al rispetto delle diversità, alla collaborazione. È un laboratorio che anticipa ciò che dovrebbe essere nel futuro la collettività. E in questo gioca un ruolo importante l’esperienza religiosa, nella quale entra tutto ciò che è autenticamente umano”. Il rispetto delle diversità per collaborare, per favore non abbiate paura delle diversità, queste arricchiscono il paese, ci fanno guardare avanti", dice a braccio il Papa.
Il Papa esorta inoltre gli studenti ad ascoltare la voce della loro coscienza, “per non diventare un pezzo di carta che va al vento da una parte all’altra”. E, soprattutto, a “non aver paura del silenzio”: “solo nel silenzio interiore si può cogliere la voce della coscienza e distinguerla dalle voci dell’egoismo e dell’edonismo”. Francesco invita poi i giovani a liberarsi della dipendenza del telefonino e da tante altre dipendenze. Il telefonino, spiega il Pontefice, è per la comunicazione. Non deve diventare una droga altrimenti riduce la comunicazione in semplici contatti. La vita, ricorda il Papa, “non è per contattarsi” ma per comunicare.
«Il telefonino è un grande aiuto, è un grande progresso; va usato, è bello che tutti sappiano usarlo. Ma quando tu diventerai schiavo del telefonino, perderai la tua libertà. Il telefonino è per comunicarsi, per la comunicazione: è tanto bello comunicare tra noi. Ma state attenti, che c’è il pericolo che questa droga, quando il telefonino è droga, il pericolo è di ridurre la comunicazione in semplici contatti: La vita non è per contattarsi: è per comunicare. E’ per comunicare».
Da Avvenire
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