venerdì 15 marzo 2019

Fridays for future

Da sempre, le tre religioni monoteiste dominanti il quadro mediterraneo hanno promosso e proposto dei precetti che andassero a valorizzare e rispettare l’ambiente, in quanto naturale frutto della volontà divina.

Cristianesimo, Ebraismo ed Islam portano scritti nei corrispettivi testi sacri, delle vere e proprie leggi (sacre o divine, che si voglia intendere) a favore della tutela ambientale. La costituzione, quindi, di un ordine di convivenza superiore tra le comunità dei fedeli e le proprie terre natie.

Ma partiamo dal Principio.
Prendendo in considerazione le tre religioni maggiori, esse sono accomunate da un punto di partenza che ha luogo in un giardino naturale. Tutte e tre contemplano ed accettano l’esistenza di un giardino dell’Eden in cui la natura era incontaminata, pura e, soprattutto, sacra. Pertanto, gli autori dei testi sacri dimostrano di aver avuto, rispetto a noi, una coscienza dell’ambiente ben superiore a quella che noi oggi pratichiamo.

Partendo dall’Ebraismo, la più antica delle tre, possiamo leggere ed apprendere tutte una serie di normative di tipo pratico che andavano a tutelare le normative ambientali ed urbanistiche di un insediamento. Quella che salta subito all’occhio è la normativa urbanistica che si occupava della costruzione di strutture addette alla produzione di determinati prodotti al di fuori dei centri abitati, di modo che non venisse intaccata la salute degli abitanti al contatto con reagenti o altre sostanze aeree che tali strutture avrebbero potuto produrre. Concerie e tintorie dovevano essere edificate al di fuori dei centri urbani, come anche le stalle, mostrando, quindi, anche una concezione dell’igiene che i centri abitati dei secoli successivi (dal Medioevo sino ai primi decenni del secolo XX) ignoreranno e gradualmente cominceranno ad adottare nei propri piano urbanistico-sanitari. Altro punto interessante è il lato culinario della religione ebraica. La Cucina Kasher, che attualmente ha destato grande interesse sul piano internazionale, si compone di una serie di regole ben precise e ben chiarite riguardo alla macellazione degli animali (assicurando che possa avvenire in modo da poter arrecare quanta minor sofferenza all’animale stesso) e riguardo anche alla pulizie delle raccolte delle semine (emblematica la norma riguardante l’attenta e scrupolosa pulizia degli ortaggi, assicurandosi che non vi siano parassiti di alcun tipo, prevedendo l’immediato scarto nel caso essi siano persistenti o ben annidati).

Dal canto suo, il Cristianesimo, che condivide l’intero Antico Testamento con la religione ebraica, segue le medesime norme (o dovrebbe seguirle), perdendo, però, l’intero impianto sul rapporto uomo-natura nel Nuovo Testamento. Gli unici reali riferimenti che si possono trovare in merito a tale materia sono alcuni frammenti dalle Vite dei Santi, con l’esempio di San Francesco in prima fila rispetto a tutto, con la sua concezione totalizzante dell’opera del Creatore che si estende ad ogni essere vivente ed esistente su questa terra, dal più insignificante e minuscolo al più mastodontico.

Ma tra tutte e tre le religioni monoteiste del Mediterraneo, una soltanto, per quanto sia radicalizzata nell’istituzione statale rispetto alle altre due, è quella che riesce ad applicare al meglio queste norme ambientale: l’Islam. Il Corano prevede che all’interno delle città vi sia sempre un luogo addetto all’assoluta ed inviolabile tutela dell’ambiente in esso creato e sviluppatosi, con un Imam incaricato della sua cura. Nessun corso d’acqua deve essere in alcun modo deviato, così da consentire alla fauna autoctona di potersi abbeverare senza alcun problema, senza intaccare l’ecosistema in maniera irreversibile. Addirittura, per la città santa della Mecca è stato attuato un piano ambientale che la renda, entro il 2017, la prima città eco-sostenibile al mondo. Tale piano non è soltanto frutto di un insieme di iniziative edili o urbanistiche, bensì si tratta di un piano capillare e ben stratificato che parte direttamente dalla partecipazione di tutti i fedeli e di tutti gli abitanti della città. I pellegrini vengono istruiti ad essere ecologisti, non soltanto dei semplici credenti.

Che magari questa nuova conoscenza di una cultura considerata molto controversa possa anche aprire un nuovo orizzonte che apra il mondo musulmano al resto del globo, in un piano di rispetto e tutela ben avviato e di reale applicazione? Questa è una speranza da accreditare e su cui poter anche investire, fintanto che rimaniamo tutti figli dello stesso pianeta.

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