lunedì 15 dicembre 2025

Dolore per la strage di Hannukah in Australia

Durante la celebrazione di Hannukah in una comunità ebraica australiana, la gioia si è trasformata in tragedia. Un padre e figlio hanno aperto il fuoco contro i presenti, togliendo la vita a due rabbini, a un sopravvissuto alla Shoah, a una bambina e ad altri lì riuniti con le loro famiglie.
In un istante, un momento di festa e di luce si è fatto buio e silenzio, lasciando una ferita profonda non solo nella comunità colpita, ma nell’intera coscienza umana.

Sparare a caso in una celebrazione religiosa significa colpire il cuore stesso della convivenza. È un gesto abominevole, che nega il valore della vita e profana il senso del sacro. Ogni fede, ogni rito, ogni assemblea di preghiera dovrebbe poter esistere nella pace e nella fiducia reciproca, senza il terrore di una violenza cieca e insensata.

Gli episodi di odio e di antisemitismo che attraversano il mondo, dall’Europa fino all’Australia, rappresentano una sconfitta per tutti. Non è solo la comunità ebraica a soffrire: è l’umanità intera che arretra, che si smarrisce lungo la via del dialogo e della solidarietà. Ogni volta che il fanatismo si traduce in un colpo di arma, la civiltà perde una voce, un volto, una storia.

Ricordare le vittime significa difendere il diritto di ogni popolo e di ogni credo a vivere nella libertà e nel rispetto. Hannukah è la festa della luce che vince sull’oscurità: oggi più che mai, il mondo ha bisogno di quella luce per non lasciarsi travolgere dall’odio.

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