mercoledì 25 giugno 2025

Papa Leone incontra Jonathan Roumie, interprete di Gesù nella serie “The Chosen”

"Interpretare una figura carismatica come quella di Cristo ha contribuito a rafforzare la mia fede. Ho vissuto questa esperienza come un vero atto di grazia divina nei miei confronti". Jonathan Roumie, che ha impersonato il ruolo di Gesù nella serie televisiva americana "The Chosen" - seguita da oltre 280 milioni di spettatori in tutto il mondo - nasconde l’emozione dietro gli occhiali da sole. Presente stamane, 25 giugno, con i familiari, il cast e membri della troupe cinematografica all’udienza generale di Leone XIV in una Piazza San Pietro rovente fin dalle prime ore del giorno, l’attore racconta come indossare i panni del Salvatore e, con essi, la sua personalità, ne abbia trasformato l’esistenza. "Mio padre è egiziano, emigrato negli Stati Uniti d’America, mia madre irlandese e fin da piccolo ho respirato la fede cattolica in famiglia. Quello che ho imparato dai miei genitori ho cercato di trasferirlo in un ruolo interpretativo senza tante forzature. Gesù l’ho sempre visto come un uomo semplice, la cui semplicità racchiude una miriade di insegnamenti e valori che spero di essere in grado di applicare ogni giorno della mia vita".

sabato 21 giugno 2025

Rimettere i debiti ai Paesi poveri è un obbligo morale

In un mondo in preda a instabilità e conflitti, rischia di passare sotto silenzio la drammatica crisi del debito e dello sviluppo. Una crisi che non è solo fatta di obbligazioni finanziarie nei confronti dei creditori, di questioni legali e di tassi di interesse, ma che è intrisa del futuro di intere popolazioni, dell’ambiente in cui vivono, delle possibilità di studiare, lavorare, curarsi, abitare in condizioni dignitose. Infrastrutture, sanità, educazione, adattamento al cambiamento climatico: i Paesi fortemente indebitati a tassi a doppia cifra – per la gran parte economie fragili del Sud del mondo – sono costretti a sacrificare investimenti in ambiti primari per onorare i debiti contratti all’interno di un sistema finanziario penalizzante. Serve - questo l’appello della Commissione Giubilare nominata da papa Francesco– una nuova architettura finanziaria globale, che sia al servizio delle persone e del pianeta e che non punisca i più poveri in nome del profitto.

Per raggiungere questo obiettivo, suggerisce in un rapporto la stessa Commissione presieduta dal premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz, occorre promuovere finanziamenti di sviluppo sostenibili, che favoriscano il raggiungimento di obiettivi economico-sociali di lungo termine con tassi agevolati, e migliorare le attuali politiche di ristrutturazione del debito, rendendole più tempestive e praticabili e basandole sulla crescita e non sull’austerità. Cruciale, inoltre, porre fine ai salvataggi dei creditori privati, cambiando le politiche e le pratiche delle istituzioni multilaterali, tra cui il Fondo monetario internazionale. Necessario inoltre, secondo la Commissione, migliorare la trasparenza delle politiche finanziarie e rafforzare, nei Paesi fragili, le normative che possano creare contesti più stabili per gli investimenti a lungo termine.

giovedì 19 giugno 2025

Il peso delle cose

PROPOSTA B3
Tratto da: Telmo Pievani, Un quarto d’era (geologica) di celebrità, in Sotto il vulcano, Feltrinelli, Milano, 2022, pp. 30-31.
«I nostri successori studieranno l'Antropocene e capiranno il vicolo cieco in cui ci siamo infilati. […] Le firme
sedimentarie dell'attività umana negli ultimi decenni del Novecento sono tali e tante che anche il più tonto dei geologi del futuro non potrà non vederle. […] Quanto pesano tutti gli oggetti del mondo? Sembra la domanda disarmante di un bambino e invece adesso è diventata, grazie ai big data, una curiosità scientifica piena di significati. […] Immaginate tutto ciò che l’umanità ha prodotto e costruito: tutti gli edifici sulla Terra, tutte le strade, treni aerei navi auto camion moto biciclette e ogni altro mezzo di trasporto, le fabbriche, le macchine.
Ora aggiungete le suppellettili e gli arredi, gli strumenti, i telefonini, i computer, le stoviglie, i vetri, gli infissi, la carta di questa rivista. Insomma, prendete la tecnosfera materiale nella sua globalità, costituita da ogni artefatto umano distribuito sulla superficie terrestre, e mettetela su una bilancia. Vi verrà fuori un numero, stratosferico.
L’unità di misura adatta all’impresa è la teratonnellata, cioè mille miliardi di tonnellate. Ed ecco il numero fatidico: tutte le cose umane, dai grattacieli agli apriscatole, ed esclusi i rifiuti, nel 2020 hanno raggiunto il ragguardevole peso di 1,1 teratonnellate, ovvero mille e cento miliardi di tonnellate. Questa è la dimensione dell’immane flusso materiale che sta alla base del metabolismo attraverso il quale l’umanità incessantemente trasforma in prodotti ed energia le materie prime presenti in natura.
Se scomponiamo l’insieme di tutti i manufatti umani e vediamo di cosa sono fatti, scopriamo che il calcestruzzo e gli aggregati di ghiaie e sabbie la fanno da padrone, seguiti dai mattoni, poi dall'asfalto, dai metalli e infine da plastiche, vetro e legno usato in industria. I ricercatori hanno anche calcolato gli andamenti della massa antropogenica dall'anno 1900 in poi. La curva si impenna dopo la fine del Secondo conflitto
mondiale, appunto, quando la “grande accelerazione” della ricostruzione gettò le basi del benessere dei paesi industrializzati, ma al prezzo di un enorme consumo di suolo e di risorse. […] Con tecniche analoghe si può calcolare anche la massa complessiva degli esseri viventi sulla Terra, cioè la biomassa. Ebbene, il valore complessivo di quest'ultima è 1,1 teratonnellate, millecento miliardi di tonnellate: esattamente come la massa
antropogenica! Ciò significa che proprio nel 2020 la somma degli oggetti umani ha eguagliato tutto il resto della vita messo insieme. E pensare che agli inizi del Novecento le cose umane valevano il 3 per cento rispetto al peso degli esseri viventi. […]
Quindi noi umani, che contribuiamo solo per lo 0,01 per cento alla biomassa globale, abbiamo riempito il mondo di 1,1 teratonnellate di cose. Questa è l'impronta schiacciante dell'Antropocene. Senza una rapida transizione del sistema economico mondiale verso modelli circolari, la massa antropogenica continuerà a raddoppiare ogni vent'anni, sfuggendo al controllo. Nel nostro geologico quarto d'ora di celebrità, ci siamo fatti notare.»

mercoledì 18 giugno 2025

"Rispetto" tra le tracce più scelte alla prima prova

Testo tratto da: Riccardo Maccioni, “Rispetto” è la parola dell’anno Treccani. E serve per respirare, in Avvenire, martedì 17 dicembre 2024, (https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/rispetto-parola-treccani).
«Una parola che esprime attenzione, gusto dell’incontro, stima. Che anche quando introduce un attacco verbale, non alza i toni del discorso, anzi sembra voler prendere le distanze da quanto sarà detto subito dopo. L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto “rispetto” come parola del 2024. Una decisione 
che sembra un auspicio, che porta con sé il desiderio di costruire, di usare il dizionario non per demolire chi abbiamo di fronte ma per provare a capirne le ricchezze, le potenzialità. Perché se è vero che le parole possono essere pietre, è altrettanto giusto sottolineare come siano in grado di diventare il cemento necessario a edificare case solide e confortevoli, la colla capace di tenere insieme una relazione a rischio di rottura. «Il termine rispetto, continuazione del latino respectus – spiegano Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del Vocabolario Treccani – va oggi rivalutato e usato in tutte le sue sfumature, proprio 
perché la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale».
E la conferma arriva proprio dai termini che rimandano al significato opposto, tutti concetti orientati a distruggere le relazioni, a demolire gli altri: indifferenza (che spesso fa più male dell’odio), noncuranza, sufficienza fino ad arrivare all’insolenza, al disprezzo, allo spregio. […]
Rispettare è tutt’altro, affonda le sue radici in respicere che, letteralmente significa guardare di nuovo, guardare indietro, cioè richiama il dovere di non cedere alla smania del giudizio immediato figlio 
dell’emotività, che non tiene conto delle storie delle persone, delle loro battaglie interiori. Occorre, invece, allenarsi alla bellezza del prendersi cura, del fare attenzione, del preoccuparsi per la vita altrui, così che la comunità possa crescere in armonia facendo assaporare in chi ne fa parte il gusto dell’appartenenza alla medesima famiglia umana.»


martedì 10 giugno 2025

Floribert Bwana Chui, martire della corruzione in RD Congo

La prossima domenica, a San Paolo fuori le Mura, sarà elevato agli onori degli altari il giovane della Comunità di Sant'Egidio ucciso nel 2007 per aver rifiutato di far passare, in cambio di soldi, carichi di cibo avariato che avrebbero messo a rischio la vita dei poveri. La cerimonia presieduta dal cardinale Semeraro, alla presenza del cardinale Ambongo e altri rappresentanti della Chiesa congolese.

Sant'Egidio rende grazie per la testimonianza di fede e santità di questo giovane, che condivideva la vita della Comunità nell’amore per i poveri e nella protezione dei più piccoli. Floribert, funzionario della dogana alla frontiera con il Ruanda, attivo da quando era universitario nella Scuola della Pace di Sant’Egidio a Goma, si rifiutò di far passare, in cambio di soldi, carichi di cibo avariato che avrebbero messo a rischio la vita dei più poveri. Per questo, nel luglio del 2007, venne torturato e ucciso a soli ventisei anni. Il suo martirio “in odio alla fede” è stato riconosciuto nel novembre scorso da Papa Francesco aprendo la strada alla beatificazione, in quanto legato alla corruzione e al culto del denaro ad ogni costo, che inquina il futuro e le speranze dell’Africa. La sua resistenza al male è un segno di speranza e di resurrezione per la martoriata regione del Kivu, attraversata da anni da una dolorosa guerra civile, aggravatasi negli ultimi mesi, ma anche per tutti i giovani del continente che rappresentano la grande maggioranza della sua popolazione.

domenica 8 giugno 2025

Pentecoste, festa dell'unità

"La terra riposerà, la giustizia si affermerà, i poveri gioiranno, la pace tornerà se non ci muoveremo più come predatori, ma come pellegrini. Non più ognuno per sé, ma armonizzando i nostri passi ai passi altrui. Non consumando il mondo con voracità, ma coltivandolo e custodendolo, come ci insegna l’enciclica Laudato si".
Così papà Leone ai 70mila pellegrini provenienti da più di cento Paesi che affollano piazza San Pietro. Sono i protagonisti del Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità che nel calendario dell’Anno Santo è programmato in occasione della Pentecoste.

Da Avvenire

venerdì 6 giugno 2025

Illegio, la città dell'arte che interroga il nostro tempo

Anche quest’anno, nel cuore della Carnia, il piccolo villaggio di appena trecento abitanti di Illegio si appresta ad accogliere una mostra che di certo desterà stupore per il grande numero di capolavori riuniti insieme. Dal 6 giugno al 9 novembre, "Ricchezza. Dilemma perenne", è un viaggio che attraversa cinquecento anni di storia dell'arte. Cinquantadue opere che spaziano dalla metà del Quattrocento alla metà del Novecento, diciassette delle quali provenienti da collezioni private non aperte al pubblico. Maestri immortali del calibro, tra gli altri, di Caravaggio, Tiziano, Rembrandt, Pieter Bruegel il Vecchio, Pelizza da Volpedo, Pablo Picasso e Renato Guttuso.

La mostra si focalizza su un tema più che mai attuale: la ricchezza nella vita umana e nelle vicende del mondo.

giovedì 5 giugno 2025

Festa del sacrificio 2025

Eid-Al-Adha celebra il sacrificio che Abramo era pronto a commettere per dimostrare la sua fedeltà a Dio, che lo ricompensò mandando un animale da sacrificare al posto di suo figlio Isacco.

Perché questo episodio è così centrale per i musulmani? Perché Islam significa letteralmente sottomissione a Dio. La prontezza di Abramo a sacrificare il proprio amato primogenito per fare il volere di Dio dimostra l’esempio virtuoso di un uomo pronto a sottomettersi, ma anche la misericordia di Dio che evita il sacrificio.

Sacrificio significa rinunciare a cose ambite, desiderate e amate come segno di sottomissione. Sottomissione implica umiltà e uguaglianza: ogni credente, ricco o povero, deve sottomettersi.

L’episodio del sacrificio di Isacco da parte di Abramo si trova anche nella Bibbia. Questo perché Abramo fu il primo dei patriarchi e capostipite del popolo ebreo, cristiano e di quello arabo. La sua è una figura condivisa da Cristianesimo, Ebraismo e Islam, le tre religioni dette appunto ‘abramitiche’.

martedì 3 giugno 2025

Un tribunale egiziano espropria Santa Caterina, il più antico monastero al mondo

Le autorità egiziane hanno chiuso il monastero di santa Caterina sul monte Sinai, il più antico tuttora funzionante al mondo, ne hanno confiscato tutte le proprietà annesse oltre all’edificio trasferendole alle Stato e imposto la cacciata di tutti i religiosi al suo interno. A circa 1500 anni dalla sua fondazione da parte dell’imperatore bizantino Giustiniano, e dopo essere sopravvissuto a notevoli sfide storiche e religiose, lo stimato monastero sta per essere convertito in un museo dal governo del Cairo come denuncia orthodoxia.info. Un colpo di mano che getta nello sconforto la comunità cristiana locale, a dispetto delle rassicurazioni fatte di recente dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi al primo ministro greco Kyriakos Mītsotakīs sulla destinazione d’uso dell’edificio. Fonti locali riferiscono che “l’obiettivo è di trasformare gli edifici ora sfitti in un’attrazione turistica simile alle Piramidi”.

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sabato 31 maggio 2025

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare.

Caritas Italiana aderisce con convinzione agli appelli di papa Leone XIV, rilanciati anche dai Vescovi italiani, affinché ovunque si soffre per la guerra tacciano le armi e sia sostenuta ogni iniziativa di dialogo e di pace. A Gaza in particolare si consenta “l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari”, “siano liberati tutti gli ostaggi, si rispetti integralmente il diritto umanitario”.

Caritas Italiana è vicina alle operatrici e agli operatori di Caritas Gerusalemme – così come alle Caritas e a tutte le persone impegnate nelle altre zone di guerra –, di cui sostiene gli sforzi a sostegno della popolazione. Sono segno di speranza nella tragedia.

Rispetto al prossimo appuntamento referendario, Caritas Italiana incoraggia ad approfondirne i temi – il lavoro e la cittadinanza – e a guardare al voto informato come a un’espressione di partecipazione e corresponsabilità.
Raccogliendo l’appello della CEI a “integrare nella pienezza dei loro diritti coloro che condividono i medesimi doveri e valori”, Caritas Italiana – che assieme alle Caritas diocesane ha una lunga esperienza di servizio nei campi dell’accoglienza e dell’integrazione – ricorda che l’ottenimento della cittadinanza in tempi congrui da parte di donne e uomini che contribuiscono con il loro lavoro al benessere dell’intera collettività, corrisponde al riconoscimento della dignità delle persone che, nell’ottica del bene comune, ovvero del bene di tutti e di ciascuno, sono da accogliere, proteggere, promuovere e integrare.

mercoledì 28 maggio 2025

Coventrizzazione

L’ultima immagine da Gaza è una piccola ombra. Una bambina, forse sui sei anni, che tenta di uscire dalla sua scuola bombardata dall’Idf. La inquadra, da lontano, una telecamera: l’operatore stringe su quella figura esile che si muove, nera contro il riverbero delle fiamme. Cammina con difficoltà, come mettendo i piedi sulle macerie. Supera una finestra, poi un’altra, poi non la si vede più. É viva, è morta? Non lo sappiamo, al momento. Forse non ne conosceremo il nome.

Questi nomi, invece, li sappiamo : Yahya, Rakan, Raslan, Gubran, Eve, Revan, Sadin, Luqman e Sidra. Erano nove bambini fra i 12 anni e i sei mesi: fratelli, figli di Alaa al-Najjar, pediatra all'ospedale Nasser di Gaza, e di suo marito, pure medico. Alaa era di turno notturno all’ospedale quando hanno cominciato ad arrivare i corpi di molti bambini carbonizzati. Quasi irriconoscibili.

Siamo entrati in un tempo in cui, sempre più spesso, ci mancano le parole. Doveva essere così, nei giorni della Seconda Guerra mondiale. Che si poteva dire delle città annientate, di Coventry sotto il fuoco tedesco, di Dresda sotto la Feuer Sturm, la tempesta di fuoco, provocata dagli Alleati?

“Coventrizzazione" è diventato una parola del vocabolario, ad indicare l’annullamento di una città. A guardare le foto di ciò che resta di Gaza, sembra si possa dire che Gaza è stata coventrizzata. E quei nove fratellini colti nel sonno, speriamo almeno, o che forse, almeno i più grandi, hanno cercato di fuggire, appartengono a una dimensione che dal ‘45 a pochi anni fa avevamo creduto irripetibile.


giovedì 22 maggio 2025

Intervista al Patriarca ecumenico Bartolomeo I

Il video ci porta in Turchia, tra Istanbul e l’antica Nicea (oggi Iznik), a 1700 anni dal primo Concilio ecumenico della storia cristiana. Attraverso immagini suggestive e un’intervista esclusiva al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, la puntata speciale di “Finis Terrae. Storie oltre i confini” esplora l’eredità di quell’evento fondamentale, le sfide del dialogo tra Chiesa cattolica e ortodossa, e il ruolo dell’ecumenismo oggi, in un contesto globale segnato da divisioni e conflitti. Un viaggio tra storia, spiritualità e attualità, alla ricerca delle radici comuni e delle prospettive di unità tra i cristiani.



martedì 20 maggio 2025

Le api e altri impollinatori, come farfalle, pipistrelli e colibrì, sono sempre più minacciati dalle attività umane.

L'impollinazione è, tuttavia, un processo fondamentale per la sopravvivenza dei nostri ecosistemi. Quasi il 90% delle specie di piante selvatiche da fiore del mondo dipende, interamente o almeno in parte, dall'impollinazione animale, insieme a oltre il 75% delle colture alimentari mondiali e al 35% dei terreni agricoli globali. Gli impollinatori non solo contribuiscono direttamente alla sicurezza alimentare, ma sono fondamentali per la conservazione della biodiversità.

Per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza degli impollinatori, sulle minacce a cui vanno incontro e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile, l'ONU ha designato il 20 maggio come Giornata mondiale delle api.

Le api hanno anche un profondo significato simbolico nella tradizione cristiana. Fin dai primi secoli del cristianesimo, le api sono state associate a virtù come l’operosità, la cooperazione e la vita comunitaria. Nella loro instancabile attività e nella struttura armoniosa dell’alveare, i Padri della Chiesa vedevano un riflesso dell’ideale di comunità cristiana: un popolo unito, guidato dalla carità e dalla dedizione al bene comune.

Le api, infatti, producono il miele, simbolo della dolcezza della Parola di Dio (come nel Salmo 119: “Quanto sono dolci le tue parole al mio palato! Più del miele alla mia bocca”) e della sapienza divina. Il loro lavoro silenzioso e prezioso richiama quello dei santi, che spesso operano nel nascondimento ma generano frutti abbondanti.

In questo giorno speciale, possiamo lasciarci ispirare dalle api non solo per prenderci cura del creato, ma anche per rinnovare il nostro impegno nella comunità, nella solidarietà vissuta concretamente. Le api ci ricordano che ogni piccolo gesto, se compiuto insieme, può costruire qualcosa di meraviglioso.

domenica 18 maggio 2025

Festival biblico 2025 - Salmi. Libro infinito

Il Libro dei Salmi è un’opera di straordinaria ricchezza nella quale si manifesta in tutta la sua complessità il dialogo costantemente ricercato dagli uomini con sé stessi, con il mondo e con l’infinito. Con i suoi 150 componimenti, frutto di un’elaborazione durata secoli, il Salterio restituisce una pluralità di voci, temi e registri che attraversano il tempo e le culture.

Attraverso incontri, dialoghi, spettacoli e percorsi interdisciplinari, il Festival indaga in questa 21° edizione il valore culturale e simbolico dei Salmi, ponendoli in relazione con le questioni della contemporaneità, invitandoci a essere lettori, ma anche scopritori e interpreti di queste pagine.

Festival Biblico nelle città

Alba 25 aprile – 3 maggio
Rovigo e provincia 4-11 maggio
Conegliano e Chioggia 9-11 maggio
Treviso 14-18 maggio
Catania e Genova 16-18 maggio
Padova e provincia 21-25 maggio
Verona 24 maggio
Vicenza e provincia 18 maggio – 1 giugno

lunedì 12 maggio 2025

Papa Leone: disarmiamo le parole per disarmare la terra

È un profondo trattato di deontologia professionale quello che Leone XIV traccia per gli operatori della comunicazione di tutto il mondo, incontrati stamani, 12 maggio, nell’Aula Paolo VI. Circa tremila volti e voci provienti da ogni parte del globo sorridono e acclamano all'ingresso del Pontefice, accolto da un fragoroso applauso. Il suo è un discorso punteggiato da tanti battimani dei presenti, consapevoli del senso di responsabilità che ciascun giornalista è chiamato a raccogliere per portare avanti “il servizio alla verità” e alla pace. L’impegno delineato dal Pontefice è chiaro: Portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla.

Dire no alla guerra delle parole e delle immagini
Il modo in cui comunichiamo, ribadisce Leone XIV, è di “fondamentale importanza”:
Dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra.
Liberare i giornalisti incarcerati e tutelare la libertà di stampa
Di qui, il pensiero del Pontefice va a tutti i giornalisti incarcerati dei quali chiede la liberazione: sono testimoni coraggiosi che difendono “la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere”:
La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa
Narrare la bellezza dell’amore di Cristo
Papa Prevost, poi, si sofferma sui tempi appena trascorsi: dai riti della Settimana Santa alla morte di Papa Francesco “avvenuta per nella luce di Pasqua” fino alle “giornate faticose” del Conclave. In tutti questi avvenimenti, sottolinea il Pontefice, gli operatori della comunicazione sono “riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti e ci fa essere un unico popolo, guidato dal Buon Pastore”.
Non cedere mai alla mediocrità, la comunicazione crea cultura
La sfida, allora, in tempi “difficili da percorrere e da raccontare”, è quella di “non cedere mai alla mediocrità”, uscendo “dagli stereotipi e dai luoghi comuni” attraverso i quali si tende a leggere la vita cristiana e della Chiesa.
Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. (…) La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto.
La sfida dell’intelligenza artificiale
Lo sguardo del Pontefice si volge anche all’intelligenza artificiale, al suo “potenziale immenso” che richiede, tuttavia, “responsabilità e discernimento” affinché sia davvero a beneficio di tutta l’umanità.
Disarmare la comunicazione da odio e pregiudizi
Ripetendo poi l’invito di Papa Francesco, contenuto nel suo ultimo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2025, Leone XIV ribadisce: Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra.

Leggi il testo integrale

martedì 29 aprile 2025

La vita religiosa delle suore con sindrome di Down

Nel centro della Francia, una comunità di vita contemplativa accoglie donne con sindrome di Down nella vita religiosa. Preghiera, lavoro e fraternità si intrecciano in una vocazione condivisa che diventa segno profetico per la Chiesa e risposta silenziosa alla cultura dello scarto.

“Ci dicevano che avremmo abbassato il livello della vita consacrata. Che la vocazione delle nostre sorelle era solo un’idea dei genitori, non una vera chiamata”. Madre Line, superiora delle Piccole Suore Discepole dell’Agnello, racconta senza fronzoli l’inizio di un cammino inatteso, e per molti inaccettabile. Da quasi quarant’anni, nel cuore della Francia, questa comunità accoglie donne con sindrome di Down nella vita contemplativa: “In pochi credevano che una persona con disabilità intellettiva potesse ricevere una vera vocazione. È stata una sofferenza lunga, a volte silenziosa. Ma il Signore ci ha aiutato a tenere lo sguardo fisso su di Lui. Non tutti sono chiamati a scoprire i Suoi tesori, e questo ci ha dato pace”.

domenica 27 aprile 2025

Liberi!

Un film arriva nelle sale italiane con un'uscita evento il 29 e il 30 aprile, opera spagnola che esplora il mondo nascosto dei monasteri di clausura, ispirato da una frase di Papa Francesco

LIBERI di Santos Blanco esplora il mondo nascosto dei monasteri di clausura, attraverso l'incontro con diverse comunità religiose e racconta il percorso di chi sceglie di vivere lontano dalle distrazioni del mondo per concentrarsi sulla contemplazione e sulla preghiera. Il film prende spunto proprio dalla celebre frase di Papa Francesco sui monaci di clausura: "Il mondo e la Chiesa hanno bisogno di voi come fari che illuminano il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo".

Per secoli, molti uomini e donne hanno rinunciato a tutto per dedicare la loro vita alla contemplazione. LIBERI è un viaggio nell'uomo interiore, un raro sguardo su una dimensione nascosta del mondo: quella dei monasteri di clausura. Cosa porta una persona a spogliarsi del mondo che conosce, a ritirarsi da esso per il resto della sua vita? Come pensa una persona del genere? LIBERI si avvicina alle grandi domande dell’esistenza dell'uomo, con un unico obiettivo: ascoltarle. Il documentario mette in luce la libertà interiore di chi sceglie il silenzio e la solitudine non come fuga, ma come atto di libertà autentica, lontana dalle convenzioni sociali. Attraverso immagini potenti e testimonianze dirette, il film scopre una quotidianità semplice e profonda, dove preghiera, lavoro e vita comunitaria si intrecciano in un’esistenza interamente dedicata a Dio.

venerdì 25 aprile 2025

Un giorno di silenzio, senza armi né odio, in memoria di un uomo di Pace

Un giorno di tregua. Un silenzio universale che attraversi confini, conflitti e interessi, per rendere omaggio alla figura di Papa Francesco nel giorno del suo funerale. È questo il senso profondo dell’appello promosso da sindaci e vescovi delle cosiddette “città di pace”, quei luoghi che, nel corso del suo pontificato, hanno segnato le tappe di un instancabile cammino di dialogo e fraternità.

L’obiettivo è chiaro e potente nella sua semplicità: fare del sabato 26 aprile, giorno del funerale di Papa Francesco, una giornata di pace globale. "Tacciano le armi, cessi il fuoco, si fermi l’industria bellica, non si pronuncino parole d’odio" – si legge nel testo dell’appello – affinché il saluto al Vescovo di Roma diventi testimonianza concreta dei valori per i quali ha vissuto e operato: il dialogo, la riconciliazione, la costruzione di un futuro non fondato sul potere, ma sull’umanità.

Un’invocazione che non resta confinata al mondo istituzionale e religioso, ma che si apre a tutta la società civile. L’appello è infatti rivolto anche a città, diocesi, associazioni e a tutti coloro che si riconoscono in un’idea alta di civiltà e convivenza: donne e uomini di buona volontà, capaci di sostenere con convinzione una richiesta tanto simbolica quanto necessaria.

Le parole pronunciate da Papa Francesco durante la Pasqua del 2025 risuonano come un testamento spirituale: "Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! Sono queste le ‘armi’ della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!"
 
 
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Papa Francesco, pellegrino di speranza, è tornato al Padre il 21 aprile 2025, mentre la luce della Pasqua illuminava il mondo. Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires nel 1936 da una famiglia di origine italiana, dopo gli studi e una breve carriera come tecnico chimico, seguì la chiamata al sacerdozio nei gesuiti. Vescovo, poi Arcivescovo di Buenos Aires, sempre vicino ai poveri e alla gente semplice, fu eletto Papa il 13 marzo 2013, scegliendo il nome di Francesco per ispirarsi a san Francesco d'Assisi. Da subito si distinse per la sua umiltà, l’amore per gli ultimi e l’impegno per un mondo più giusto e fraterno. Ha vissuto in modo semplice, riformato la Chiesa con coraggio e l'ha aperta ancora di più al dialogo con tutti, credenti e non. Durante il suo pontificato ha scritto encicliche fondamentali sulla fede, sull'ambiente, sulla fraternità e sull’amore di Dio. Ha sempre difeso la pace, lanciato appelli contro ogni guerra e ricordato l’importanza di prendersi cura dei più fragili. Anche negli ultimi tempi, segnati dalla malattia, ha continuato a servire con cuore appassionato, lasciando a tutti una straordinaria eredità di fede, amore e coraggio. 

martedì 22 aprile 2025

L'ultimo messaggio al mondo di papa Francesco

Cristo è risorto! In questo annuncio è racchiuso tutto il senso della nostra esistenza, che non è fatta per la morte ma per la vita. La Pasqua è la festa della vita! Dio ci ha creati per la vita e vuole che l’umanità risorga! Ai suoi occhi ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell’anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare.

Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti!

In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio!


Grazie Papa Francesco!

domenica 20 aprile 2025

Peace on Earth

L’arte provocatoria e rivoluzionaria di Banksy arriva per la prima volta ad Assisi con la mostra “Peace on Earth”, in programma dal 16 aprile al 2 novembre 2025 nella suggestiva Rocca Maggiore, simbolo medievale che domina la città patrimonio UNESCO.
L’esposizione, promossa dal Comune di Assisi e curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, presenta oltre cento opere originali realizzate dall’artista britannico dal 1998 al 2010, tra cui iconici pezzi come *Flower Thrower* e *Girl with Balloon* nella sua versione originale.

Il progetto prende spunto dal celebre graffito di Banksy a Betlemme, con la scritta “Peace on Earth” accompagnata dalla postilla “Terms and conditions apply”, e ruota attorno al tema della pace, rappresentata da una colomba con giubbotto antiproiettile e ramoscello d’ulivo. Questo messaggio risuona profondamente con lo spirito di Assisi, terra di San Francesco, e riflette l’impegno dell’artista su giustizia, libertà, ambiente e pacifismo, espresso attraverso immagini potenti, ironiche e accessibili a tutti.

Una santa Pasqua per tutti!

Il Giubileo della Speranza e i 1700 anni del primo grande Concilio ecumenico, il Concilio di Nicea, quello in cui i Padri approvarono il Credo recitato ogni domenica da molti cristiani. 
Oggi Pasqua cade lo stesso giorno nel calendario gregoriano e giuliano. È un anno speciale, il 2025, per le confessioni cristiane.

La Pasqua è forse la festa cristiana che più ha assorbito simboli condivisi con altre culture. 
L’uovo, per esempio, ha una lunga storia anteriore al cristianesimo: nella mitologia egizia e persiana simboleggiava la creazione del mondo. La tradizione delle uova decorate arriva da diverse aree dell’Asia e dell’Europa Orientale, dove ancora oggi si realizzano vere opere d’arte, come le pysanky ucraine, intarsiate con motivi geometrici e simbolici, spesso tramandati di generazione in generazione.
La luce è il cuore simbolico del Sabato Santo. Nel cristianesimo cattolico, la Veglia Pasquale inizia con la benedizione del fuoco nuovo, da cui si accende il Cero Pasquale. Nelle chiese ortodosse, la luce santa arriva ogni anno da Gerusalemme e viene accolta con grida di giubilo. In senso universale, la luce rappresenta la verità, la rinascita e la speranza che rompe l’oscurità.
L’agnello, infine, affonda le sue radici nel rito ebraico della Pesach, che ricorda l’esodo degli ebrei dall’Egitto. In Europa è presente in forme culinarie diverse: arrosto in Grecia, al forno in Italia, in forma di marzapane in Germania. Anche nell’Islam l’agnello ha un valore rituale, sebbene la Pasqua non sia una festività musulmana: ciò dimostra come il simbolo abbia una forza evocativa trasversale.

giovedì 17 aprile 2025

Concorso World Press Photo 2025

Scattata dalla fotografa palestinese Samar Abu Elouf, l’immagine ritrae il piccolo Mahmoud Ajjour, evacuato a Doha dopo che l’anno scorso un’esplosione gli ha strappato un braccio e mutilato l’altro. 

Aveva solo nove anni Mahmoud Ajjour quando, nel marzo 2024, è stato colpito da un’esplosione mentre cercava di mettere in salvo la sua famiglia a Gaza. Si era voltato per incitarli a correre, ma un ordigno lo ha investito in pieno: ha perso un braccio e l’altro è rimasto gravemente danneggiato. Evacuato in Qatar, ha subito un intervento medico e oggi sta imparando a usare i piedi per svolgere gesti quotidiani come scrivere, giocare o aprire le porte.

“È una foto silenziosa, ma che parla in maniera molto forte. Racconta la storia di un ragazzo, ma anche di una guerra ancora più vasta che avrà un impatto sulle generazioni future”, ha dichiarato Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva di World Press Photo. La giuria ha elogiato la “forte composizione e l’attenzione alla luce” della foto, nonché il soggetto che fa riflettere, in particolare ponendo domande sul futuro di Mahmoud.

domenica 6 aprile 2025

Giubileo del malato

Certamente la malattia è una delle prove più difficili e dure della vita, in cui tocchiamo con mano quanto siamo fragili. Essa può arrivare a farci sentire come il popolo in esilio, o come la donna del Vangelo: privi di speranza per il futuro. Ma non è così. Anche in questi momenti, Dio non ci lascia soli e, se ci abbandoniamo a Lui, proprio là dove le nostre forze vengono meno, possiamo sperimentare la consolazione della sua presenza. Egli stesso, fatto uomo, ha voluto condividere in tutto la nostra debolezza (cfr Fil 2,6-8) e sa bene che cos’è il patire (cfr Is 53,3). Perciò a Lui possiamo dire e affidare il nostro dolore, sicuri di trovare compassione, vicinanza e tenerezza.

Ma non solo. Nel suo amore fiducioso, infatti, Egli ci coinvolge perché possiamo diventare a nostra volta, gli uni per gli altri, “angeli”, messaggeri della sua presenza, al punto che spesso, sia per chi soffre sia per chi assiste, il letto di un malato si può trasformare in un “luogo santo” di salvezza e di redenzione.

sabato 5 aprile 2025

5 aprile, Giornata mondiale della coscienza

Immagina un mondo in cui ogni azione è guidata dall'amore, da un chiaro senso del bene e del male e da una sincera cura reciproca: questa è l'essenza di una cultura di pace, una visione abbracciata dalle Nazioni Unite e dalle comunità globali. Al centro di questa visione c'è la Giornata internazionale della coscienza, celebrata ogni anno il 5 aprile, che sottolinea il ruolo fondamentale della coscienza come forza guida nel raggiungimento della pace globale, della tolleranza e del rispetto reciproco. Istituita per ispirare individui e comunità, la giornata sottolinea il potere della riflessione etica e dell'azione compassionevole nell'affrontare le sfide globali odierne. Invita le società di tutto il mondo a promuovere il dialogo, coltivare l'empatia e adottare comportamenti coscienziosi che sostengano la dignità umana, contribuiscano allo sviluppo sostenibile e favoriscano la coesistenza pacifica tra culture diverse. Attraverso questa celebrazione annuale, le Nazioni Unite riaffermano che la responsabilità collettiva, la consapevolezza morale e la solidarietà sono fondamenti essenziali per costruire un mondo più armonioso, equo e inclusivo.

domenica 23 marzo 2025

Scienziati contro il riarmo – Un manifesto

Come scienziati – molti di noi impegnati in settori in cui si sviluppa la tecnologia militare – come intellettuali, come cittadini consapevoli dei rischi globali attuali, riteniamo che oggi sia un dovere morale e civico di ogni persona di buona volontà alzare la voce contro l’appello alla militarizzazione dell’Europa e promuovere il dialogo, la tolleranza e la diplomazia. La militarizzazione improvvisa non preserva la pace; conduce alla guerra.

I nostri leader politici affermano di essere pronti a combattere per difendere presunti valori occidentali che ritengono in pericolo; sono pronti a difendere il valore universale della vita umana? I conflitti nel mondo sono in aumento. Secondo le Nazioni Unite (2023), un quarto dell’umanità vive in aree colpite da conflitti armati. La guerra tra Russia e Ucraina, sostenuta dai paesi della NATO con la giustificazione di “difendere i principi”, sta lasciando dietro di sé circa un milione di vittime. Il rischio di genocidio dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano appoggiato dall’Occidente è stato riconosciuto dalla Corte Internazionale di Giustizia. Guerre brutali stanno infuriando in Africa, come in Sudan o nella Repubblica Democratica del Congo, alimentate dagli interessi sulle risorse minerarie africane. Il “Doomsday Clock” del Bulletin of the Atomic Scientists, che quantifica i rischi di una catastrofe nucleare globale, non ha mai registrato un rischio così alto come quello attuale.
[...] Nel 1955, uno dei filosofi più eminenti del XX secolo, matematico e premio Nobel per la letteratura, Bertrand Russell, e il premio Nobel per la fisica Albert Einstein hanno firmato un importante manifesto, e la Conferenza Pugwash, da esso ispirata, ha riunito scienziati di entrambi le fazioni, facendo pressioni per una de-escalation. Quando a Russell, nel 1959, fu chiesto di lasciare un messaggio per la posterità, rispose: “In questo mondo, che sta diventando sempre più interconnesso, dobbiamo imparare a tollerarci a vicenda, dobbiamo imparare a sopportare il fatto che alcune persone dicano cose che non ci piacciono. Possiamo solo vivere insieme in questo modo. Ma se dobbiamo vivere insieme, e non morire insieme, dobbiamo imparare una sorta di carità e una sorta di tolleranza, che sono assolutamente vitali per la continuazione della vita umana su questo pianeta.” Dobbiamo attenerci a questo saggio patrimonio intellettuale.

I grandi conflitti sono sempre stati preceduti da ingenti investimenti militari. Dal 2009, la spesa militare globale ha raggiunto livelli record senza precedenti ogni anno, con la spesa del 2024 che ha toccato il massimo storico di 2443 miliardi di dollari. Il “Piano ReArm Europe” impegna l’Europa a investire 800 miliardi di euro in spese militari. 

[...] L’umanità è messa oggi di fronte ad enormi sfide globali: cambiamento climatico, fame nel Sud del mondo, la più grande disuguaglianza economica mai registrata, rischi crescenti di pandemie, guerra nucleare. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno oggi è che il Vecchio Continente passi da essere un faro di stabilità e pace a diventare un nuovo signore della guerra.

Si vis pacem para pacem — se vuoi la pace, costruisci la pace, non la guerra.

giovedì 20 marzo 2025

Benigni declama il sogno europeo

"C'è da essere orgogliosi di essere europei". Con queste parole, Roberto Benigni ha celebrato il valore dell’Europa durante Il sogno, in diretta su Rai1, sottolineando il contributo straordinario del nostro continente alla storia dell'umanità. Dalla democrazia all'arte, dalla libertà alla scienza, l’Europa è stata culla di idee rivoluzionarie che hanno plasmato il mondo.

L'Unione europea
L'attore ha definito l’Unione Europea “la più grande costruzione istituzionale, sociale, politica ed economica degli ultimi 5mila anni”, un sogno realizzato, un progetto senza precedenti: per la prima volta nella storia, stati sovrani hanno scelto di unirsi, non per sopraffarsi ma per dialogare.

Il manifesto di Ventotene
Benigni ha poi ricordato il Manifesto di Ventotene, nato nel 1941 in un’Europa devastata dalla guerra. In un tempo di rovine e distruzione, tre uomini – Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni – concepirono un'idea rivoluzionaria: l’unità europea. "Sono eroi della nostra storia, i pionieri", ha dichiarato l’attore, sottolineando il valore di quella visione che ha cambiato il corso degli eventi.

Un messaggio di speranza e di orgoglio, per un'Europa che continua a costruire il suo futuro nel segno dell’unità e della libertà. (Fonte)
Lo sprone del nostro Roberto é di portare a termine il sogno e superare gli egoismi nazionalistici dando vita ad una vera rappresentanza europea, libera dai veti dei singoli e sospinta dall'ideale del bene comune e della fraternità universale.

mercoledì 12 marzo 2025

Holi 2025

Nel 2025, la festa di Holi viene celebrata venerdì 14 marzo.  

Questa vivace festa segna la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. I festeggiamenti iniziano la penultima notte prima dell'inizio di Holi con l'Holika Dahan. È una pratica in cui le persone si riuniscono e compiono rituali davanti a un falò per allontanare il male interiore. Per preparare la pira vengono raccolti legni e materiali combustibili. Un'effigie di Holika viene posta in cima alla pira.

Dopo il tramonto, le persone si riuniscono intorno alla pira, eseguono rituali religiosi e poi accendono la pira.

Holi rappresenta il trionfo del bene sul male, l'avvento della primavera e il completamento dell'inverno. La festa viene celebrata anche come ringraziamento per un raccolto migliore e dura un giorno e una notte. La prima sera è chiamata Chhoti Holi o Holika Dahana. Il giorno successivo è chiamato Rangawali Holi o Phagwa. Holi cade di solito nella luna finale del mese di Phalguna.

Rangwali Holi
Il giorno successivo all'Holika Dahan segna l'inizio del Rangwali Holi. In questo giorno, le persone si divertono al massimo spalmando i colori gli uni sugli altri, un gesto che simboleggia l'unità. Adolescenti e bambini usano abir (polvere colorata), pichkaris (pistole ad acqua) e palloncini d'acqua per applicare i colori sui loro amici. È probabilmente il modo più comune di festeggiare Holi in tutto il mondo. La musica viene suonata a tutto volume e le persone si rallegrano al ritmo dei "dholak".

Purim 2025

La festa di Purim, che quest'anno si celebra dal tramonto del 13 marzo fino alla sera del 14 marzo 2025, è un'importante festività ebraica che commemora la salvezza del popolo ebraico dall'ammutinamento orchestrato da Hamàn, consigliere del re persiano Assuero. Prima di Purim, il sabato che lo precede, noto come Shabbàt Zachòr, si osserva la mitzvà di ascoltare la lettura della Parashàt Zachòr, che narra l'attacco subito dagli ebrei da parte della tribù di Amalek. Questa lettura è obbligatoria per uomini e donne e serve a ricordare le origini del nemico giurato di Israele.

Digiuno di Estèr - Ta’anìt Estèr
Il giorno prima di Purim, il 13 marzo 2025, si osserva il Digiuno di Estèr, che dura dall'alba al tramonto. Questo digiuno ricorda l'astinenza degli ebrei in segno di preghiera per la salvezza durante il decreto di Hamàn.

Tradizioni e Mitzvòt di Purim
Durante il giorno di Purim, ci sono quattro mitzvòt principali da osservare:

Lettura della Meghillà: La storia di Purim deve essere letta due volte, una la sera e una durante il giorno. È consuetudine fare rumore quando viene menzionato il nome di Hamàn.

Doni di Cibo - Mishlòach Manòt: È tradizione inviare almeno due tipi di cibo a una persona per celebrare l'unità e la gioia della festività.

Doni ai Poveri - Matanòt Laevyonìm: Si deve donare almeno una moneta a due persone bisognose, preferibilmente direttamente.

Pasto Festivo: Si consuma un pasto abbondante per festeggiare il miracolo avvenuto; è consigliato iniziare prima dell'ingresso dello Shabbat se Purim cade di venerdì.

martedì 11 marzo 2025

La violenza in Siria colpisce le comunità cristiane

Recenti rapporti provenienti dalla Siria, diffusi dal sito cristiano Assyro-chaldéens, destano preoccupazione per la sorte di diverse comunità religiose. Secondo queste fonti, si sarebbero verificati episodi di violenza che hanno coinvolto anche figure religiose e civili.

Tra le vittime, si segnala l'uccisione di un sacerdote della Chiesa greco-ortodossa di sant'Elia a Tartous, identificato come p. Yohann Youssef Boutros, e di un uomo di nome Fares Bassam Kawi nel quartiere di
al-Datour a Latakia. Altre fonti riportano di un'intera famiglia colpita a Banias, di un altro cristiano, Tony Khoury, deceduto nel villaggio maronita di Dahr Safra, e del sindaco del villaggio cristiano di al-Mazra'a Wadi al-Nasara. Si menzionano inoltre due cristiani di origine armena, padre e figlio, anch'essi vittime a Latakia, e il padre del sacerdote Gregorius Bechara, della parrocchia di Notre-Dame dell'Annunciation, colpito a Banias.

Questi eventi si inseriscono in un contesto di tensioni crescenti tra diverse fazioni, in una Siria che sta attraversando una fase di transizione politica. La situazione è resa ancora più complessa dalle sfide economiche, dalle spinte indipendentiste in alcune regioni e dagli interessi di potenze straniere.

In questo scenario, il leader politico al-Sharaa ha lanciato un appello all'unità nazionale, sottolineando la necessità di evitare ulteriori conflitti e divisioni. Anche figure religiose, come p. Jihad Youssef del monastero di Mar Musa, hanno espresso preoccupazione per la violenza e hanno invitato alla riconciliazione e al perdono, promuovendo un dialogo interreligioso per la pace.

L'Assemblea costituente, nel frattempo, continua il suo lavoro per garantire la rappresentanza di tutte le componenti etniche e religiose del Paese, in un momento in cui la Siria cerca di superare le ferite del passato e costruire un futuro di pace e stabilità.

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domenica 9 marzo 2025

Quaresima cattolco-ortodossa nella comune ricerca della pace


Come succede ogni cinque-sei anni, la Pasqua giubilare del 2025 coincide nelle date tra cattolici e ortodossi, e in questi giorni tutti iniziano i riti della Santa Quaresima, con la richiesta reciproca di perdono mentre sono in corso le trattative globali per ritrovare la pace e mettere fine ai conflitti, a cominciare da quello tra Russia e Ucraina che ha smosso gli equilibri mondiali. Il patriarca di Mosca, Kirill (Gundjaev) ha presieduto domenica 2 marzo la liturgia Syropustnaja, della “rinuncia ai formaggi” che segue la precedente settimana Mjasopustnaja, la “rinuncia alla carne” che nel mondo latino ha prodotto il Carnevale - la festa sfrenata di “addio alla carne” - mentre nella pratica ortodossa si rinuncia fino alla Pasqua ad ogni cibo di origine animale, e si richiede il perdono prima di iniziare il Velikij Post, il “Grande Digiuno”.

Come ha spiegato il patriarca ai fedeli, il Post è un “periodo particolare, che richiede all’uomo molto di più che il solito nell’attenzione alla propria vita spirituale, analizzando a fondo i propri pensieri, le proprie parole, e naturalmente le proprie azioni”. Il Digiuno quaresimale è “una scuola in cui finalmente volgiamo a noi stessi l’attenzione che normalmente ci manca, inghiottiti dalle tante preoccupazioni quotidiane”, attenzioni da concentrare in particolare su quanto avviene nella vita, soprattutto ai “conflitti che derivano dalle emozioni, più che dalla logica”, in cui tutti si sentono offesi, ma “tutti abbiamo delle colpe”, accennando in qualche modo al superamento delle reciproche pretese anche nella guerra.

Come spiega Kirill, “quando si entra in una situazione di conflitto, bisogna fare tutto il possibile per risolverla”, e se non si riesce a venirne a capo, perlomeno “nelle fasi più acute dello scontro bisogna rivolgere a sé stessi la domanda: io che ruolo ho avuto in tutto questo?”, per evitare che tutto finisca nel peggiore dei modi. Il patriarca non ha nominato esplicitamente la guerra in Ucraina, ma alla luce degli “scambi di ruolo” provocati dalle altalenanti trattative, la sua esortazione sembra volersi rivolgere sia ai russi che agli ucraini, agli americani e agli europei, giungendo a una possibile riconciliazione “per evitare il peggio”.

Da AsiaNews

mercoledì 5 marzo 2025

Mercoledì delle ceneri

Non rinunciare, ma moltiplica! 
La quaresima è il tempo per rendere bella la vita. Cenere e acqua sono gli ingredienti primitivi del bucato di un tempo. E allora si riparte da qui: dal desiderio di rendere bella la tua vita. Sì, proprio la tua! II primo impegno è proprio questo: accorgerti delle bellezze che ti porti dentro e che per qualche motivo hai lasciato da parte. La quaresima, poi, è il tempo della moltiplicazione. In questo periodo moltiplica invece di rinunciare; moltiplica il tuo tempo per le persone, per gli amici; moltiplica i gesti d'amore; moltiplica le parole buone che fanno bene al cuore. Moltiplica il tempo del silenzio e della meditazione. Prega, leggi, rileggi la tua vita. Ama i passi che hai fatto fino ad oggi. Questo è il tempo per rendere bella la vita. Non rinunciare solo alle cose materiali e non essere solo contento di non mangiare dolci, di non fumare, di non scrivere sui social; in questo tempo dovrai coinvolgere il cuore e capire come ami le persone. E' il cuore che conta. 
Buon cammino!

Don Tonino Bello

domenica 2 marzo 2025

L'amore cristiano

Sono stato in prigione per 13 anni, di cui 9 in isolamento. 

Due guardie mi guardavano ma non mi parlavano mai; solo sì e no. Ma sapevo che dopo tutto erano miei fratelli e dovevo essere gentile con loro. 

Non avevo alcun dono da offrire come prigioniero. 
Non avevo proprio nulla, nulla che potesse far loro piacere. 
Cosa fare? 
Una notte mi venne un pensiero: "Sei ancora molto ricco. Hai l'amore di Cristo nel tuo cuore. Amali come Gesù ti ama".

Il giorno dopo mi misi al lavoro, innanzitutto mostrando allegria e sorridendo. 
Cominciai a raccontare dei miei viaggi in Paesi dove la gente vive in libertà e gode della propria cultura e dei grandi progressi tecnici. 
Questo ha stimolato la loro curiosità e hanno fatto molte, molte domande. 
Lentamente, molto lentamente, siamo diventati amici. 
Volevano imparare le lingue straniere.
Le mie guardie sono diventate mie discepole! 

L'atmosfera del carcere cambiò notevolmente. 
La qualità dei nostri rapporti cambiò in meglio.

In quel periodo, in un'altra zona, un gruppo di venti persone stava imparando il latino per poter leggere i documenti della Chiesa. 
Il loro insegnante era un ex catechista. 
Una delle mie guardie frequentava il corso di latino e un giorno mi chiese se potevo insegnargli delle canzoni in latino.
"Ce ne sono tante", risposi, "e sono tutte così belle".
"Tu canta e io scelgo", replicò.
E così ho cantato Salve Regina, Salve Mater, Lauda Sion, Veni Creator, Ave Maris Stella - non indovinerete mai la canzone che ha scelto...
Il Veni Creator!

Non so dirvi quanto sia commovente essere in una prigione comunista e sentire la propria guardia, che scende le scale alle 7 del mattino ogni mattina, mentre si reca al cortile della palestra per gli esercizi fisici, cantare il Veni Creator!

In un'altra prigione di Hanoi, sono diventato amico della mia guardia e ho potuto chiedere un pezzo di filo metallico. 
Era terrorizzato. 
"Ho studiato all'Università di Polizia che quando qualcuno vuole del filo elettrico, vuole uccidersi!", gridò. 
Gli ho spiegato che i cristiani, e soprattutto i sacerdoti, non si suicidano.
"E allora che cosa ci fai con il filo elettrico?", mi chiese.
"Mi serve una catena per portare la mia croce".
"Ma come si fa a fare una catena con il filo elettrico?".
"Se mi porti due piccole pinze, ti faccio vedere".
"Troppo pericoloso!"
"Ma siamo amici!"
Esitò e infine disse: "È troppo difficile rifiutare. Stasera alle 19 lo faremo. Ma dobbiamo finire prima delle 23. 
Dirò al mio compagno di prendersi la serata libera. Se lo sapesse, ci denuncerebbe entrambi".
Quella sera, con gli attrezzi che aveva portato, tagliammo, modellammo e lavorammo insieme per fare la mia catena e la finimmo prima delle 23!

Questa croce e questa catena non sono solo il mio ricordo della prigionia, per quanto prezioso possa sembrare. 
Sono un promemoria costante del fatto che solo la carità cristiana può portare a un cambiamento del cuore. 

Non le armi, non le minacce, non i media. 
È stato molto difficile per le mie guardie capire quando ho parlato di amare i nostri nemici, di riconciliazione e di perdono.
"Ci ami davvero?"
"Sì, vi amo davvero".
"Anche quando ti facciamo soffrire? 
Quando soffri perché sei in prigione senza processo?".
"Guarda tutti gli anni che abbiamo passato insieme. 
Certo, ti amo!".
"E quando uscirai, dirai alla tua gente di trovarci, di picchiarci e di fare del male alle nostre famiglie?".
"Continuerò ad amarti anche se vorrai uccidermi".
"Ma perché?"
"Perché Gesù ci ha insegnato ad amare sempre; se non lo facciamo, non siamo più degni di essere chiamati cristiani".
Non c'è abbastanza tempo per raccontare tutte le altre storie commoventi che testimoniano il potere liberatorio dell'amore di Gesù.
Indossate una sola uniforme e parlate una sola lingua: la carità.
La carità è il segno con cui sarete riconosciuti come discepoli di nostro Signore. 
È un distintivo che costa poco ma è difficilissimo da trovare. 
La carità è il linguaggio più importante. 
San Paolo la considerava molto più importante del saper "parlare le lingue degli uomini e persino degli angeli.

Venerabile Cardinale Nguyen Van Thuan del Vietnam

sabato 1 marzo 2025

Buon Ramadan!

 


Quest'anno il digiuno di Ramadan e l'astinenza quaresimale si incontrano.

L’inizio e la fine del Ramadan sono stabiliti dall’osservazione della luna: in Arabia Saudita, dove l’Islam nacque con il profeta Maometto, comincia oggi, 1° marzo, e termina il 29 dello stesso mese. È il sacro mese di digiuno (‘sawm’, il quarto pilastro dell’Islam) e preghiera per i musulmani. Si tratta di un’usanza che si celebra in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto.

In questo periodo, i credenti devono obbligatoriamente astenersi dal consumo di cibi e bevande, così come dai rapporti sessuali (sawm), dall’alba (suḥūr) fino al tramonto (ifṭār).

Durante il Ramadan si commemora la prima rivelazione del Corano a Maometto, trasmessa dall’arcangelo Gabriele, noto in arabo come jibrīl. Questo mese è caratterizzato dall’osservanza del digiuno, uno dei cinque pilastri dell'Islam, insieme alla professione di fede, alla preghiera quotidiana, alla donazione ai bisognosi e al pellegrinaggio alla Mecca.

domenica 16 febbraio 2025

‘M’illumino di meno’: una settimana per riflettere

‘M’illumino di meno’ è la Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili. Già il nome dell’evento fa intendere lo sforzo collettivo per evitare l’inquinamento luminoso e per condividere una cultura del consumo attento dell’energia. Sempre volto a contrastare e prevenire gli sprechi. Come sempre le celebrazioni iniziano il 16 febbraio con una serie di eventi collegati per sensibilizzare sul consumo energetico. Quest’anno però dureranno sino al 21 febbraio con l’introduzione di un tema nuovo e molto attuale: quello della produzione del settore moda.
Perché ‘M’illumino di meno’ si celebra il 16 febbraio

‘M’illumino di meno’ inizia nel 2005, è l’anno della prima edizione dell’iniziativa. Da allora molte cose sono cambiate. A cominciare dal fatto che dal 2022 non è più una semplice campagna o iniziativa, ma una giornata nazionale. Si tratta infatti di un momento di festa e di riflessione, l’occasione per considerare la giusta strada verso la transizione ecologica. L’invito ovviamente è a ridurre razionalmente i propri consumi, creando un momento di simbolico silenzio energetico.

Il 27 aprile 2022, con la conversione del Decreto Legge n. 17/2022, ‘M’illumino di meno’ è entrata nelle leggi dello Stato: il Parlamento italiano ha riconosciuto il 16 febbraio come Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili. E il motivo è semplice: il 16 febbraio è il giorno in cui ricorre l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, trattato internazionale in materia ambientale riguardante il surriscaldamento globale.

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lunedì 3 febbraio 2025

Candelora, de l'inverno sèmo fòra

La Candelora, è un giorno a metà fra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera legato a tante tradizioni pagane e religiose. Il 2 febbraio rappresenta uno spartiacque nel calendario invernale perché segna l'allungamento delle giornate e il primo timido risveglio della natura.    

La 'festa delle candele', celebrata dai cattolici ma anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti nell'anniversario della Presentazione di Gesu' al Tempio, si ispira al simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti". Anche i riti pagani prevedevano fuochi e falo' per la conclusione della fase piu' dura dell'inverno. La Candelora veniva celebrata gia' sotto l'imperatore Giustiniano e nel VII secolo Papa Sergio I istitui' una processione penitenziale da tenersi il 2 febbraio per la festa che nel calendario tridentino venne chiamata "Purificazione della Beata Vergine Maria". Il 3 febbraio la Chiesa celebra San Biagio, protettore del bestiame e delle attività agricole, e le due ricorrenze si fondono nelle celebrazioni.    

La Candelora si festeggia in molti Paesi: in Messico segna la fine delle festivita' natalizie (e chi trova il pupazzetto di Gesu' nella torta deve organizzare un rinfresco), in Francia e' il giorno delle 'crepes', in Lussemburgo i bambini fanno volare in cielo le lanterne.

sabato 25 gennaio 2025

29 Gennaio 2025, è ‘l'anno del serpente’ (蛇年 shé nián).

Quest'anno è l'Anno del Serpente di Legno secondo il calendario cinese. Questo segno combina la saggezza e il mistero del Serpente con la crescita e il rinnovamento del Legno. È un periodo propizio per l'introspezione, la trasformazione personale e la pianificazione strategica.

Significato e Simbolismo
Il Serpente è considerato un segno di grande eleganza, sensualità e strategia. È spesso associato a persone profonde, intuitive e affascinanti, ma anche riservate. L'elemento Legno rappresenta crescita, creatività e rinnovamento, evocando equilibrio e connessione con la natura.

Eventi Correlati
Il Capodanno Cinese segna l'inizio delle celebrazioni, che durano 15 giorni e culminano con la Festa delle Lanterne. Durante questo periodo, le case vengono decorate con simboli di prosperità e fortuna, si condividono piatti tradizionali e si accendono fuochi d'artificio.
In città come Torino, ci sono eventi speciali come la proiezione della scritta "Fortuna" sulla Mole e la danza del drago e dei leoni.

lunedì 20 gennaio 2025

Per effetto di quanto disposto dalla legge 17 maggio 2024 n. 70, in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, il 20 gennaio 2025 sarà celebrata la prima «Giornata del rispetto», istituita ai sensi dell’articolo 4 della medesima legge “quale momento specifico di approfondimento delle tematiche del rispetto degli altri, della sensibilizzazione sui temi della non violenza psicologica e fisica e del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione.”

Concepita in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso nel 2020 per aver difeso un amico in difficoltà, questa "Giornata" intende rappresentare l’occasione per ciascuna comunità scolastica di porre in essere attività di riflessione e approfondimento in ordine alla più ampia tematica del rispetto, anche al fine di prevenire e contrastare ogni forma di violenza psicologica e fisica connessa a fenomeni dibullismo e cyberbullismo.


domenica 19 gennaio 2025

Il rapporto Oxfam. Più di tre miliardi di persone vivono sotto la soglia di povertà

Quasi una persona su due (il 44% dell’umanità) vive oggi con meno di 6,85 dollari al giorno. E sebbene la percentuale di popolazione mondiale che vive in povertà sia diminuita negli ultimi 30 anni, il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone. Alle tendenze attuali, ci vorrebbe più di un secolo per portare l’intera popolazione mondiale sopra la soglia di indigenza.
Allo stesso tempo, anche il rallentamento del tasso di riduzione della povertà estrema (condizione in cui versa chi non dispone di risorse superiori a 2,15 dollari al giorno) tende a consolidarsi, allontanando l’obiettivo di eliminare la povertà globale entro il 2030.

sabato 18 gennaio 2025

Unità dei Cristiani, aperta la Settimana

Sabato 18 gennaio al Tempio Valdese di corso Vittorio Emanuele II è stata aperta la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani che quest’anno porta il tema «Credi tu questo?» (Gv 11,26), in riferimento alla resurrezione del Signore Gesù. La Settimana quest’anno si celebra a 1700 anni dal Concilio di Nicea nel quale fu promulgato il simbolo della fede in cui tutte le Chiese cristiane si riconoscono. 

A Ragusa sette chiese sorelle celebrano insieme la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. La Chiesa cattolica, la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, la Comunità Luterana di Sicilia, la Chiesa ortodossa rumena (parrocchia Santa Melania) di Vittoria, la Chiesa pentecostale di Santa Croce Camerina, la Sabaoth Church di Vittoria e la chiesa pentecostale Nuova Creazione di Scoglitti nel solco di un cammino avviato già da alcuni decenni che vede crescere e consolidarsi il rapporto di comunione e di stima reciproca tra le varie chiese cristiane presenti nella diocesi, felici di vivere dei momenti di fraternità, pur nella differenza delle diverse tradizioni. 

Gruppi come il movimento dei Focolari e la comunità di Sant'Egidio sono tradizionalmente impegnati nel dialogo tra le varie chiese. In ogni Diocesi si promuovono iniziative di incontro e di preghiera.

Quest’anno a Vicenza ha animato la veglia di preghiera il coro di una delle parrocchie ortodosse romene. Oltre alla veglia diocesana, ci sono incontri nelle UP che hanno presenze ecumeniche nel loro territorio.
Seguendo le indicazioni della CEI, inoltre, grazie alla buona volontà delle monache carmelitane celebriamo anche a Vicenza la giornata di preghiera per il dialogo cristiano-ebraico, vissuta come incontro ecumenico assieme ad altre Chiese il 17 gennaio.

mercoledì 15 gennaio 2025

Rapporto 2025 sui cristiani perseguitati

Mai così tanti. Il numero dei cristiani perseguitati nel pianeta è cresciuto ancora tra il primo ottobre 2023 e il 30 settembre scorso e ha raggiunto l’assurda cifra di 380 milioni. Quindici milioni in più dell’anno precedente. Il record in oltre tre decenni di ricerche compiute da Porte aperte/Open doors. In pratica un fedele su sette subisce discriminazioni, abusi, minacce, violenze a causa della propria fede. In Africa – il Continente con i maggiori valori assoluti – sono uno su cinque. Addirittura migliaia vengono uccisi: ben 4.476, in media dodici al giorno, altri 3.775 sono stati sequestrati. «Non solo i massacri e i rapimenti ma le oltre 7.600 chiese, cliniche e scuole cristiane attaccate o chiuse – sottolinea Cristian Nani, direttore di Porte aperte/Open doors –, le oltre 28mila case o attività economiche saccheggiate o distrutte, costringono alla fuga famiglie e intere comunità cristiane, dando vita a esodi inumani e a una Chiesa profuga che grida aiuto».

Sono tredici i luoghi più pericolosi del mondo per essere cristiani. In cima alla classifica c’è sempre la “solita” Corea del Nord che obbliga i battezzati a vivere il proprio credo in assoluta segretezza: tra i 50 e i 70mila sono rinchiusi nei campi di lavoro forzato. Seguono Somalia, Yemen, Libia e Sudan nei quali la persecuzione è intimamente legata al conflitto. Poi l’Eritrea e la Nigeria, la nazione con più vittime cristiane: 3.100. Pakistan e Iran sono stabili in ottava e decima posizione. L’Afghanistan dei taleban è decimo. Dopo l’uccisione di tanti fedeli, gli ex studenti coranici credono di avere eliminato la “minaccia”.
In India – undicesima nell’elenco – prosegue il declino dei diritti e delle libertà fondamentali. Nel periodo considerato, sono stati assassinati almeno venti cristiani, 459 chiese sono state distrutte, oltre duemila sono detenuti senza processo. Qualche spiraglio positivo si registra in Arabia Saudita dove, soprattutto nelle grandi città, c’è stata una maggiore tolleranza per le decorazioni natalizie anche se la pratica di religioni non musulmane resta vietato. Allarmante la condizione del Myanmar, in seguito al colpo di Stato del 2021 i battezzati – che costituiscono l’8 per cento della popolazione – sono intrappolati nei combattimenti in corso, i luoghi di culto sono attaccati con la falsa accusa di accogliere i ribelli, oltre centomila di loro, nella sola regione di Kachin, sono sfollati a causa delle violenze. 
Preoccupa anche la situazione dell’Asia centrale, dove la libertà di fede è repentinamente deteriorata. L’epicentro è il Kirghizistan con un’escalation di violenza senza precedenti in una nazione con un livello di persecuzione medio-basso che si verifica nell’ambito di un processo di involuzione autoritaria. Nuove leggi, in nome di imprecisati valori culturali, hanno indebolito lo stato di diritto. Anche nel Kazakistan di Nursultan Narbayev, messo a dura prova dai disordini seguiti alla crescita dei prezzi dell’energia, hanno ridotto la libertà di fede. I battezzati ne hanno fatto le spese, soprattutto per quanto riguarda la maggior diffusione dei matrimoni forzati e degli stupri. In questo scenario oscuro, uno spiraglio viene dall’America Latina. In Colombia la violenza è calata per effetto del cessate il fuoco temporaneo del febbraio scorso. Soprattutto, poi, nel Nicaragua di Daniel Ortega ha dovuto allentare lievemente la presa in seguito alle sanzioni imposte da Usa, Canada e Ue.

di Lucia Capuzzi, su Avvenire