venerdì 25 aprile 2025

Un giorno di silenzio, senza armi né odio, in memoria di un uomo di Pace

Un giorno di tregua. Un silenzio universale che attraversi confini, conflitti e interessi, per rendere omaggio alla figura di Papa Francesco nel giorno del suo funerale. È questo il senso profondo dell’appello promosso da sindaci e vescovi delle cosiddette “città di pace”, quei luoghi che, nel corso del suo pontificato, hanno segnato le tappe di un instancabile cammino di dialogo e fraternità.

L’obiettivo è chiaro e potente nella sua semplicità: fare del sabato 26 aprile, giorno del funerale di Papa Francesco, una giornata di pace globale. "Tacciano le armi, cessi il fuoco, si fermi l’industria bellica, non si pronuncino parole d’odio" – si legge nel testo dell’appello – affinché il saluto al Vescovo di Roma diventi testimonianza concreta dei valori per i quali ha vissuto e operato: il dialogo, la riconciliazione, la costruzione di un futuro non fondato sul potere, ma sull’umanità.

Un’invocazione che non resta confinata al mondo istituzionale e religioso, ma che si apre a tutta la società civile. L’appello è infatti rivolto anche a città, diocesi, associazioni e a tutti coloro che si riconoscono in un’idea alta di civiltà e convivenza: donne e uomini di buona volontà, capaci di sostenere con convinzione una richiesta tanto simbolica quanto necessaria.

Le parole pronunciate da Papa Francesco durante la Pasqua del 2025 risuonano come un testamento spirituale: "Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! Sono queste le ‘armi’ della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!"
 
 
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Papa Francesco, pellegrino di speranza, è tornato al Padre il 21 aprile 2025, mentre la luce della Pasqua illuminava il mondo. Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires nel 1936 da una famiglia di origine italiana, dopo gli studi e una breve carriera come tecnico chimico, seguì la chiamata al sacerdozio nei gesuiti. Vescovo, poi Arcivescovo di Buenos Aires, sempre vicino ai poveri e alla gente semplice, fu eletto Papa il 13 marzo 2013, scegliendo il nome di Francesco per ispirarsi a san Francesco d'Assisi. Da subito si distinse per la sua umiltà, l’amore per gli ultimi e l’impegno per un mondo più giusto e fraterno. Ha vissuto in modo semplice, riformato la Chiesa con coraggio e l'ha aperta ancora di più al dialogo con tutti, credenti e non. Durante il suo pontificato ha scritto encicliche fondamentali sulla fede, sull'ambiente, sulla fraternità e sull’amore di Dio. Ha sempre difeso la pace, lanciato appelli contro ogni guerra e ricordato l’importanza di prendersi cura dei più fragili. Anche negli ultimi tempi, segnati dalla malattia, ha continuato a servire con cuore appassionato, lasciando a tutti una straordinaria eredità di fede, amore e coraggio. 

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