La Corea del Sud è un paese in cui la cultura patriarcale nei suoi aspetti più conservatori è molto radicata: dalle donne ci si aspetta generalmente che abbiano figli, si dedichino alla famiglia e si adattino a una serie di canoni estetici e di abbigliamento. Tra i movimenti femministi nati negli ultimi anni per opporsi a tutto questo ce n’è uno piuttosto radicale, che rifiuta del tutto il matrimonio con gli uomini e in senso ancora più ampio le relazioni eterosessuali, nella convinzione che questo sia l’unico modo per cercare di limitare gli abusi e le discriminazioni di genere.
Il movimento 4B (conosciuto anche come movimento dei “4 no”) prende il nome da quattro parole sudcoreane che cominciano con il prefisso “bi”, che indica appunto “no”: bihon, cioè il rifiuto del matrimonio eterosessuale; bichulsan, il rifiuto di avere figli; biyeonae, il rifiuto di avere relazioni romantiche con gli uomini e bisekseu, il rifiuto di avere rapporti sessuali con loro.
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