La scultura “Let The Oppressed Go Free” è ispirata da un passo della Bibbia (Isaia 58:6), dal quale Schmalz prende il nome della sua opera: “Questo è il digiuno che voglio - oracolo del Signore -: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo". Ogni 8 febbraio, giorno in cui ricorre la memoria di Santa Bakhita, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di Persone. Nell’ultima edizione, Papa Francesco ha sottolineato che le popolazioni vulnerabili più gravemente esposte a subire questo crimine sono “le persone impoverite dalla crisi economica, dalle guerre, dal cambiamento climatico e da tanta instabilità che vengono facilmente reclutate”. In questo senso, ha incoraggiato a “cercare modi per trasformare le nostre società e prevenire questa piaga vergognosa che è la tratta di persone”, che ha definito come un “fenomeno oscuro”.
E' stata benedetta e inaugurata il 29 giugno accanto alla chiesa di San Francesco a Schio in occasione della festa di San Pietro Apostolo, patrono della città. A benedire la scultura il Segretario di Stato Vaticano, il Cardinal Pietro Parolin che ha detto: «Guardando questa statua viene da pensare che le persone rappresentate finiscano all’altezza della botola, ma in realtà continuano anche nel sottosuolo. Se non tutti gli uomini del mondo, almeno quelli qui presenti possono vedersi raffigurati perché credo che tutti abbiamo una schiavitù da cui liberarci». Davanti alla scultura il Cardinale ha invitato tutti a «chiedere a Santa Bakhita, che è la patrona delle vittime della tratta, di aiutarci a liberarci da questa schiavitù. E sapete qual è? La chiusura in noi stessi. L’individualismo che ci impedisce di prenderci cura degli altri, come dovremmo fare. Papa Francesco continua a richiamare su questo: sull’indifferenza con cui guardiamo la realtà del nostro giorno, dei nostri giorni, soprattutto la realtà di sofferenza, dolore e di vulnerabilità. Solo se ci libereremo da questa schiavitù saremo veramente in grado di aiutare gli altri».
Dal Comune di Schio
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