domenica 11 giugno 2023

In Germania ChatGPT proclama il suo primo sermone in chiesa

 

Venerdì 9 giugno 2023, nella chiesa di San Paolo della cittadina bavarese di Fürth, ChatGPT ha fatto ilsuo debutto come predicatore. Dentro la chiesa è stato installato un maxischermo dove un «pastore» di colore, con la barba, e altri officianti, hanno predicato a circa 300 fedeli. L’esperimento è stato preparato e guidato da Jonas Simmerlein, teologo e filosofo dell’Università di Vienna. Con la voce di un assistente vocale, il «pastore» virtuale ha officiato un servizio durato circa 40 minuti, che includeva il sermone, le preghiere e la musica.

«Ho concepito questo servizio, ma in realtà l’ho piuttosto accompagnato, perché direi che circa il 98% proviene dall’Intelligenza artificiale», ha detto il 29enne Simmerlein. 

In particolare, la predica virtuale ha suscitato un interesse così grande che la gente ha formato una lunga fila fuoridalla chiesa neogotica di San Paolo, del XIX secolo, già un’ora prima che iniziasse. «Cari amici, è un onore per me essere qui e predicarvi come prima intelligenza artificiale al convegno dei protestanti di quest’anno in Germania».

La convention - Deutscher Evangelischer Kirchentag - si svolge ogni due anni in un luogo diverso della Germania, attirando decine di migliaia di credenti impegnati a pregare, cantare e discutere della loro fede. I partecipanti parlano anche dell’attualità mondiale cercando soluzioni a questioni chiave, che quest’anno includevano il riscaldamento globale, la guerra in Ucraina e, appunto, l’intelligenza artificiale.
In effetti, i credenti nella chiesa hanno ascoltato con attenzione mentre l’intelligenza artificiale predicava di lasciarsi alle spalle il passato, concentrandosi sulle sfide del presente, superando la paura della morte e non perdendo mai la fiducia in Gesù Cristo.

Nel suo progetto viennese, dice Simmerlein, le persone sono state portate a riflettere: "È stato molto provocatorio ascoltare temi classici che normalmente si sentono dalla bocca di un pastore in un modo completamente diverso da un assistente vocale. In fondo, si tratta di una voce simile a quella umana". Gli avatar hanno lo scopo di visualizzare il tutto. "E quando lo si guarda per un po', si tende a dimenticare che non c'è una "persona reale" che parla sullo schermo, ma che si tratta di programmi che la simulano". 

Dal Sole24ore

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