mercoledì 28 giugno 2023

Perché studiare Teologia?

Cosa significa fare teologia
La parola “teologia” proviene dalla composizione di due termini di origine greca: θεός (theos), che si traduce con “Dio”; e λόγος (logos), che, tra le altre accezioni, significa anche “discorso” o “pensiero”. Per cui la teologia è “un discorso su Dio”, oppure un “pensare Dio”.
Detto in altra maniera, fare teologia significa indagare intorno al mistero di Dio. Il teologo, quindi, è colui che cerca di approfondire la conoscenza di Dio e dei misteri ad Esso collegati.

Se, però, ci si ferma a questa definizione non si comprende fino in fondo cosa è teologia e cosa è il lavoro teologico. In realtà, ogni credente è chiamato ad approfondire i misteri della fede in cui crede. Però è anche vero che non ogni credente è un teologo. Ciò significa che, a quanto detto finora, manca qualcosa. E questo qualcosa è proprio lo specifico dello studio e della ricerca teologica.
Teologo e credente: base comune, ma compito diverso

Se ogni credente è chiamato ad approfondire e comprendere sempre meglio la sua fede, non è su compito specifico quello di andare fino in fondo alle singole questioni che possono sorgere e che chiedono di essere meglio indagate e risolte. Questo è il compito del teologo e l’obiettivo di studiare teologia.

Volendo fare un parallelo, si può far riferimento all’ambito medico cercando di comprendere la differenza tra il medico di base e il ricercatore. Entrambi studiano medicina e hanno una preparazione di base comune, ma poi il ricercatore si concentra su un aspetto specifico di un problema medico e ne studia i vari aspetti per poi arrivare ad una conclusione, che potrebbe coincidere con una cura. Il medico di base non è tenuto a conoscere tutti i processi e le modalità con cui si è arrivati a quella cura e sapere fino in fondo come quella determinata medicina opera per arrivare alla soluzione. Per lui è sufficiente sapere che c’è quel farmaco che risponde a quella esigenza e che è stato testato e valutato da chi di dovere.

Uscendo ora dalla metafora, credente e teologo partono dalla stessa base, che è la fede, ma, mentre il secondo cerca di “entrarvi dentro”, indagando le diverse sfaccettature e proponendo spiegazioni e comprensioni particolareggiate, il credente si basa sul lavoro del teologo utilizzandone le conclusioni per capire meglio anche lui quello in cui crede.


All’Istituto Superiore di Scienze Religiose mons. Arnoldo Onisto di Vicenza puoi trovare la risposta.

L’Istituto offre corsi per chi desidera 
- vivere una fede più consapevole in dialogo con il mondo
- intraprendere la via dell’Insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole.
- svolgere un servizio sempre più preparato in campo pastorale
- approfondire le grandi questioni culturali e religiose, in un contesto sempre più plurale ed interconnesso.

Nessun commento:

Posta un commento