Cosa significa fare teologia
La parola “teologia” proviene dalla composizione di due termini di origine greca: θεός (theos), che si traduce con “Dio”; e λόγος (logos), che, tra le altre accezioni, significa anche “discorso” o “pensiero”. Per cui la teologia è “un discorso su Dio”, oppure un “pensare Dio”.
Detto in altra maniera, fare teologia significa indagare intorno al mistero di Dio. Il teologo, quindi, è colui che cerca di approfondire la conoscenza di Dio e dei misteri ad Esso collegati.
Se, però, ci si ferma a questa definizione non si comprende fino in fondo cosa è teologia e cosa è il lavoro teologico. In realtà, ogni credente è chiamato ad approfondire i misteri della fede in cui crede. Però è anche vero che non ogni credente è un teologo. Ciò significa che, a quanto detto finora, manca qualcosa. E questo qualcosa è proprio lo specifico dello studio e della ricerca teologica.
Teologo e credente: base comune, ma compito diverso
Se ogni credente è chiamato ad approfondire e comprendere sempre meglio la sua fede, non è su compito specifico quello di andare fino in fondo alle singole questioni che possono sorgere e che chiedono di essere meglio indagate e risolte. Questo è il compito del teologo e l’obiettivo di studiare teologia.
Volendo fare un parallelo, si può far riferimento all’ambito medico cercando di comprendere la differenza tra il medico di base e il ricercatore. Entrambi studiano medicina e hanno una preparazione di base comune, ma poi il ricercatore si concentra su un aspetto specifico di un problema medico e ne studia i vari aspetti per poi arrivare ad una conclusione, che potrebbe coincidere con una cura. Il medico di base non è tenuto a conoscere tutti i processi e le modalità con cui si è arrivati a quella cura e sapere fino in fondo come quella determinata medicina opera per arrivare alla soluzione. Per lui è sufficiente sapere che c’è quel farmaco che risponde a quella esigenza e che è stato testato e valutato da chi di dovere.
Uscendo ora dalla metafora, credente e teologo partono dalla stessa base, che è la fede, ma, mentre il secondo cerca di “entrarvi dentro”, indagando le diverse sfaccettature e proponendo spiegazioni e comprensioni particolareggiate, il credente si basa sul lavoro del teologo utilizzandone le conclusioni per capire meglio anche lui quello in cui crede.
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