sabato 14 maggio 2022

Confucio

Ho visto il film sul maestro Kung Qiu, disponibile su Primevideo. Un film del regista Hu Mei che risale al 2010 in cui Chow Yun-Fat recita nel ruolo del fondatore del Confucianesimo.

Ho trovato interessante voler rendere cinematograficamente la storia di un antico maestro visuto nel VI secolo a.C. in un momento di instabilità politica per la dinastia Zhou. Tra lotte feudali, Kung Qui (Confucio) spera di poter introdurre il rito e l'etica, in modo da portare armonia e prosperità.
Un tempo di guerra, di eroi, di nuove idee, di nuove opere...  "periodo della Primavera e dell'Autunno" in Cina. 

La realizzazione dei costumi e la recitazione del protagonista rendono il film interessante, ma l'insegnamento del maestro (alla fine definito come il più grande maestro e filosofo di tutta la storia mondiale), viene sacrificato in favore di una narrazione biografica non del tutto attendibile. Mi sembra di cogliere la preoccupazione cinese che la religione rimanga fatto personale, fuori dalla politica.

Iconico il momento in cui Kung Qui salva uno schiavo destinato, per una perversa tradizione, a essere sepolto con il proprio padrone. E' il momento in cui emerge l'insegnamento chiave del confucianesimo: "Nessuno può imporre ad altri ciò che non sarebbe disposto ad accettare per sè".

Toccante il momento in cui Kung Qiu e i suoi discepoli, stremati per il lungo peregrinare e per la fame, condividono una tazza di brodo. Una comunione discepolo-maestro molto forte, che richiama un senso di fratellanza presente nel cristianesimo e in molte altre esperienze profondamente religiose e umane.

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