Con il cuore pesante il 27 maggio Tk'emlúps te Secwépemc Kukpi7, il capo Rosanne Casimir confermava una perdita impensabile di cui si parlava ma mai documentata alla scuola residenziale indiana Kamloops. La parola Kamloops è la traduzione inglese della parola Shuswap Tk'emlúps, che significa "dove i fiumi si incontrano", e per secoli è stata la casa dei Tk'emlusemc, "popolo della confluenza". Con l'aiuto di uno specialista di radar capaci di penetrare nel suolo, è emersa la cruda verità – la conferma dei resti di 215 bambini che erano studenti della scuola residenziale indiana di Kamloops.
Tk'emlúps te Secwépemc è la comunità di origine della scuola residenziale indiana di Kamloops che è stata la più grande scuola del sistema scolastico residenziale degli Indian Affairs.
Non è purtroppo una novità il trattamento riservato dai coloni europei verso le popolazioni indigene e il tentativo di integrazione culturale forzata. La fossa comune è stata scoperta nei pressi della scuola, che faceva parte di una rete creata dal governo, e gestita dalla Chiesa cattolica. La Kamloops Indian Residential School fu attiva da fine ‘800 fino alla fine degli anni ’60, per poi essere chiusa definitivamente nel 1978. Furono circa 150mila i bambini indigeni separati dalle famiglie e trasferiti in queste scuole, sorte proprio per assimilare i nativi. I bambini, ai quali veniva vietato di parlare la lingua d’origine, venivano spesso abusati e maltrattati, molti pagarono con la vita questa loro diversità.
In una dichiarazione del 31 maggio scorso, i vescovi canadesi avevano espresso il loro “profondo dolore”, riaffermando il loro impegno verso le comunità aborigene del Paese. Questo drammatico ed orribile episodio si aggiunge a una pagina dolorosa della storia del Paese. La Commissione per la verità e la riconciliazione del Canada ha pubblicato un rapporto sulle scuole residenziali più di cinque anni fa. Il documento di quasi 4.000 pagine descriveva in dettaglio l'abuso dei bambini aborigeni nelle istituzioni, dove almeno 3.200 bambini sono morti a causa di abusi e negligenza. Le indagini, incoraggiate anche dal Papa, proseguiranno con la volontà piena del governo di salvaguardare e identificare i resti.
Le parole di ieri di papa Francesco: "La triste scoperta accresce ulteriormente la consapevolezza dei dolori e delle sofferenze del passato. Le autorità politiche e religiose del Canada continuino a collaborare con determinazione per fare luce su quella triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e guarigione. Questi momenti difficili rappresentano un forte richiamo per tutti noi per allontanarci dal modello colonizzatore e anche delle colonizzazioni ideologiche di oggi e camminare fianco a fianco nel dialogo e nel rispetto reciproco e nel riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutte le figlie e i figli del Canada".
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