Il ricordo dei fatti tragici di 32 anni fa, la strage di piazza Tienanmen, non è mai stato consentito in Cina, dove l'argomento è ufficialmente oggetto di censura. Nonostante questo Hong Kong, Macao e Taiwan, avevano mantenuto vivo l'anniversario del 4 giugno nel mondo di lingua cinese.
Oggi però, per la coincidenza di misure anti-Covid e la censura governativa, non ci saranno incontri fisici in Cina dove sono bandite parole sensibili, numeri, fotografie, simboli, emoji e tutto ciò che potrebbe essere un vago riferimento a Tienanmen. Sono stati arrestati Chow Hang-tung, vicepresidente di Alleanza di Hong Kong, il gruppo che dal 1990 organizza la veglia in ricordo delle vittime, e un ragazzo di 20 anni.
Tutto questo fa riflettere. Può un governo reggersi sull'inibizione della libertà di espressione e continuare a negare il ricordo di misfatti come repressioni violente, genocidi, espropriazioni? Tutto il mondo é strettamente legato allo sviluppo economico e geopolitico della Cina e in questa fase sembra evidente che ci troviamo ad un bivio tra negazione della storia e delle libertà individuali per mantenere il controllo del potere (vedi Egitto con Regeni e Zaki, Russia con Navalni, Bielorussia con Protasevich, Turchia e questione curda e armena...) e l'apertura a fare i conti con la propria storia passata e recente (vedi il ricordo del massacro di Tulsa negli Stati Uniti in questi giorni).
Per formazione sono portato a credere che solo la verità ci renderá liberi...
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