Greta Thunberg, sedendosi di fronte alla sede del Parlamento svedese, comincia ad agosto del 2018 uno Sciopero Scolastico per il
Clima (Skolstreik for Klimatet). Aveva 15 anni ed era sola.
Così la vediamo in "I Am Greta", un documentario su Netflix che racconta come questa giovane svedese si ritrovi suo malgrado al centro del movimento per il clima. Un grande peso, una grande responsabilità vissuta con sofferenza, per una buona causa. Uno di temi sfiorati dal documentario è quello della Sindrome di Asperger che "aiuta a concentrarsi e a focalizzare gli argomenti che interessano". Vediamo Greta demolita dai presidenti Putin, Trump, Bolsonaro... sostenuta con simpatia da papa Francesco e denigrata sui social, la quale alla fine augura a tutti un po' di Asperger per poter prendere sul serio i problemi globali dell'ambiente e del clima.
Greta Thunberg è l’animatrice di un significativo e numeroso movimento globale di giovani, a partire dall’iniziativa Fridays for Future. Molti si sono ispirati alla giovanissima svedese, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Giappone alla Svizzera, dall’Afghanistan alla Thailandia, al Senegal, gli scioperi per il clima si diffondono a macchia d’olio. A metà marzo del 2019 oltre un milione di studenti hanno manifestato in tutto il mondo, con cortei in città come New York, Sydney, Mosca, Bruxelles. In Italia l’onda si è propagata coinvolgendo oltre cento città e tra queste Milano, con oltre 100.000 partecipanti, ha visto il più alto numero di giovani a sostegno delle iniziative promosse da Thunberg.
Che cosa rimane oggi del movimento iniziato da Greta, oggi diciottenne? La pandemia non ha fermato Thunberg e si suoi tanti sostenitori, che nel 2020, attraverso Fridays for Future (FFF), propone una serie di azioni sul Web, per continuare a coinvolgere tutto il mondo nella difesa del pianeta e da aprile del 2020 si trasferisce in rete. Ai partecipanti viene chiesto di postare una propria foto con un cartellone in cui esprimere il sostegno alla battaglia contro la crisi climatica, utilizzando l’hashtag #DigitalStrike.
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