domenica 31 marzo 2024
Buona Pasqua di Resurrezione
venerdì 29 marzo 2024
Nessuna guerra è "santa", meno ancora una di aggressione
domenica 24 marzo 2024
Convertirsi all'ecologia integrale è prendersi cura degli altri
martedì 19 marzo 2024
Don Peppe Diana, dopo trent'anni una vita ancora d'esempio per molti
domenica 17 marzo 2024
Masai ancora sotto sfratto
In Tanzania dal 2009 ad oggi nelle terre di Simba (il Re Leone) più di 150.000 Masai sono stati espulsi dal loro territorio per creare lussuose riserve di caccia grossa destinate a VIP e oligarchi di mezzo mondo (arabi, russi, americani, in primis).
Tour operator multinazionali mettono a disposizione della loro clientela lodge a 5 stelle, elicotteri e aeroporti privati. In questi airfield delle foreste africane passa di tutto e i gestori dei voli non gradiscono che i Masai possano monitorare le loro attività.
Spostare persone e villaggi è talora necessario per realizzare infrastrutture destinate al bene comune, per esempio per la creazione di bacini idroelettrici. Ma sradicare intere comunità dalle proprie montagne (e trasferirle a 700/800 km di distanza sulla costa dell’Oceano Indiano) per soddisfare il divertimento di una ristretta élite di cacciatori miliardari appare politicamente e moralmente inaccettabile.
La cacciata delle comunità Masai dalle loro terre in Tanzania è uno dei tanti esempi dello “approccio predatorio verso l’Africa” criticato più volte da Giorgia Meloni nell’ambito della presidenza italiana del G7. Nel novembre 2023 la Corte di appello della Tanzania ha emesso per la prima volta una sentenza favorevole alle proteste delle comunità Masai e questo è un elemento positivo.
Tuttavia si tratta solo di una prima tappa per una vicenda politica e giudiziaria che si trascina da tre decenni e che si protrarrà per lungo tempo ancora. L’Italia, volendo, potrebbe dare un contributo positivo sulla scia della posizione assunta recentemente dal Parlamento europeo.
venerdì 15 marzo 2024
15 marzo: Le richieste d’aiuto per disturbi alimentari sono triplicate
È un fenomeno drammatico in continua crescita: in Italia sono circa tre milioni le persone affette da disturbi alimentari e della nutrizione. I dati del ministero della Salute, diffusi in vista della “Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla” che ricorre oggi, parlano di un aumento del 30% dei casi dopo la pandemia e il lockdown, ma la tendenza in salita non si ferma. E l’anno scorso i decessi per le complicanze legate all’anoressia o alla bulimia sono stati 3.780. Si tratta della prima causa di morte tra i giovanissimi dopo gli incidenti stradali: il 70% dei malati, infatti, è in età adolescente. «All’inizio del 2000 le persone che soffrivano di disturbi dell’alimentazione in Italia erano circa 300 mila ma negli ultimi tre anni le richieste di aiuto che ci arrivano da chi chiama il numero verde 800180969 sono triplicate» commenta Laura Dalla Ragione, psichiatra, direttrice della Rete Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca) dell’Usl 1 dell’Umbria e responsabile del servizio telefonico nazionale attivato dall’Iss. E secondo un'analisi dell'Osservatorio sui Dca, su uno studio realizzato dal servizio di psicologia online Unobravo, il 79,4% delle persone che sostengono di non aver un buon rapporto con il cibo sono donne. Tra gli altri dati che emergono dall'indagine è che tra i soggetti che chiedono un supporto psicologico solo il 9,3% ha una diagnosi mentre il 28,1% degli utenti coinvolti nell'analisi parla di episodi riconducibili a un possibile binge eating disorder, ovvero frequenti abbuffate dopo le quali si manifestano sintomi fisici o psicologici (l'82,5% sono donne, quasi la metà tra i 25 e 32 anni).
giovedì 14 marzo 2024
La voce.dei Popolo indigeni
Sogna ragazzo, sogna
mercoledì 13 marzo 2024
70 anni felici in un polmone d'acciaio
lunedì 11 marzo 2024
Bhatti, 13 anni dall’omicidio del leader cristiano operatore di pace in Pakistan
L’omaggio a Shahbaz Bhatti è stato organizzato dall’Associazione Cristiani Pakistani in Italia e si è tenuto a Roma lunedì 11 marzo presso Palazzo Giustiniani, sede degli uffici del Senato della Repubblica. Un evento animato da esponenti della politica, delle istituzioni e di diverse confessioni religiose che riconoscono in Shahbaz il servizio incondizionato di “un operatore di pace” che con il suo esempio ha illuminato uomini e donne di tutto il mondo.
Via al Ramadan senza tregua per la Striscia di Gaza
Milioni di musulmani in tutto il mondo si preparano all'inizio del mese sacro islamico di Ramadan, atteso per oggi o martedì a seconda del paese in cui si trovano.
Questo mese particolarmente importante avrebbe potuto segnare la fine delle ostilità o l'inizio di una tregua in Israele e nei territori palestinesi, nel conflitto senza precedenti nella storia del Medio Oriente recente. Il pensiero della comunità islamica mondiale va, dunque, soprattutto alla Striscia di Gaza, a chi è sotto le bombe. “Loro hanno iniziato il Ramadan molto prima di tutti gli altri, un digiuno forzato a causa della mancanza di cibo e d'acqua a loro va il nostro pensiero”, ha detto l'Ucoii, Unione delle comunità islamiche italiane.
Ieri anche Papa Francesco ha lanciato un messaggio all'Angelus: "Stasera i fratelli musulmani inizieranno il Ramadan. Esprimo a tutti loro la mia vicinanza".
Da RaiNews
venerdì 8 marzo 2024
Due sorelle cantano sotto il burqa, simbolo dell'8 marzo
Mentre il mondo osservava il ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2021, due sorelle di Kabul erano tra milioni di donne in Afghanistan che potevano sentire direttamente il nuovo regime stringere la presa su di loro.
Hanno deciso che non potevano semplicemente restare a guardare mentre le libertà delle donne venivano limitate, e hanno iniziato segretamente a usare il potere delle loro voci per resistere.
Mettendosi in grave pericolo in un paese in cui i musicisti possono essere arrestati, hanno avviato un movimento di canto sui social media noto come Last Torch.
"Noi canteremo ma potrebbe costarci la vita", ha detto uno di loro in un video registrato, prima che iniziassero la melodia.
È stato pubblicato nell’agosto 2021, pochi giorni dopo la presa del potere dei talebani, ed è diventato rapidamente virale su Facebook e WhatsApp.
Senza alcuna esperienza musicale, le sorelle, che indossano il burka per nascondere la propria identità, sono diventate un fenomeno musicale.
"La nostra lotta è iniziata proprio sotto la bandiera dei talebani e contro i talebani", dice Shaqayeq (nome di fantasia), il membro più giovane del duo.
"Prima che i talebani salissero al potere, non avevamo mai scritto una sola poesia. Questo è ciò che ci hanno fatto i talebani".
Una era una famosa poesia della defunta Nadia Anjuman, che la scrisse in segno di protesta contro la prima presa del potere da parte dei talebani nel 1996.
"Come posso parlare di miele quando la mia bocca è piena di veleno?
Ahimè la mia bocca è sfondata da un pugno crudele…
Oh, per il giorno in cui romperò la gabbia,
Liberatevi da questo isolamento e cantate con gioia".
Da BBC
domenica 3 marzo 2024
Idee sbagliate che mettono in pericolo la sopravvivenza degli animali selvatici
sabato 2 marzo 2024
Arriva in Italia la serie TV su Gesù
E’ la prima serie tv in più stagioni dedicata a Cristo. Un progetto partito dal basso negli Stati Uniti (finanziato tramite crowdfunding) e lanciato nel 2019 gratuitamente sul web e a pagamento su varie piattaforme tv, che ha raggiunto finora oltre 200 milioni di spettatori, oltre 770 milioni di visualizzazioni di singoli episodi e che conta più di 12 milioni di follower sui social media.