Oggi la scuola si è fermata a riflettere su una morte che ha colpito tutti.
La vittima 105 di quest'anno, e in poco tempo già si sono aggiunte altre due donne a questo triste elenco.
Però questa morte non è stata come tutte le altre. Ha toccato il cuore di tutti, e non solo in Veneto, tanto da spingere i politici a pensare di introdurre una nuova materia a scuola: educazione all'affettività, educazione alle relazioni, educazione al rispetto di genere.
Eppure qualcuno oggi, durante il minuto di silenzio ha riso, qualcuno ha compiuto atti goliardici o si è prodigato in messaggi di cattivo gusto sui social e sui giornali, manifestando una immaturità palese, una incapacità di tematizzare o di argomentare di fronte ad un fatto così tragico che mette a nudo le nostre fragilità e mancanze.
Davvero viviamo ancora in una società patriarcale? È questo il problema? O non piuttosto che siamo in una fase di transizione in cui uomini e donne devono trovare un nuovo modo di convivere, di gestire i conflitti, di accettare la frustrazione di una relazione che finisce, di comprendere i propri errori e impegnarsi per cambiare i propri atteggiamenti e le proprie aspettative.
Nessuno può controllare gli spostamenti di un'altra persona, nè decidere se altri possano fare un viaggio, uscire con qualcuno, fissare i propri obiettivi (il momento della propria laurea). Questo in nessun modo è amore e non è una relazione. Questo deve essere chiaro per genitori, figli, per maschi e femmine.
Nessuno è autorizzato ad usare violenza fisica o verbale, nessuno può squalificare l'altro allo scopo di umiliarlo e controllarlo, nessuno può stordire una persona con alcol o droghe per abusare di lei, o approfittare di qualcuno che è in stato di debolezza per giustificare comportamenti abusivi.
Perchè è tanto difficile capire questo?
Facciamo un momento di silenzio per sradicare dalla nostra vita tutti questi pensieri e comportamenti storti. Nessuno di noi ha un diritto sulla vita degli altri.
Se una relazione non ha futuro, trova la forza di trovare un'altra strada; non dimostrare la tua inconsistenza distruggendo il futuro degli altri.
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