Inizia in Cattedrale il Festival, all'insegna dei primi 11 capitoli di Genesi.
Presente anche Giacomo Poretti con la moglie, ad interpretare la prima coppia... Adamo ed Eva in salsa milanese.
Domenico Starnone rilegge Genesi 1 e 2 cogliendo nel primo capitolo l'esuberanza di un Dio creatore che gioisce delle sue creature (vide che era cosa buona),a subito nel secondo tentennamenti e dubbi, per creature fallaci e tendenti a compiere il male. Ma c'é speranza per l'uomo? Citando Kafka conclude che si, c'é sempre una speranza.
Il biblista Jean Louis Ska riparte da queste domande esistenziali. Il mondo é fatto in modo diverso rispetto al progetto originale che Dio benedice per sette volte. Non siamo píú in questo mondo perché é stato cancellato dal diluvio. Non siamo più nell'Eden da cui fummo cacciati. Siamo nel mondo di Caino e Abele in cui si sparge il sangue.
Siamo nel mondo diviso dopo la torre di Babele, una umanità dispersa in luoghi, lingue e culture diverse.
Il racconto biblico ci fa sognare un mondo precedente alla nostra esperienza per immaginare la bontà a cui siamo chiamati, alla speranza che ci precede e ci attende. Se scaviamo nella nostra esperienza e cerchiamo di adottare una prospettiva riflessiva della natura umana, scorgiamo la grazia, che precede la disgrazia.
É un invito a ripensare il mondo nel suo fondamento buono. Il male avrà oscurare tutto, la violenza fa più rumore dell'aspirazione all'armonia.
In principio tutti gli esseri viventi sono vegetariani e mangiano quanto fornito da Dio. Il lupo e l'agnello vivono insieme anche nella profezia.
Non si deve rimpiangere il paradiso perduto, perché esso é davanti, vi fa sognare un mondo migliore che siamo chiamati a costruire insieme.
La torre di Babele al centro di una città molto alta rappresenta il sogno impossibile di fare vivere tutti gli uomini nello stesso modo, con una sola lingua. La ricerca dell'omologazione e dell'immortalità, non sono dati possibili.
La vocazione umana é di percorrere le vie di questo mondo. All'inizio degli Atti degli Apostoli gli apostoli guardano verso il cielo dove sparisce il Cristo. Gli angeli vedono i discepoli e li rimandano alla loro vocazione di percorrere le vie di questo mondo e di proclamare il Vangelo. Il vero cielo sta davanti a noi e non sopra di noi.
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