Chi pensava che la nonviolenza e l'obiezione all'uso delle armi fossero state messe definitivamente sotto scacco dallo scenario ucraino, deve fare i conti con quanto sta succedendo in queste ore su entrambi i fronti. In Ucraina la quarta carovana di Stopthewarnow, dopo aver consegnato aiuti umanitari a un centro di raccolta dell'Università di Cernivtsi, ha incontrato alcuni studenti per approfondire e riflettere sul tema della nonviolenza. Questa mattina sono a Kiev dove incontreranno diversi obiettori di coscienza e attivisti oltre che alcuni rappresentanti delle istituzioni. Quindi ci sono! No – dico – quelli che non sono d'accordo con la guerra, esistono. Anche perché la strada che è stata scelta finora dice che "abbiamo documentato che 5.996 civili sono morti e 8.848 sono rimasti feriti" dall'inizio del conflitto in Ucraina. 238 sono bambini. Parola di Matilda Bogner, responsabile diritti umani dell'Onu in Ucraina. Ma ha detto anche che i numeri sono molto al ribasso, ovvero sono stati contati solo quelli finora assolutamente accertati. Nessuno è in grado di dire se le vittime sarebbero state di più o di meno se non si fosse scelta la strada dell'uso delle armi. Ma a dire che la stragrande maggioranza della gente normale non vuole la guerra è quella coda infinita alla frontiera tra Russia e Georgia. Nelle scarpe di quei giovani che obiettano c'è molta più sapienza che nella testa di Putin. È l'ora di obiettare.
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