Nell'Amazzonia ecuadoriana il Covid-19 rischia di avere conseguenze drammatiche. Abbandonati dal governo, i popoli indigeni Waorani si stanno organizzando per affrontare da soli la pandemia.
Su
radio Jatari, una frequenza indigena ascoltata nell’
Amazzonia ecuadoriana, da qualche settimana vengono ripetutamente diffusi messaggi sanitari. L’obiettivo è far sì che tutti, anche le popolazioni che vivono nelle aree più remote della foresta, possano avere accesso alle notizie relative al
Covid-19.
L’accesso ai territori indigeni è stato vietato, per evitare di portare il contagio dall’esterno © Margherita Scazza
“Informiamo sulla malattia, i sintomi, le modalità di trasmissione del contagio e le misure di prevenzione. Le varie nazionalità indigene le traducono poi nelle loro lingue e le trasmettono sulle rispettive frequenze”, mi spiega
Nemonte Nenquimo, presidente di Conconawep (Consiglio di coordinamento della nazionalità Waorani di Pastaza). Le notizie sono diffuse anche attraverso altri mezzi, da Whatsapp alle arti visive – è il caso di disegni fatti circolare nei villaggi.
La mobilitazione non riguarda solo la foresta. “Pensiamo sia necessario aiutare tutti gli
indigeni Waorani, anche quelli che sono rimasti bloccati nelle città fuori dal territorio”, continua Nenquimo. “Per questo stiamo lanciando una
campagna per raccogliere fondi, in modo da rispondere alle loro necessità di base: alimenti, mascherine, sapone”.
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