venerdì 24 maggio 2019

L’essere nascosto - Festival Biblico

Venerdì 24.05 ore 18:45
Chiesa di San Rocco - Una chiesa che è un piccolo gioiello



Sottrarsi al legame sociale, inaugurando un’esistenza su terre estreme, a lento rilascio. Vien confuso con il moto della fuga. Di fatto un privilegio - mai comodo - un dono avveduto per incrociare sé, a venir fuori tutto intero. Alla luce.

Moderatore Armando Bonaiuto
Giovanni Lindo Ferretti (cantante e paroliere nella band CCCP)
Luciano Manicardi (Priore del Monastero di Bose)

Manicardi
Qualcuno può dire che un monaco si sia "ritirato dal mondo", ma il mondo é in noi. Si tratta di un modo diverso di vivere il tempo: un tempo che consente di vivere l'esperienza dello stupore, del camminare, del contemplare (attardarsi per cogliere la natura e l'altro come tempio e luogo della presenza di Dio). Si vive la prossimità alla giusta distanza.
Bose é accanto ad una chiesa romanica, nel bosco, a 500 metri di altezza. Ti consente di vedere, una prossimità nella distanza. Di prendere coscienza di essere un vivente che vuole vivere in mezzo ad altri esseri viventi che vogliono vivere.

Ferretti  
Ho avuto una vita gratificante; rifarei tutto ciò che ho avuto la possibilità di fare. Ho cantato in un momento in cui le cose iniziavano ad andare bene, nell'epoca in cui cominciavano ad affermarsi i concerti. Ma sentivo dentro una voce che mi ispirava il desiderio di ritornare a casa. La gioia vissuta con i CCCP e i CSI era mescolata ad una profonda malinconia. Sognavo di tornare a casa con un po' di soldi per metterla apposto. Tornare mi ha chiesto di fare i conti con la chiesa, il cimitero, i genitori, la terra, gli animali.
Scappato dalla città in cui la gente vive in scatolette aspettando la pensione per fuggire dal ciclo: produci, consuma, crepa.
Le città hanno dimenticato cose fondamentali come la morte. Nella mia comunità di montagna i morti e i nuovi nati sono il collante che fa stringere le relazioni e pensare, sperare. Non vorrei vivere in nessun altro posto. Vorrei essere condannato ai domiciari e non potermi più spostare da lì.
Quando stai sempre nello stesso posto, nuovo é lo sguardo con cui si incontrano le persone, soprattutto quelle che sembravano non interessanti, di nessun valore. Ci sono piccole preoccupazioni, piccoli interessi, alle quali vorrei essere legato in modo indissolubile, sempre.
Nel piccolo paese abbiamo tutto ciò che nella città si é dimenticato.



Manicardi
La cosa più difficile nella vita monastica é convivere e dover amare persone che non si sono scelte. Sono persone che si accolgono e si cerca di prendersi cura di loro, condividendo con loro la quotidianità. Nel monastero non é difficile la povertà, il celibato, l'obbedienza, ma é difficile la vita comune che non é la somma delle capacità e delle intelligenze di ciascuno, ma é la condivisione delle povertà di ciascuno. Essere visti e conosciuti, essere accettati proprio per i propri limiti. Con tutte le tentazioni di chi si associa insieme: gelosie, invidie e litigi. In una lettura giovanile mi é rimasto impresso l'episodio di due monaci in un monastero si prendevano a pugni. Ma la tentazione é una possibilità che si offre di vivere la vita in egocentrismo invece che nel dono di sè. 
Non esiste un monachesimo romantico dove si convive come angeli. Nel monastero si apre l'abisso di povertà in cui ciascuno si trova. Ci si arriva a conoscere realmente per ciò che si é e perciò non arriverà mai ad esprimere un giudizio. Ognuno é fratello di umanità dell'altro, nell'umilta. Non per ritenersi da meno, ma perché si riconosce la propria umanità che viene dalla terra (humus) e ad essa ritorna (cimitero). Chi ha vissuto con noi rimane con noi anche quando é morto. La comunione non viene meno perché il rapporto di ascolto, attesa e perdono, introduce in un rapporto più resistente anche della morte stessa.
Il Monaco riconosce a chi va a confessarsi da lui che i suoi peccati sono in comune con i suoi. La compassione é la porta dell'incontro autentico.

Ferretti
Il primo passo fondante del ritorno a casa é il confessarsi. Accettazione religiosa della propria umiltà: raccontare a qualcuno la propria verità. E toccherà pure tornarci perché la difficoltà si ripresenterà e il fallimento si ripeterà.
Superato il passo della confessione si apre uno spazio infinito che é lo spazio della preghiera. Tra le tante cose da fare si fa fatica a trovare il tempo per la preghiera, e io ho trovato nelle formule tradizionali un buon rifugio. Ho aggiunto solo una preghiera copta* per la pace trovata nel catechismo della Chiesa Cattolica.
Le cose che non sono in grado di dire probabilmente non sono vere, perciò il dialogo deve essere molto semplice. Far si che le giornate siano le più naturali e le più belle per essere "sazio dei miei giorni" significa liberarsi di tante cose
Alcune letture che mi hanno accompagnato sono:
"Il generale arruolato da Dio" Gianfranco Maria Chiti
"Il racconto dell'Anticristo" Vladimir Sergeevic Soloviev
"Santi di tutti i giorni" Shevkunov Tikhon (Archimandrita)


Manicardi
Un Monaco ha un viaggio di ricerca nelle domande che lui si pone. Dov'é la mia verità? La ripetitività dei gesti é una grande risorsa, però diventa anche un esercizio di memoria della volontà nel ribadire il motivo per cui si continuano a fare le stesse cose. Trovarsi insieme diversi e incompatibili, tra persone che nella vita normale non si sarebbero considerati. Nella ripetitività mi é data la possibilità di andare a fondo. Abitare la Parola e farla abitare in sé.
Io abito a 5 minuti dalla comunità. Devo attraversare dei prati e negli anni si disegna un sentiero che é la strada più breve per arrivare e rischi di chiuderti alla novità. L'abitudine é una semplificazione della vita, una sicurezza, porta all'essenzialità ma chiede di essere rimotivata. L'ascesi é scegliere ogni volta l'essenziale. La spontaneità non é all'inizio ma é alla fine dell'allenamento. Dopo aver misurato il respiro, i movimenti, gli sforzi, alla fine di questo cammino accolto e fatto proprio, si arriva alla dolcezza e soavità.

Ferretti
Non sono forte di spirito né di cuore. Posso confidare sul mio battesimo, cosa che molti dei miei amici non hanno avuto. Godo di una serie di protezioni che dipendono da un tesoro lasciato da coloro che mi hanno preceduto.
Sono una facile preda per le tentazioni, ma c'é una forza nella preghiera collettiva e nella tradizione. Questo manca invece a chi non é sostenuto da una dote cui attingere. La mia dote é sostanziosa grazie a coloro che mi hanno preceduto. Io sono rammendato perché un prete mi ha preso e chiesto: "Dove sei?". Abbiamo nel nostro paese un prete che viene in alcune occasioni, ma siamo sostenuti grazie anche alla presenza di un monastero ortodosso presente sull'Appennino. In Kosovo c'é un monastero che prega ogni giorno per noi e questo ci aiuta ad affrontare i problemi quotidiani. 

*Preghiera dell'incenso
della tradizione Copta
O Re della pace, dacci la tua pace e perdona i nostri peccati.
Allontana i nemici della Chiesa e custodiscila, affinché non venga meno.
L'Emmanuele nostro Dio è in mezzo a noi nella gloria del Padre e dello Spirito Santo.
Ci benedica e purifichi il nostro cuore e risani le malattie dell'anima e del corpo.
Ti adoriamo, o Cristo, con il Tuo Padre buono e lo Spirito Santo, perché sei venuto e ci hai salvati.

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