I talebani hanno praticamente privato donne e ragazze di ogni diritto, arretrando l’Afghanistan di decenni e trasformandolo in uno dei pochi Paesi al mondo con più suicidi di donne che uomini.
Questa forma di segregazione di genere non è ancora condannata dal diritto internazionale. Ma potrebbe esserlo presto.
Le Nazioni Unite stanno lavorando a un nuovo trattato sui crimini contro l’umanità, e sembra che questo sia un momento cruciale.
Per le donne afghane è come vivere agli arresti domiciliari. Possono uscire solo con la supervisione di un uomo. Stanno impedendo a milioni di ragazze di ricevere istruzione e assistenza sanitaria. Stanno rubando il loro futuro.
Chi si ribella viene picchiata, imprigionata, frustata, si rischia anche la lapidazione.
Se la segregazione delle donne venisse codificata come crimine dall’Onu, il regime talebano sarebbe perseguibile dal diritto internazionale. «In più questa decisione impedirebbe che il regime talebano venga riconosciuto prima o poi come legittimo governo dell’Afghanistan. Questo darebbe speranza al nostro popolo, lo aiuterebbe a resistere contro l’oppressione dei taleban, sapendo che il mondo è dalla nostra parte» afferma Metra Mehran, attivista per i diritti umani.
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