Ho preso la definizione dall'enciclopedia Treccani. Nonostante in questi decenni di insegnamento io abbia sempre dedicato attenzione e rispetto a questa commemorazione, coinvolgendo gli alunni nella riflessione, mai come quest'anno fare memoria è un compito delicato.
Le vittime innocenti del delirio nazifascista rimangono sempre vittime e i crimi atroci commessi non perdono la loro accezione negativa col passare del tempo. Perciò, fare memoria è il contrario di far finta di niente, di dimenticare, di non dare il giusto peso alle cose.
Si ricorda perchè la follia che portò all'eliminazione del "diverso" ettichettato come minaccia per la purezza della propria razza o della propria ideologia (persone con disabilità psichica o fisica, Rom, oppositori politici, TdG), perchè non accada più. Bisogna riconoscere e prevenire ciò che portò alla costituzione di uno stato etnico, basato sulla discriminazione, che portò al genocidio di un popolo, cittadini europei che non furono tutelati nei loro diritti e nella loro dignità, ma sono stati trattati come scarti e spazzatura da eliminare con una organizzazione macabra e cinica.
Perciò oggi è tanto più urgente e delicato ricordare, con gli occhi ben aperti sul passato e sul presente. La memoria deve sempre essere inclusiva e mai esclusiva, costruttiva e aperta.
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