David ci aiuta a guardare il cielo - a volte così grande da spaventare, che mette le vertigini - lui che lo ha cercato sempre, da cristiano in ricerca eppure convinto, che ha respirato la fede e l’impegno cattolico democratico e civile a casa, con i tanti amici del papà e poi suoi, credenti impetuosi e appassionati come Giorgio La Pira o Mazzolari, come Davide Maria Turoldo, del quale porta il nome.
Credente sereno ma senza evitare i dubbi e gli interrogativi difficili, fiducioso nell’amore di Dio, radice del suo impegno, condiviso sempre con qualcuno, come deve essere, perché il cristiano come ogni uomo non è un’isola, ma ha sempre una comunità con cui vivere il comandamento dell’amatevi gli uni gli altri: gli scout, il gruppo della Rosa Bianca con Paolo Giuntella (Sophie e Hans Scholl, i leader della Weiss Rose erano per lui le stelle del mattino dell’Europa, uccisi dai nazisti per la loro libertà, tanto che quando fu eletto presidente onorò come un debito verso di loro ponendo un’enorme rosa bianca su sfondo europeo nel parlamento perché “la nostra storia è scritta nel loro desiderio di libertà”). Con tanti ha condiviso il suo I Care, – penso ad esempio alla Chiesa di Roma del febbraio 74 e di don Luigi Di Liegro - sempre unendo fede personale e impegno nella storia, iniziando dagli ultimi, dalle vittime che “hanno gli occhi tutti uguali”, pieno di rispetto e di garbo come suo carattere. C’è chi dice che il cristiano è un signore proprio perché cristiano, anche se nulla tenente, perché ha un tesoro di amore che lo rende tale. Un povero che rende ricchi gli altri.
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