Nonostante le altre emergenze, non possiamo dimenticare la lebbra, malattia curabile con una semplice terapia di antibiotici, che però continua a colpire una persona ogni tre minuti. Tra i paesi più colpiti vi sono l'India e il Madagascar. La Giomata mondiale dei malati di lebbra intende sensibilizzare su questa malattia ed è promossa in Italia dall'Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau (AIFO).
La ricorrenza fu istituita nel 1954 da Raoul Follereau (17 agosto 1903 - 6 dicembre 1977), filantropo, giornalista e poeta francese che spese la vita per i lebbrosi. Ebbe a dire: «Nel secolo XX del cristianesimo ho trovato lebbrosi in prigione, in manicomio, rinchiusi in cimiteri dissacrati, internati nel deserto con filo spinato attorno, riflettori e mitragliatrici. Ho visto le loro piaghe brulicare di mosche, i loro tuguri infetti, i guardiani col fucile. Ho visto un mondo inimmaginabile di orrori, di dolore, di disperazione».
Follereau scoprì questo mondo di sofferenza in Africa, inviato speciaie suoe orme di Charles de Foucauld. giorno durante un safari, bloccato da un imprevisto, vide emergere dalla foresta gente con i corpi corrotti dalia malattia. Scioccato per l'incontro decide di dedicarsi da quel momento ai lebbrosi, che fino a poco prima neppure pensava esistessero ancora. Spenderà la sua vita in interminabili viaggi urlando al mondo il proprio sdegno per l'indifferenza verso questi sfortunati. Scriverà ai capi di Stato, terrà conferenze, scriverà articoli, libri e raccoglierà fondi per la cura di questi malati. Avrà sempre chiaro che la lebbra è figlia della povertà, dello sfruttamento, della guerra, e quindi si sconfigge solo combattendo le "altre lebbre": la denutrizione, l'indifferenza, l'egoismo, l'ingiustizia e, aggiungiamo, lo stigma sociale, tutte cose che fanno dei lebbrosi una «sottospecie umana condannata senza appello e senza amnistia».
Raoul Follereau svolse il suo lavoro a favore dei lebbrosi con il sostegno della moglie Madeleine Boudou, conosciuta in giovane età.
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