Ha scritto il Papa quest’anno: “Digiunare, cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di “divorare” tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore. Pregare per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia. Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene”.
Non sono solo pratiche, ma un’appartenenza a una relazione, quella con Dio, e a una comunione con i fratelli che può far riaccendere nel (proprio) mondo il fuoco che si nasconde sotto la cenere del dolore, della malattia, della finitudine e della mortalità.
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