giovedì 30 marzo 2017
800 anni in Terra Santa
Uno dei più straordinari gesti di pace nella storia del dialogo tra Islam e Cristianesimo, è rappresentato dall'incontro tra Francesco d'Assisi e il Sultano di Egitto Malik al Kamil.
Quello storico colloquio, avvenuto a Damietta, a pochi chilometri di distanza dal Cairo, è ancora oggi così significativo e attuale per le sue conseguenze nel dialogo interreligioso e per la pace mondiale, tanto da rimanere, pur a distanza di molti secoli, l'avvenimento esclusivo che indica la rotta da cui partire nella ricerca di intesa e armonia tra Oriente e Occidente.
L'anno 2017 è particolarmente significativo per i francescani perché esattamente 800 anni fa, al Capitolo di Pentecoste tenuto a Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola in Assisi, l'Ordine si aprì alla dimensione missionaria e universale.
In quella occasione fu deciso di mandare frati un po' in tutto il mondo allora conosciuto, e di mandarli come testimoni di fraternità e di pace.
È in quella occasione che un gruppo di frati furono mandati "oltremare", guidati da frate Elia da Cortona, a fondare una Provincia francescana, che inizialmente venne chiamata appunto d'Oltremare o di Siria.
Colletta
lunedì 20 marzo 2017
XXV Giornata di memoria dei missionari martiri
“Non abbiate paura!”
“Stiamo vivendo un tempo arduo, in cui il susseguirsi di tragedie e di violenze ci colma di paure. E la paura sembra voler dettare il nostro agire, anche nelle piccole azioni quotidiane: non ci fidiamo più, l'altro è diventato una minaccia, se non addirittura il nemico. Abbiamo bisogno di una speranza più grande…” (Pierbattista Pizzaballa)
28 GLI OPERATORI PASTORALI UCCISI NEL 2016
Secondo le informazioni raccolte dall'Agenzia Fides, nel 2016 sono morti in modo violento 14 sacerdoti, 9 religiose, 1 seminarista, 4 laici. Per l'ottavo anno consecutivo il numero più elevato si registra in America, mentre è drammaticamente cresciuto il numero delle religiose uccise, che quest'anno sono 9, più del doppio rispetto al 2015.
Tra di loro ricordiamo le quattro Suore Missionarie della Carità, trucidate il 4 marzo da un commando di uomini armati che ha attaccato la struttura dove assistevano anziani e disabili, nella città yemenita di Aden.
Come sta avvenendo negli ultimi anni, la maggior parte degli operatori pastorali è stata uccisa in seguito a tentativi di rapina o di furto, compiuti anche con ferocia, in contesti che denunciano il degrado morale, la povertà economica e culturale, la violenza come regola di comportamento, la mancanza di rispetto per i diritti umani e per la vita stessa.
In queste situazioni, simili in tutte le latitudini, i sacerdoti, le religiose e i laici uccisi, erano tra coloro che denunciavano a voce alta le ingiustizie, le discriminazioni, la corruzione, la povertà, nel nome del Vangelo. Come ha ricordato Papa Francesco nella festa del protomartire Santo Stefano, «il mondo odia i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù, perché Lui ha portato la luce di Dio e il mondo preferisce le tenebre per nascondere le sue opere malvage».
Ed ancora: «Oggi ci sono cristiani assassinati, torturati, carcerati, sgozzati perché non rinnegano Gesù Cristo... i martiri di oggi sono in numero maggiore rispetto a quelli dei primi secoli».
mercoledì 15 marzo 2017
Un giovane beato...
Un asso in chimica e in matematica. Voce da popstar e leader di un gruppo musicale. Versatile negli sport e abile nel suonare la chitarra tanto quanto il basso. Ma soprattutto quotidianamente devoto a quella che chiamava la sua "missione di infiltrato tra i giovani", chiamato a "parlare loro di Dio". Si terrà il 24 aprile 2017 la sessione conclusiva della fase diocesana del processo di beatificazione di Matteo Farina, nato ad Avellino e cresciuto a Brindisi.
I sostenitori del ragazzo morto a 19 anni dopo avere subito tre interventi per rimuovere un tumore cerebrale hanno fondato un'associazione e animano le pagine social in suo nome. Un quasi santo 2.0 che può contare su un profilo Instagram (matteofarina19), una pagina Facebook e un hashtag ufficiale #matteodonodidio. Chi lo ha conosciuto parla di un ragazzo fuori dal comune non soltanto per la pagella da dieci e lode in tutte le materie, nessuna esclusa. Ma per una intima serenità nell'affrontare la malattia sostenuta da una fede altrettanto profonda di cui ha lasciato prova scritta nei suoi diari.
Quelle pagine sono fra i documenti alla base della documentazione al vaglio del tribunale ecclesiastico, al pari delle testimonianze di chi ha conosciuto Matteo. Fra questi il dirigente scolastico dell'Itis Majorana, Salvatore Giuliano, la scuola diventata famosa per il 'Book in progress' e un processo di digitalizzazione all'avanguardia su scala nazionale. Se il processo di canonizzazione si concluderà positivamente, Matteo sarà il primo beato del Salento.
Articolo di Sonia Gioia
su Repubblica
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domenica 12 marzo 2017
Ecco le pecore...
Passeggiando per le colline attorno a Magrè, tra primule e qualche migliaio di persone che si godevano una giornata soleggiata e panorami primaverili, mi è capitato di imbattermi nelle pecore.
Ho scattato una foto e non ho potuto evitare di pensare alla Bibbia.
Nell’Antico Testamento
Ma perché, a Pasqua, si mangia proprio l’agnello e quali sono i significati che si nascondono dietro questo rituale? L’agnello, per la religione cristiana e ancor prima per quella ebraica, è il simbolo di sacrificio per eccellenza, e come tale più volte compare nell’Antico Testamento.
Ma perché, a Pasqua, si mangia proprio l’agnello e quali sono i significati che si nascondono dietro questo rituale? L’agnello, per la religione cristiana e ancor prima per quella ebraica, è il simbolo di sacrificio per eccellenza, e come tale più volte compare nell’Antico Testamento.
sabato 11 marzo 2017
Religioni fonti di speranza
Si tiene domenica 12 marzo, presso il teatro San Marco di Vicenza,
il 13° incontro delle religioni presenti nel Vicentino, sul tema “Le
religioni fonti di speranza”. Cristiani, musulmani, indù, sikh e
ravidassia presenteranno il loro pensiero sull’argomento a partire dai
libri sacri ed esperienze di vita vissuta, a testimonianza del valore
della speranza per i credenti.
L’iniziativa, preparata con
cura dai responsabili delle varie religioni, è ormai consolidata;
costituisce l’incontro più significativo del dialogo interreligioso in
diocesi. Ad essa sono stati invitati autorevoli rappresentanti: per i
cristiani don Gianantonio Allegri, rapito e poi rilasciato dai
guerriglieri in Africa; il responsabile degli imam del Veneto Guerfi
Muhammad Abdeslam; la monaca indù Svamini Hamsananda Ghiri. Kuljit Kaur e
Mani Chohan intervengono per i sikh e i ravidassia. Il confronto è
guidato dal giornalista Giandomenico Cortese.
Il tema
scelto permea i messaggi religiosi, perché capace di aprire i cuori
nelle difficoltà quotidiane ed orientare all’infinita misericordia di
Dio.
Locandina
XXV GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI
Il 18 marzo a Monte Berico la veglia dove si ricorderanno in particolare i vicentini p. Giovanni Didoné e fr. Vittorio Faccin
«Non abbiate paura!»
Nel 2016 sono morti in modo violento 28 operatori pastorali: 14 sacerdoti, 9 religiose, 1 seminarista, 4 laici
La veglia diocesana per i missionari martiri che si terrà sabato 18
marzo nella Basilica di Monte Berico alle ore 20.30, in occasione della
XXV Giornata dei Missionari Martiri (che ricorre ogni anno il 24 marzo,
giorno dell’uccisione di mons. Oscar Arnulfo Romero) vuole essere
momento per pregare e fare memoria di tutti coloro che hanno
testimoniato con la loro vita la fedeltà al Vangelo.
«Scopo della veglia è non dimenticare i martiri della Chiesa, oggi
più numerosi di sempre – spiega don Arrigo Grendele, direttore
dell’Ufficio missioni della diocesi di Vicenza -. Giovanni Paolo II
diceva che una Chiesa che dimentica i suoi martiri non è degna di vivere».
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