lunedì 27 febbraio 2017

Inizia la Quaresima

Oggi giravo in bicicletta con un amico per le colline intorno a casa e ho notato che si trovano parecchie croci con i segni della passione. Ho trovato questo sito con un sacco di informazioni interessanti sulle croci che si trovano nella zona di Lucca. Ma lo stesso vale per molti altri luoghi d'Italia e d'Europa (mi venvono in mente in Cruzeiros spagnoli).

I SIMBOLI DELLA PASSIONE

Sono definite "croci della passione" perchè riportano i simboli del martirio di Cristo; di solito hanno un riferimento diretto ai vangeli (magari per logica deduzione), ma alcune figure derivano solo dalla pietà popolare che ne immagina l'uso (è il caso della scala, delle tenaglie, della colonna ecc., data la probabilità del loro utilizzo).
In altri casi derivano da tradizioni successive (il velo della Veronica) o addirittura per la riconoscenza verso i padri passionisti (simboli della congregazione).

La palma. Sempre, alla base delle croci, è posta una foglia di palma quasi a motivo d'ornamento.
Gesù, che fu accolto con osanna e rami di palma agitati in segno di giubilo, pochi giorni dopo viene ucciso.
La foglia di palma è pertanto un simbolo di contrasto: la gioia e il dolore, l'esultanza e l'amarezza, la consolazione e la disperazione; per arrivare fino alla vita e la morte.
Il ramo di palma, nella simbologia cristiana, indica la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte e si trova in mano ai maritiri nelle rappresentazioni sacre.

La mano. Alla mano fa riferimento Gesù per indicare colui che lo tradirà. La mano, già simbolo d'incredulità ("[...] e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò") e di peccato ("se la tua mano ti fa cadere in peccato, tagliala; meglio è per te entrare monco nella vita, che avere due mani e andartene nella geenna, nel fuoco inestinguibile"), diventa quindi il simbolo del tradimento.

La borsa del denaro. Giuda tradisce il Signore per denaro. La borsa dei soldi rappresenta non solo il prezzo del tradimento, ma è anche il prezzo del riscatto.

La lanterna. Gesù viene arrestato di notte nel giardino del Getsemani: condotto da Caifa, il sommo sacerdote, viene interrogato dal Sinedrio; l'intero processo si svolge di notte.
La lanterna utilizzata per andare ad arrestare Gesù rappresenta il buio e la tenebre della mente umana, ma la sua luce è anche portatrice di rivelazione e di consapevolezza.
La lanterna è sempre associata al martello e alla spada e, in due casi, si sovrappongono anche le vesti.

La spada. Vanno ad arrestare Gesù armati di spade e bastoni.
L'arma, simbolo d'offesa e avviso di condanna è anche invito al perdono ("Riponi la tua spada al suo posto, perchè tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada". - "Rimetti la spada nel fodero; non berrò forse il calice che il Padre mi ha dato?").

Il gallo. Ricorda il tradimento di Pietro.
Mentre Gesù viene interrogato dal Sinedrio, Pietro viene accusato di essere tra quelli che stavano con Gesù: Pietro per paura nega; al terzo diniego il canto del gallo gli fa ricordare quanto predettogli dal Signore.
Il bacile. Pilato dopo aver interrogato Gesù e non trovando in Lui alcuna colpa, si lava le mani in segno di dissociazione per quello che sta per fare: condannare Gesù alla crocefissione.
I vangeli non indicano dove e/o come l'acqua fosse attinta, ma dato l'uso in quei tempi di effettuare abluzioni purificatrici, si può supporre che queste avvenissero immergendo le mani in una bacinella.

Il flagello. Dopo essere stato oltraggiato Gesù fu flagellato.
I flagelli sono sempre associati al velo della Veronica e al bacile.

La corona di spine. I soldati riportano Gesù nel Sinedrio dove viene spogliato e rivestito di "abiti regali" in segno di scherno: mantello (l'abito reale), canna (a simboleggiare lo scettro) e corona (quale finto re dei giudei) che viene realizzata intrecciando spine.

Da una prima lettura sulle croci catalogate sembrerebbe esserci due soli tipi di corona o meglio, di "centro-croce" dato che la corona è un tutt'uno con ostia, calice e raggi di contorno.
Da notare a questo proposito che la corona è posta sempre intorno all'ostia e non all'intero calice.
Considerando la corona 'con' spine (c'è anche un tipo senza), data la differenza di lunghezza, direzione, forma e dimensione delle spine stesse, si potrebbe supporre che queste venissero inserite in un secondo tempo (durante la fase di formatura cioè), ma prima del getto di metallo fuso.

I chiodi. Gesù viene crocefisso. La crocefissione avveniva inchiodando i polsi dei condannati ad un traverso di legno ed i piedi direttamente sul palo verticale infisso a terra. L'uso dei chiodi viene testimoniato anche nel vangelo di Giovanni.
Si riscontrano tre tipologie di chiodi; in tutti i casi sono associati in un'unica fusione con i dadi.
I chiodi sono sempre legati da una sorta di cordone che sembra avere soltanto funzione di abbellimento.
Spesso, al di sopra del dado centrale, è aggiunto un disco sul quale venivano appoggiate le aste della lancia e della spugna.

La scritta I.N.R.I. Nella parte sommitale della croce, come prescritto dal diritto romano, venne posto il titulus crucis, un cartello che riportava la motivazione della condanna.
Secondo il vangelo di Giovanni l'iscrizione era in tre lingue: ebraico, latino e greco.
Nelle rappresntazioni delle croci il titulus riporta unicamente le iniziali delle prime lettere della dicitura: INRI dall'espressione latina "Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum", che traduce il testo greco del vangelo di Giovanni; INBI secondo il testo greco equivalente ; IHWH (in caratteri ebraici) la cui traduzione sembrerebbe essere "Ishuà Hanazrì Wemelèch Hayudìm". Quest'ultimo acronimo darebbe il nome di Dio, che non poteva essere pronunciato secondo la tradizione ebraica; reso anche con Yahweh.

I dadi, la veste e la tunica. Giunti sulla cima del Golgota i soldati, dopo essersi spartite le vesti, si giocano a sorte la tunica.
Non vi è traccia nei vangeli di quale sia stato il mezzo per tirare la sorte; per eccellenza però il "tirare" a sorte è simboleggiato dai dadi.
Il fatto che anche i dadi siano tre (come i chiodi) sembrerebbe un richiamo alle virtù teologali: fede, speranza e carità; che mettono in rapporto diretto e immediato l'uomo con Dio.

La spugna in cima a un'asta. Durante l'agonia a Gesù viene dato da bere per mezzo di una spugna, intrisa d'aceto, posta in cima ad una canna (per Matteo e Marco) o un ramo (per Giovanni).

La lancia. Per accertarsi della morte a Gesù viene inflitta una lancia nel costato, e subito ne uscì sangue e acqua.

La scala. Probabilmente il condannato veniva inchiodato (a terra) al trave orizzontale della croce; palo che successivamente veniva posizionato sopra il pilone verticale già infisso nel terreno.
La croce assumeva così la forma di una T maiuscola e non t minuscola.
L'altezza del pilone verticale non raggiungeva i due metri e pertanto non c'era alcun bisogno di utilizzare scale; nell'immaginario comune però la croce viene sempre rappresentata molto alta; altezza che fa supporre la necessità di utilizzare una scala.

La colonna romana. Nei vangeli non c'è alcun riferimento alla colonna; il simbolo è riportato probabilmente facendo riferimento al fatto che le fustigazioni pubbliche avvenivano legando il condannato ad un palo o alle colonne del tempio.

Il Velo della Veronica. Non c'è traccia di questo simbolo nei vangeli.
Si tratta di una reliquia che la tradizione cristiana (originatasi intorno all'VIII secolo) riconosce in un panno di lino in possesso di Santa Veronica; la "pia donna" che, vedendo la passione di Gesù che trasportava la croce e il suo volto sporco di sudore e di sangue, lo deterse con un panno di lino sul quale sarebbe rimasta impressa l'impronta del volto di Gesù.

Il martello e la tenaglia. Anche di questi attrezzi non vi è traccia nei vangeli, ed è soltanto la pietà popolare che ne ha tramandato i simboli in quanto è logico supporre l'uso di un martello per ficcare i chiodi e di tenaglie per la successiva estrazione (per quanto, trattandosi di chiodi forgiati e di notevole dimensione, è più facile supporre venissero estratti con attrezzi a leva tipo piè di porco o per percussione inversa).

Il calice. Lo troviamo sempre al centro della croce, all'incrocio dei bracci, a significare l'estrema sofferenza e l'Estremo Sacrificio [la morte] di Cristo; anche perchè il calice, il Sacro (o Santo) Graal, è ritenuto il contenitore del sangue di Gesù e tuttora, nel rito della consacrazione, serve a contenere il vino che diviene il Sangue di Cristo.
Il calice è completato da una particola (che rappresenta il corpo di Cristo) contornata dalla corona di spine.

I raggi di luce. Il calice con l'ostia sono sempre contornati da raggi di luce. Luce che illumina le tenebre e guida il passo degli uomini; simbolo dell'illuminazione che deriva dalla fede e della presenza di Dio e di Gesù "luce del mondo" e della nuova vita (la resurrezione).
Come detto, sono sempre presenti i raggi posti all'interno del perimetro della croce.
Nelle croci più ricche se ne ponevano altri per aumentarne il prestigio e la visibilità dell'insieme.
I raggi esterni erano di tre tipi (e dimensioni): uno che riprendeva interamente la fattura dell'inserto interno (con terminazioni a V); un secondo con terminazioni arrotondate che male si addicono alla sagoma interna (e ciò farebbe supporre l'esistenza di una terza tipologia di calici); il terzo tipo, che perfettamente si abbina alla tipologia dei raggi interni e che va a formare un insieme a tutto tondo.

La colomba. Questa fusione veniva posta di solito al culmine della croce. La colomba rappresenta lo Spirito di Dio, ma sta ad indicare soprattutto l'unità della Trinità (Padre - Figlio - Spirito Santo) e la doppia sostanza (Dio - Uomo).

"JESU XPI PASSIO" (la Passione di Gesù Cristo). Per terminare la carrellata dei simboli riprodotti sulle croci è doveroso citare anche la riproduzione dell'insegna dei Padri Passionisti, riprodotta in molteplici fogge.

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