lunedì 28 ottobre 2024
L'arte di Mahasen Al-Khatib
La Cupola e il Sol levante per l'Expo2025 di Osaka
Un’immagine della Cupola di San Pietro avvolta dal Sol levante e una striscia nera che richiama la tecnica di scrittura giapponese Sumi-e. Sono gli elementi del logo che accompagnerà la presenza della Santa Sede all’Expo 2025, in programma dal 13 aprile al 13 ottobre a Osaka in Giappone. A presentarla ufficialmente - nel corso di una conferenza stampa dedicata ad alcune iniziative culturali legate al Giubileo 2025, con cui andrà a intrecciarsi - è stato il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, responsabile della Sezione per le Questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, mons. Rino Fisichella. “L’immagine rappresenta una felice unione tra simboli cristiani e cultura giapponese”, ha commentato il presule.
Come era stato già annunciato, la Santa Sede all’Expo 2025 non avrà un proprio padiglione ma sarà ospite con un proprio spazio specifico e riconoscibile all’interno del padiglione dell’Italia. Il tema sarà “La bellezza porta speranza”, che richiama volutamente il tema “Pellegrini di speranza” che scandirà il Giubileo 2025. “Abbiamo utilizzato intenzionalmente il verbo ‘porta’ - ha spiegato mons. Fisichella - che possiede in questo caso un duplice significato: da un lato, indica un movimento dinamico, perché trasmette l’accesso alla speranza; dall’altro, intende richiamare la Porta santa del Giubileo, la “porta” che si apre per accogliere chiunque cerchi la pace e la riconciliazione”.
Da AsiaNews
giovedì 24 ottobre 2024
Il ragazzo dai pantaloni rosa
Teresa Manes ha scoperto l'esistenza della pagina solo dopo la morte del figlio e in seguito al tragico evento ha dedicato la sua vita a spiegare ai ragazzi il pericoloso uso che a volte si fa delle parole arrivando a scrivere un libro Andrea. Oltre il Pantalone Rosa (edito da Graus) e giungendo fino al Quirinale dove il Presidente Sergio Mattarella le ha conferito I 'onorificenza di Cavaliere.
mercoledì 23 ottobre 2024
Gustavo Gutiérrez, difensore dei poveri e teologo della liberazione
sabato 12 ottobre 2024
Nihon Hidankyo vince il Nobel per la Pace 2024
Va all'organizzazione giapponese Nihon Hidankyo il premio Nobel per la Pace "per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato attraverso la testimonianza dei sopravvissuti che le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate". Si tratta dell'associazione dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, nota anche come Hibakusha.
Il Comitato norvegese per il Nobel ha messo in luce come le potenze nucleari stiano "modernizzando e potenziando i loro arsenali" mentre "nuovi paesi sembrano prepararsi ad acquisire armi nucleari e si sta minacciando di usare armi nucleari nelle guerre in corso".
"In questo momento della storia umana, vale la pena ricordare a noi stessi cosa sono le armi nucleari: le armi più distruttive che il mondo abbia mai visto", si legge nel comunicato dove vengono spiegate le motivazioni del riconoscimento. Nell'assegnare il Premio Nobel per la Pace di quest'anno a Nihon Hidankyo, il Comitato Nobel norvegese "desidera onorare tutti i sopravvissuti che, nonostante la sofferenza fisica e i ricordi dolorosi, hanno scelto di usare la loro costosa esperienza per coltivare speranza e impegno per la pace".
Il segretario generale di Nihon Hidankyo, Kiichi Kido, ha accolto con commozione l'assegnazione odierna del Premio Nobel per la Pace all'organizzazione delle vittime della bomba atomica: "I sopravvissuti alle bombe atomiche hanno ottenuto l'adozione e l'entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Penso che questo premio riconosca proprio questo impegno".
mercoledì 9 ottobre 2024
La speranza della Bibbia nell’ultimo libro di Aldo Cazzullo
"Nella Bibbia ci sono parole di grande speranza dall’inizio e fino alla fine": lo afferma Aldo Cazzullo, l'autore de "Il Dio dei nostri padri" racconta che rileggerla gli ha fatto bene, "non so se ho ritrovato Dio ma ho ritrovato mio padre che sentiva di dover dare conto a Dio”.
Il giornalista spiega la genesi del suo romanzo legata alla morte del padre e della consolazione derivante dalla lettura della Bibbia, sottolinea come sia importante ribadire l'essere tutti uguali davanti a Dio, "mendicanti e re siamo tutti creati somiglianti a Lui così - aggiunge - ci riconosciamo negli occhi degli altri perché abbiamo davanti il volto di Dio".
I nostri padri erano convinti di vivere sotto l’occhio di Dio: la sua esistenza era certa come quella del sole che sorge e tramonta. Oggi abbiamo smesso di crederci, o anche solo di pensarci. E la Bibbia nessuno la legge più. Invece la Bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come un grande romanzo. L’autobiografia di Dio.
Aldo Cazzullo fa con la Bibbia quel che aveva fatto con Dante: ci racconta la storia, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all’attualità, alla nostra vita, passando attraverso le vicende storiche e i capolavori dell’arte.
La creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall’Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio. La storia di Giacobbe che lottò con Dio e di Giuseppe che svelò i sogni del faraone. Mosè, le piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti. E poi la conquista della terra promessa, da Giosuè che espugna Gerico a Davide che taglia la testa di Golia, da Sansone, l’eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a Salomone che innalza il tempio. Cazzullo rievoca storie dal fascino millenario. E racconta le grandi donne della Bibbia, Giuditta che taglia la testa al condottiero nemico a Ester che salva il popolo dallo sterminio; l’angelo che salva Tobia e il diavolo che tormenta Giobbe; l’amore del cantico dei cantici e la disillusione dell’Ecclesiaste (“tutto è vanità”). Sino alla grande speranza della resurrezione, e di un salvatore che viene a riscattare l’umanità: per i cristiani, Gesù.
Dopo averci raccontato la storia millenaria dell’impero romano e aver mostrato come sia ancora viva nei nostri giorni, Cazzullo invita il lettore in un entusiasmante viaggio nella Bibbia, mostrandoci che è il più grande romanzo mai scritto. Il Dio dei nostri padri è un libro appassionante e illuminante, che ci conduce alle radici della nostra cultura e delle nostre famiglie.
domenica 6 ottobre 2024
Grazie Sammy!
Nato a Schio il 1 dicembre 1995, si è laureato con 110 e lode in scienze naturali con indirizzo biologico molecolare all'Università di Padova nel luglio 2018 presentando una tesi dedicata all'esistenza di terapie per rallentare il decorso della propria patologia.
Per farsi conoscere ha documentato il suo viaggio negli USA, lungo la Route 66, scrivendo un libro, intitolato Il viaggio di Sammy , e registrando una serie di episodi per il canale Nat Geo People di Sky.
Lo staff dell'Associazione Italiana Progeria sui social ha scritto: “Oggi la nostra luce, la nostra guida, si è spenta. Grazie Sammy per averci reso partecipi di questa vita meravigliosa. Ci stringiamo attorno alla famiglia e agli amici nel rispetto del dolore in questo delicato momento di lutto”. Sammy Basso è morto sabato 5 ottobre. Era rientrato qualche giorno fa da un viaggio in Cina.
Sammy viveva con la famiglia a Tezze sul Brenta. Nonostante la malattia, dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo Scientifico St. "J. Da Ponte" di Bassano del Grappa, nell'anno accademico 2014-2015 si è immatricolato al corso di laurea di Fisica all'Università degli Studi di Padova per poi passare al corso di Scienze naturali. Il suo sogno, una volta completati gli studi, era di lavorare al CERN di Ginevra. Un anno dopo si iscrive inoltre alla Facoltà di Scienze naturali con l'intento di approfondire, una volta conclusi gli studi, la ricerca sulla progeria. Il 23 marzo 2021 consegue la laurea magistrale in Molecular Biology all'Università di Padova.
Il 7 giugno 2019 ha ricevuto le insegne del Cavalierato dell'Ordine al Merito della Repubblica di cui era stato insignito motu proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
sabato 5 ottobre 2024
6-7 OTTOBRE: Preghiera e digiuno per la pace
Nel crescendo di tensioni nella polveriera mediorientale, tra le bombe e i missili che continuano a piombare nella «martoriata» Ucraina, in mezzo ai tanti piccoli e grandi conflitti che lacerano e affamano i popoli dell’Africa, mentre insomma «i venti della guerra e i fuochi della violenza continuano a sconvolgere interi popoli e Nazioni», il Papa chiama alle «armi» del digiuno e della preghiera – quelle che la Chiesa indica come potenti – milioni di credenti nel mondo per implorare da Dio il dono pace in un mondo sull’orlo dell’abisso. Lo fa, il Pontefice, al termine della Messa solenne in Piazza San Pietro per l’apertura della seconda sessione dell’Assemblea generale, annunciando una Giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo il 7 ottobre, primo anniversario dell’attacco terroristico perpetrato da Hamas in Israele che ha fatto esplodere le brutalità a cui da un anno si assiste in Terra Santa.
Il Papa ha annunciato anche una visita nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 6 ottobre per elevare alla Madonna una supplica di pace. Un appuntamento spirituale per il quale ha chiesto la partecipazione di tutti i membri del Sinodo riuniti a Roma.
La Presidenza della Cei, raccogliendo l’appello del Papa, invita le comunità a unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre.
Ogni giorno aumentano i pezzi di questa guerra mondiale che si abbatte su diversi popoli e numerosi luoghi, spesso dimenticati. Non dobbiamo stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace», afferma il cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei.