martedì 4 giugno 2024

Effetti della rete sulle tribù in Amazzonia

Decine tra bambini e adulti annoiati incollati allo schermo dello smartphone. Una scena che ormai è diventata un cliché per descrivere l’impatto della tecnologia sull’essere umano. A tutte le latitudini, è il caso di dirlo. Quando nove mesi fa i satelliti Starlink di Elon Musk sono riusciti a collegare con il resto del mondo anche la comunità Marubo, tribù dell’Amazzonia che ha fieramente vissuto in isolamento per secoli, tutti o quasi erano contenti. Internet offriva molti vantaggi evidenti, dice ora Tsainama Marubo, 73 anni, una delle anziane del villaggio, «Da questi schermi si apriva un mondo a noi sconosciuto. Come le chat con i propri cari lontani e la possibilità di chiedere aiuto in caso di emergenza. Ma le cose ora sono peggiorate». La donna parla con due cronisti del New York Times che sono partiti per il Brasile e raggiungere le sponde del fiume Ituì. Guarda i suoi compagni di villaggio e scuote le teste: «Sono tutti lì, concentrati sui telefonini. Sono diventati pigri. Non parlano, non lavorano, non si muovono. Sono come imbambolati. Scorrono le immagini, leggono con il traduttore, navigano ore e ore immersi in un coma che spaventa». Come adolescenti indolenti, l’internet veloce è arrivato come un lampo nelle loro vite e ha sconvolto i ritmi della loro società, stravolto le loro abitudini. 
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