È la terza, dopo la Lumen Fidei (2013) e la Laudato Si’ (2015) che ha come sfondo la lode a Dio e alle opere della natura tutta, in cui è riflessa l'immagine e la mano del suo Creatore.
Un documento, per il papa, sulla fratellanza e l’amicizia dal valore trascendentale e dal carattere programmatico, che trae spunto, per il titolo, dagli scritti di San Francesco che esortava i fratelli, già nel 1221, a seguire e ad avere come esempio il buon pastore, che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce.
Un percorso ben segnato quello del vescovo di Roma, che diede testimonianza di fraternità, sin dal momento della sua elezione al Soglio di Pietro, chinando la testa davanti ai fedeli in un segno che contraddistingue il suo pontificato con il servizio al prossimo e ai più piccoli.
A sottolineare la relazione vescovo-popolo come cammino di fratellanza sono stati gli innumerevoli incontri con il popolo di Dio, segnati da momenti di profonda emozione. Francesco si fa strumento ad ogni occasione, condivide gioie e tristezze del suo popolo, i problemi del mondo contemporaneo, a livello del progresso scientifico e tecnico, delle conquiste terapeutiche, dell’era digitale, dei mass media, delle comunicazioni; ma anche e soprattutto tocca le ferite della povertà, della devastazione delle guerre e delle afflizioni di tanti fratelli e sorelle in diverse parti del mondo, a causa della corsa agli armamenti, delle ingiustizie sociali, della corruzione, delle disuguaglianze, del degrado morale, del terrorismo, della discriminazione, dell’estremismo e di tanti altri motivi.
Da Rainews
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