Il Papa ha chiamato alla preghiera e al digiuno per la pace venerdì 23 febbraio e ha ricevuto una grande risposta dai fedeli di ogni confessione e fede per una Giornata di riconciliazione. L’iniziativa era rivolta in particolare per Congo e Sud Sudan.
Il venerdì di quaresima è per i cristiani un giorno di diguno a cui si può dare un significato legato alla carità e alla riconciliazione con Dio e con i fratelli.
Davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!.
Per l’occasione della Giornata speciale di digiuno e preghiera per invocare la pace e richiamare tutti i fedeli a impegnarsi per la riconciliazione e il dialogo, il Papa non ha voluto limitare l’appello ai soli fedeli cattolici, ma lo ha esteso ai cristiani delle altre Chiese e ai seguaci delle altre religioni. «Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme».
In tutte le religioni infatti il diguno ha un valore particolare:
- Ortodossi
- Islam
- Ebraismo
- Buddhismo
- Il digiuno di Gandhi
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