venerdì 13 dicembre 2019

Attesa del Natale in Sud Sudan

Juba, Dicembre 2019
Carissimi

Approfitto per condividere qualche pensiero in vista del prossimo Natale. Nella lingua Nuer, Avvento viene tradotto con la parola Attesa. È una parola alquanto suggestiva quando si aspetta che qualcosa di bello accada. Ma può diventare insensata e stolta quando rimaniamo ad attendere con la mani in mano. L’incontro con Gesù è davvero rilevante. Occorre essere vigilanti per non essere colti alla sprovvista. Infatti, lo sapremo accogliere quando verrà, solo se oggi lo avremo riconosciuto presente nella carne dei nostri fratelli e sorelle. Il Natale ci dice che l’uomo non basta a se stesso per vivere una esistenza pienamente umana. Abbiamo bisogno di Lui per riconoscere tutto quanto ci disumanizza e difendere l’umanità che è in noi.
Dopo ormai sei anni di conflitto, il 12 novembre scorso avremmo dovuto avere in Sud Sudan un nuovo governo di unità nazionale formato per garantire la pace. Purtroppo c’è stato bisogno di una proroga. Le parti si sono date altri 100 giorni per superare alcuni seri ostacoli:
  1. All’inizio del conflitto il Sud Sudan era amministrato in 10 regioni. Dopo una prima richiesta fatta dall’opposizione di vedere la formazione di 21 regioni governate autonomamente, il governo ha risposto con la creazione di 32 regioni divise etnicamente. Non mancano i problemi a definirne i confini senza creare dispute su vaste aree di territorio, soprattutto quelle in cui ci sono risorse come per esempio il petrolio.
  2. Il Sud Sudan era già famoso per avere un esercito formato soprattutto da milizie dove ognuna rispondeva più al proprio comandante che al presidente. Oltre a questo l’esercito aveva un numero esagerato di generali che continuavano nei propri ranghi. In seguito alla scissione del 2013, in entrambe le parti c’è stato un spropositato reclutamento di nuovi soldati che non sono stati addestrati adeguatamente. Il processo di unificazione dell’esercito nazionale appare quindi molto complicato.
In Sud Sudan quindi l’Attesa della pace continua. Le proroghe sono già state molte anche in passato e non solo di 100 giorni. Si teme che 100 giorni non saranno sufficienti per risolvere i gravi problemi che ci sono e permettere l’Avvento della pace. Ci vorrebbero almeno 100 settimane. Speriamo non 100 anni. Per vivere la pace non ci possono essere proroghe. La pace va vissuta oggi nonostante le palesi ingiustizie che ci sono ancora nel paese. Altrimenti non verrà mai. Nel 2002 papa Giovanni Paolo II aveva profeticamente detto che non c’è pace senza giustizia. Ma non si era fermato lì. Aveva infatti anche detto che non c’è giustizia senza perdono. Sembra capovolgere la prima dichiarazione. In Sud Sudan abbiamo prima di tutto bisogno di misericordia e compassione perché la violenza finisca. Solo allora ci potrà essere giustizia.
Mi chiedo invece cosa stia succedendo alla nostra vecchia Italia. Non abbiamo forse occhi per vedere le grandi ingiustizie che ci sono nel mondo? Possiamo forse lavarci le mani? Come scriveva Don Primo Mazzolari: “Il povero è una protesta continua contro le nostre ingiustizie. Il povero è una polveriera. Se le dai fuoco, il mondo salta”. Più ci si chiude, più ci si perde. Più ci si apre agli altri, soprattutto ai poveri, più si scopre la propria identità e vocazione.
Il grande romanziere francese Georges Bernanos scrive: “Il mondo muore per mancanza di infanzia”. Per fortuna che c’è il Natale: Dio che si fa bambino. Il volto di Gesù Bambino porti più umanità e coraggio nella nostra vita.
Buon Natale!
P. Christian Carlassare
Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, Figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
E dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, tu che ci ami:
nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con te, o Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.
Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore.
David Maria Turoldo


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