domenica 23 marzo 2025

Scienziati contro il riarmo – Un manifesto

Come scienziati – molti di noi impegnati in settori in cui si sviluppa la tecnologia militare – come intellettuali, come cittadini consapevoli dei rischi globali attuali, riteniamo che oggi sia un dovere morale e civico di ogni persona di buona volontà alzare la voce contro l’appello alla militarizzazione dell’Europa e promuovere il dialogo, la tolleranza e la diplomazia. La militarizzazione improvvisa non preserva la pace; conduce alla guerra.

I nostri leader politici affermano di essere pronti a combattere per difendere presunti valori occidentali che ritengono in pericolo; sono pronti a difendere il valore universale della vita umana? I conflitti nel mondo sono in aumento. Secondo le Nazioni Unite (2023), un quarto dell’umanità vive in aree colpite da conflitti armati. La guerra tra Russia e Ucraina, sostenuta dai paesi della NATO con la giustificazione di “difendere i principi”, sta lasciando dietro di sé circa un milione di vittime. Il rischio di genocidio dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano appoggiato dall’Occidente è stato riconosciuto dalla Corte Internazionale di Giustizia. Guerre brutali stanno infuriando in Africa, come in Sudan o nella Repubblica Democratica del Congo, alimentate dagli interessi sulle risorse minerarie africane. Il “Doomsday Clock” del Bulletin of the Atomic Scientists, che quantifica i rischi di una catastrofe nucleare globale, non ha mai registrato un rischio così alto come quello attuale.
[...] Nel 1955, uno dei filosofi più eminenti del XX secolo, matematico e premio Nobel per la letteratura, Bertrand Russell, e il premio Nobel per la fisica Albert Einstein hanno firmato un importante manifesto, e la Conferenza Pugwash, da esso ispirata, ha riunito scienziati di entrambi le fazioni, facendo pressioni per una de-escalation. Quando a Russell, nel 1959, fu chiesto di lasciare un messaggio per la posterità, rispose: “In questo mondo, che sta diventando sempre più interconnesso, dobbiamo imparare a tollerarci a vicenda, dobbiamo imparare a sopportare il fatto che alcune persone dicano cose che non ci piacciono. Possiamo solo vivere insieme in questo modo. Ma se dobbiamo vivere insieme, e non morire insieme, dobbiamo imparare una sorta di carità e una sorta di tolleranza, che sono assolutamente vitali per la continuazione della vita umana su questo pianeta.” Dobbiamo attenerci a questo saggio patrimonio intellettuale.

I grandi conflitti sono sempre stati preceduti da ingenti investimenti militari. Dal 2009, la spesa militare globale ha raggiunto livelli record senza precedenti ogni anno, con la spesa del 2024 che ha toccato il massimo storico di 2443 miliardi di dollari. Il “Piano ReArm Europe” impegna l’Europa a investire 800 miliardi di euro in spese militari. 

[...] L’umanità è messa oggi di fronte ad enormi sfide globali: cambiamento climatico, fame nel Sud del mondo, la più grande disuguaglianza economica mai registrata, rischi crescenti di pandemie, guerra nucleare. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno oggi è che il Vecchio Continente passi da essere un faro di stabilità e pace a diventare un nuovo signore della guerra.

Si vis pacem para pacem — se vuoi la pace, costruisci la pace, non la guerra.

giovedì 20 marzo 2025

Benigni declama il sogno europeo

"C'è da essere orgogliosi di essere europei". Con queste parole, Roberto Benigni ha celebrato il valore dell’Europa durante Il sogno, in diretta su Rai1, sottolineando il contributo straordinario del nostro continente alla storia dell'umanità. Dalla democrazia all'arte, dalla libertà alla scienza, l’Europa è stata culla di idee rivoluzionarie che hanno plasmato il mondo.

L'Unione europea
L'attore ha definito l’Unione Europea “la più grande costruzione istituzionale, sociale, politica ed economica degli ultimi 5mila anni”, un sogno realizzato, un progetto senza precedenti: per la prima volta nella storia, stati sovrani hanno scelto di unirsi, non per sopraffarsi ma per dialogare.

Il manifesto di Ventotene
Benigni ha poi ricordato il Manifesto di Ventotene, nato nel 1941 in un’Europa devastata dalla guerra. In un tempo di rovine e distruzione, tre uomini – Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni – concepirono un'idea rivoluzionaria: l’unità europea. "Sono eroi della nostra storia, i pionieri", ha dichiarato l’attore, sottolineando il valore di quella visione che ha cambiato il corso degli eventi.

Un messaggio di speranza e di orgoglio, per un'Europa che continua a costruire il suo futuro nel segno dell’unità e della libertà. (Fonte)
Lo sprone del nostro Roberto é di portare a termine il sogno e superare gli egoismi nazionalistici dando vita ad una vera rappresentanza europea, libera dai veti dei singoli e sospinta dall'ideale del bene comune e della fraternità universale.

mercoledì 12 marzo 2025

Holi 2025

Nel 2025, la festa di Holi viene celebrata venerdì 14 marzo.  

Questa vivace festa segna la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. I festeggiamenti iniziano la penultima notte prima dell'inizio di Holi con l'Holika Dahan. È una pratica in cui le persone si riuniscono e compiono rituali davanti a un falò per allontanare il male interiore. Per preparare la pira vengono raccolti legni e materiali combustibili. Un'effigie di Holika viene posta in cima alla pira.

Dopo il tramonto, le persone si riuniscono intorno alla pira, eseguono rituali religiosi e poi accendono la pira.

Holi rappresenta il trionfo del bene sul male, l'avvento della primavera e il completamento dell'inverno. La festa viene celebrata anche come ringraziamento per un raccolto migliore e dura un giorno e una notte. La prima sera è chiamata Chhoti Holi o Holika Dahana. Il giorno successivo è chiamato Rangawali Holi o Phagwa. Holi cade di solito nella luna finale del mese di Phalguna.

Rangwali Holi
Il giorno successivo all'Holika Dahan segna l'inizio del Rangwali Holi. In questo giorno, le persone si divertono al massimo spalmando i colori gli uni sugli altri, un gesto che simboleggia l'unità. Adolescenti e bambini usano abir (polvere colorata), pichkaris (pistole ad acqua) e palloncini d'acqua per applicare i colori sui loro amici. È probabilmente il modo più comune di festeggiare Holi in tutto il mondo. La musica viene suonata a tutto volume e le persone si rallegrano al ritmo dei "dholak".

Purim 2025

La festa di Purim, che quest'anno si celebra dal tramonto del 13 marzo fino alla sera del 14 marzo 2025, è un'importante festività ebraica che commemora la salvezza del popolo ebraico dall'ammutinamento orchestrato da Hamàn, consigliere del re persiano Assuero. Prima di Purim, il sabato che lo precede, noto come Shabbàt Zachòr, si osserva la mitzvà di ascoltare la lettura della Parashàt Zachòr, che narra l'attacco subito dagli ebrei da parte della tribù di Amalek. Questa lettura è obbligatoria per uomini e donne e serve a ricordare le origini del nemico giurato di Israele.

Digiuno di Estèr - Ta’anìt Estèr
Il giorno prima di Purim, il 13 marzo 2025, si osserva il Digiuno di Estèr, che dura dall'alba al tramonto. Questo digiuno ricorda l'astinenza degli ebrei in segno di preghiera per la salvezza durante il decreto di Hamàn.

Tradizioni e Mitzvòt di Purim
Durante il giorno di Purim, ci sono quattro mitzvòt principali da osservare:

Lettura della Meghillà: La storia di Purim deve essere letta due volte, una la sera e una durante il giorno. È consuetudine fare rumore quando viene menzionato il nome di Hamàn.

Doni di Cibo - Mishlòach Manòt: È tradizione inviare almeno due tipi di cibo a una persona per celebrare l'unità e la gioia della festività.

Doni ai Poveri - Matanòt Laevyonìm: Si deve donare almeno una moneta a due persone bisognose, preferibilmente direttamente.

Pasto Festivo: Si consuma un pasto abbondante per festeggiare il miracolo avvenuto; è consigliato iniziare prima dell'ingresso dello Shabbat se Purim cade di venerdì.

martedì 11 marzo 2025

La violenza in Siria colpisce le comunità cristiane

Recenti rapporti provenienti dalla Siria, diffusi dal sito cristiano Assyro-chaldéens, destano preoccupazione per la sorte di diverse comunità religiose. Secondo queste fonti, si sarebbero verificati episodi di violenza che hanno coinvolto anche figure religiose e civili.

Tra le vittime, si segnala l'uccisione di un sacerdote della Chiesa greco-ortodossa di sant'Elia a Tartous, identificato come p. Yohann Youssef Boutros, e di un uomo di nome Fares Bassam Kawi nel quartiere di
al-Datour a Latakia. Altre fonti riportano di un'intera famiglia colpita a Banias, di un altro cristiano, Tony Khoury, deceduto nel villaggio maronita di Dahr Safra, e del sindaco del villaggio cristiano di al-Mazra'a Wadi al-Nasara. Si menzionano inoltre due cristiani di origine armena, padre e figlio, anch'essi vittime a Latakia, e il padre del sacerdote Gregorius Bechara, della parrocchia di Notre-Dame dell'Annunciation, colpito a Banias.

Questi eventi si inseriscono in un contesto di tensioni crescenti tra diverse fazioni, in una Siria che sta attraversando una fase di transizione politica. La situazione è resa ancora più complessa dalle sfide economiche, dalle spinte indipendentiste in alcune regioni e dagli interessi di potenze straniere.

In questo scenario, il leader politico al-Sharaa ha lanciato un appello all'unità nazionale, sottolineando la necessità di evitare ulteriori conflitti e divisioni. Anche figure religiose, come p. Jihad Youssef del monastero di Mar Musa, hanno espresso preoccupazione per la violenza e hanno invitato alla riconciliazione e al perdono, promuovendo un dialogo interreligioso per la pace.

L'Assemblea costituente, nel frattempo, continua il suo lavoro per garantire la rappresentanza di tutte le componenti etniche e religiose del Paese, in un momento in cui la Siria cerca di superare le ferite del passato e costruire un futuro di pace e stabilità.

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domenica 9 marzo 2025

Quaresima cattolco-ortodossa nella comune ricerca della pace


Come succede ogni cinque-sei anni, la Pasqua giubilare del 2025 coincide nelle date tra cattolici e ortodossi, e in questi giorni tutti iniziano i riti della Santa Quaresima, con la richiesta reciproca di perdono mentre sono in corso le trattative globali per ritrovare la pace e mettere fine ai conflitti, a cominciare da quello tra Russia e Ucraina che ha smosso gli equilibri mondiali. Il patriarca di Mosca, Kirill (Gundjaev) ha presieduto domenica 2 marzo la liturgia Syropustnaja, della “rinuncia ai formaggi” che segue la precedente settimana Mjasopustnaja, la “rinuncia alla carne” che nel mondo latino ha prodotto il Carnevale - la festa sfrenata di “addio alla carne” - mentre nella pratica ortodossa si rinuncia fino alla Pasqua ad ogni cibo di origine animale, e si richiede il perdono prima di iniziare il Velikij Post, il “Grande Digiuno”.

Come ha spiegato il patriarca ai fedeli, il Post è un “periodo particolare, che richiede all’uomo molto di più che il solito nell’attenzione alla propria vita spirituale, analizzando a fondo i propri pensieri, le proprie parole, e naturalmente le proprie azioni”. Il Digiuno quaresimale è “una scuola in cui finalmente volgiamo a noi stessi l’attenzione che normalmente ci manca, inghiottiti dalle tante preoccupazioni quotidiane”, attenzioni da concentrare in particolare su quanto avviene nella vita, soprattutto ai “conflitti che derivano dalle emozioni, più che dalla logica”, in cui tutti si sentono offesi, ma “tutti abbiamo delle colpe”, accennando in qualche modo al superamento delle reciproche pretese anche nella guerra.

Come spiega Kirill, “quando si entra in una situazione di conflitto, bisogna fare tutto il possibile per risolverla”, e se non si riesce a venirne a capo, perlomeno “nelle fasi più acute dello scontro bisogna rivolgere a sé stessi la domanda: io che ruolo ho avuto in tutto questo?”, per evitare che tutto finisca nel peggiore dei modi. Il patriarca non ha nominato esplicitamente la guerra in Ucraina, ma alla luce degli “scambi di ruolo” provocati dalle altalenanti trattative, la sua esortazione sembra volersi rivolgere sia ai russi che agli ucraini, agli americani e agli europei, giungendo a una possibile riconciliazione “per evitare il peggio”.

Da AsiaNews

mercoledì 5 marzo 2025

Mercoledì delle ceneri

Non rinunciare, ma moltiplica! 
La quaresima è il tempo per rendere bella la vita. Cenere e acqua sono gli ingredienti primitivi del bucato di un tempo. E allora si riparte da qui: dal desiderio di rendere bella la tua vita. Sì, proprio la tua! II primo impegno è proprio questo: accorgerti delle bellezze che ti porti dentro e che per qualche motivo hai lasciato da parte. La quaresima, poi, è il tempo della moltiplicazione. In questo periodo moltiplica invece di rinunciare; moltiplica il tuo tempo per le persone, per gli amici; moltiplica i gesti d'amore; moltiplica le parole buone che fanno bene al cuore. Moltiplica il tempo del silenzio e della meditazione. Prega, leggi, rileggi la tua vita. Ama i passi che hai fatto fino ad oggi. Questo è il tempo per rendere bella la vita. Non rinunciare solo alle cose materiali e non essere solo contento di non mangiare dolci, di non fumare, di non scrivere sui social; in questo tempo dovrai coinvolgere il cuore e capire come ami le persone. E' il cuore che conta. 
Buon cammino!

Don Tonino Bello

domenica 2 marzo 2025

L'amore cristiano

Sono stato in prigione per 13 anni, di cui 9 in isolamento. 

Due guardie mi guardavano ma non mi parlavano mai; solo sì e no. Ma sapevo che dopo tutto erano miei fratelli e dovevo essere gentile con loro. 

Non avevo alcun dono da offrire come prigioniero. 
Non avevo proprio nulla, nulla che potesse far loro piacere. 
Cosa fare? 
Una notte mi venne un pensiero: "Sei ancora molto ricco. Hai l'amore di Cristo nel tuo cuore. Amali come Gesù ti ama".

Il giorno dopo mi misi al lavoro, innanzitutto mostrando allegria e sorridendo. 
Cominciai a raccontare dei miei viaggi in Paesi dove la gente vive in libertà e gode della propria cultura e dei grandi progressi tecnici. 
Questo ha stimolato la loro curiosità e hanno fatto molte, molte domande. 
Lentamente, molto lentamente, siamo diventati amici. 
Volevano imparare le lingue straniere.
Le mie guardie sono diventate mie discepole! 

L'atmosfera del carcere cambiò notevolmente. 
La qualità dei nostri rapporti cambiò in meglio.

In quel periodo, in un'altra zona, un gruppo di venti persone stava imparando il latino per poter leggere i documenti della Chiesa. 
Il loro insegnante era un ex catechista. 
Una delle mie guardie frequentava il corso di latino e un giorno mi chiese se potevo insegnargli delle canzoni in latino.
"Ce ne sono tante", risposi, "e sono tutte così belle".
"Tu canta e io scelgo", replicò.
E così ho cantato Salve Regina, Salve Mater, Lauda Sion, Veni Creator, Ave Maris Stella - non indovinerete mai la canzone che ha scelto...
Il Veni Creator!

Non so dirvi quanto sia commovente essere in una prigione comunista e sentire la propria guardia, che scende le scale alle 7 del mattino ogni mattina, mentre si reca al cortile della palestra per gli esercizi fisici, cantare il Veni Creator!

In un'altra prigione di Hanoi, sono diventato amico della mia guardia e ho potuto chiedere un pezzo di filo metallico. 
Era terrorizzato. 
"Ho studiato all'Università di Polizia che quando qualcuno vuole del filo elettrico, vuole uccidersi!", gridò. 
Gli ho spiegato che i cristiani, e soprattutto i sacerdoti, non si suicidano.
"E allora che cosa ci fai con il filo elettrico?", mi chiese.
"Mi serve una catena per portare la mia croce".
"Ma come si fa a fare una catena con il filo elettrico?".
"Se mi porti due piccole pinze, ti faccio vedere".
"Troppo pericoloso!"
"Ma siamo amici!"
Esitò e infine disse: "È troppo difficile rifiutare. Stasera alle 19 lo faremo. Ma dobbiamo finire prima delle 23. 
Dirò al mio compagno di prendersi la serata libera. Se lo sapesse, ci denuncerebbe entrambi".
Quella sera, con gli attrezzi che aveva portato, tagliammo, modellammo e lavorammo insieme per fare la mia catena e la finimmo prima delle 23!

Questa croce e questa catena non sono solo il mio ricordo della prigionia, per quanto prezioso possa sembrare. 
Sono un promemoria costante del fatto che solo la carità cristiana può portare a un cambiamento del cuore. 

Non le armi, non le minacce, non i media. 
È stato molto difficile per le mie guardie capire quando ho parlato di amare i nostri nemici, di riconciliazione e di perdono.
"Ci ami davvero?"
"Sì, vi amo davvero".
"Anche quando ti facciamo soffrire? 
Quando soffri perché sei in prigione senza processo?".
"Guarda tutti gli anni che abbiamo passato insieme. 
Certo, ti amo!".
"E quando uscirai, dirai alla tua gente di trovarci, di picchiarci e di fare del male alle nostre famiglie?".
"Continuerò ad amarti anche se vorrai uccidermi".
"Ma perché?"
"Perché Gesù ci ha insegnato ad amare sempre; se non lo facciamo, non siamo più degni di essere chiamati cristiani".
Non c'è abbastanza tempo per raccontare tutte le altre storie commoventi che testimoniano il potere liberatorio dell'amore di Gesù.
Indossate una sola uniforme e parlate una sola lingua: la carità.
La carità è il segno con cui sarete riconosciuti come discepoli di nostro Signore. 
È un distintivo che costa poco ma è difficilissimo da trovare. 
La carità è il linguaggio più importante. 
San Paolo la considerava molto più importante del saper "parlare le lingue degli uomini e persino degli angeli.

Venerabile Cardinale Nguyen Van Thuan del Vietnam

sabato 1 marzo 2025

Buon Ramadan!

 


Quest'anno il digiuno di Ramadan e l'astinenza quaresimale si incontrano.

L’inizio e la fine del Ramadan sono stabiliti dall’osservazione della luna: in Arabia Saudita, dove l’Islam nacque con il profeta Maometto, comincia oggi, 1° marzo, e termina il 29 dello stesso mese. È il sacro mese di digiuno (‘sawm’, il quarto pilastro dell’Islam) e preghiera per i musulmani. Si tratta di un’usanza che si celebra in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto.

In questo periodo, i credenti devono obbligatoriamente astenersi dal consumo di cibi e bevande, così come dai rapporti sessuali (sawm), dall’alba (suḥūr) fino al tramonto (ifṭār).

Durante il Ramadan si commemora la prima rivelazione del Corano a Maometto, trasmessa dall’arcangelo Gabriele, noto in arabo come jibrīl. Questo mese è caratterizzato dall’osservanza del digiuno, uno dei cinque pilastri dell'Islam, insieme alla professione di fede, alla preghiera quotidiana, alla donazione ai bisognosi e al pellegrinaggio alla Mecca.