sabato 25 gennaio 2025

29 Gennaio 2025, è ‘l'anno del serpente’ (蛇年 shé nián).

Quest'anno è l'Anno del Serpente di Legno secondo il calendario cinese. Questo segno combina la saggezza e il mistero del Serpente con la crescita e il rinnovamento del Legno. È un periodo propizio per l'introspezione, la trasformazione personale e la pianificazione strategica.

Significato e Simbolismo
Il Serpente è considerato un segno di grande eleganza, sensualità e strategia. È spesso associato a persone profonde, intuitive e affascinanti, ma anche riservate. L'elemento Legno rappresenta crescita, creatività e rinnovamento, evocando equilibrio e connessione con la natura.

Eventi Correlati
Il Capodanno Cinese segna l'inizio delle celebrazioni, che durano 15 giorni e culminano con la Festa delle Lanterne. Durante questo periodo, le case vengono decorate con simboli di prosperità e fortuna, si condividono piatti tradizionali e si accendono fuochi d'artificio.
In città come Torino, ci sono eventi speciali come la proiezione della scritta "Fortuna" sulla Mole e la danza del drago e dei leoni.

lunedì 20 gennaio 2025

Per effetto di quanto disposto dalla legge 17 maggio 2024 n. 70, in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, il 20 gennaio 2025 sarà celebrata la prima «Giornata del rispetto», istituita ai sensi dell’articolo 4 della medesima legge “quale momento specifico di approfondimento delle tematiche del rispetto degli altri, della sensibilizzazione sui temi della non violenza psicologica e fisica e del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione.”

Concepita in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso nel 2020 per aver difeso un amico in difficoltà, questa "Giornata" intende rappresentare l’occasione per ciascuna comunità scolastica di porre in essere attività di riflessione e approfondimento in ordine alla più ampia tematica del rispetto, anche al fine di prevenire e contrastare ogni forma di violenza psicologica e fisica connessa a fenomeni dibullismo e cyberbullismo.


domenica 19 gennaio 2025

Il rapporto Oxfam. Più di tre miliardi di persone vivono sotto la soglia di povertà

Quasi una persona su due (il 44% dell’umanità) vive oggi con meno di 6,85 dollari al giorno. E sebbene la percentuale di popolazione mondiale che vive in povertà sia diminuita negli ultimi 30 anni, il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone. Alle tendenze attuali, ci vorrebbe più di un secolo per portare l’intera popolazione mondiale sopra la soglia di indigenza.
Allo stesso tempo, anche il rallentamento del tasso di riduzione della povertà estrema (condizione in cui versa chi non dispone di risorse superiori a 2,15 dollari al giorno) tende a consolidarsi, allontanando l’obiettivo di eliminare la povertà globale entro il 2030.

sabato 18 gennaio 2025

Unità dei Cristiani, aperta la Settimana

Sabato 18 gennaio al Tempio Valdese di corso Vittorio Emanuele II è stata aperta la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani che quest’anno porta il tema «Credi tu questo?» (Gv 11,26), in riferimento alla resurrezione del Signore Gesù. La Settimana quest’anno si celebra a 1700 anni dal Concilio di Nicea nel quale fu promulgato il simbolo della fede in cui tutte le Chiese cristiane si riconoscono. 

A Ragusa sette chiese sorelle celebrano insieme la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. La Chiesa cattolica, la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, la Comunità Luterana di Sicilia, la Chiesa ortodossa rumena (parrocchia Santa Melania) di Vittoria, la Chiesa pentecostale di Santa Croce Camerina, la Sabaoth Church di Vittoria e la chiesa pentecostale Nuova Creazione di Scoglitti nel solco di un cammino avviato già da alcuni decenni che vede crescere e consolidarsi il rapporto di comunione e di stima reciproca tra le varie chiese cristiane presenti nella diocesi, felici di vivere dei momenti di fraternità, pur nella differenza delle diverse tradizioni. 

Gruppi come il movimento dei Focolari e la comunità di Sant'Egidio sono tradizionalmente impegnati nel dialogo tra le varie chiese. In ogni Diocesi si promuovono iniziative di incontro e di preghiera.

Quest’anno a Vicenza ha animato la veglia di preghiera il coro di una delle parrocchie ortodosse romene. Oltre alla veglia diocesana, ci sono incontri nelle UP che hanno presenze ecumeniche nel loro territorio.
Seguendo le indicazioni della CEI, inoltre, grazie alla buona volontà delle monache carmelitane celebriamo anche a Vicenza la giornata di preghiera per il dialogo cristiano-ebraico, vissuta come incontro ecumenico assieme ad altre Chiese il 17 gennaio.

mercoledì 15 gennaio 2025

Rapporto 2025 sui cristiani perseguitati

Mai così tanti. Il numero dei cristiani perseguitati nel pianeta è cresciuto ancora tra il primo ottobre 2023 e il 30 settembre scorso e ha raggiunto l’assurda cifra di 380 milioni. Quindici milioni in più dell’anno precedente. Il record in oltre tre decenni di ricerche compiute da Porte aperte/Open doors. In pratica un fedele su sette subisce discriminazioni, abusi, minacce, violenze a causa della propria fede. In Africa – il Continente con i maggiori valori assoluti – sono uno su cinque. Addirittura migliaia vengono uccisi: ben 4.476, in media dodici al giorno, altri 3.775 sono stati sequestrati. «Non solo i massacri e i rapimenti ma le oltre 7.600 chiese, cliniche e scuole cristiane attaccate o chiuse – sottolinea Cristian Nani, direttore di Porte aperte/Open doors –, le oltre 28mila case o attività economiche saccheggiate o distrutte, costringono alla fuga famiglie e intere comunità cristiane, dando vita a esodi inumani e a una Chiesa profuga che grida aiuto».

Sono tredici i luoghi più pericolosi del mondo per essere cristiani. In cima alla classifica c’è sempre la “solita” Corea del Nord che obbliga i battezzati a vivere il proprio credo in assoluta segretezza: tra i 50 e i 70mila sono rinchiusi nei campi di lavoro forzato. Seguono Somalia, Yemen, Libia e Sudan nei quali la persecuzione è intimamente legata al conflitto. Poi l’Eritrea e la Nigeria, la nazione con più vittime cristiane: 3.100. Pakistan e Iran sono stabili in ottava e decima posizione. L’Afghanistan dei taleban è decimo. Dopo l’uccisione di tanti fedeli, gli ex studenti coranici credono di avere eliminato la “minaccia”.
In India – undicesima nell’elenco – prosegue il declino dei diritti e delle libertà fondamentali. Nel periodo considerato, sono stati assassinati almeno venti cristiani, 459 chiese sono state distrutte, oltre duemila sono detenuti senza processo. Qualche spiraglio positivo si registra in Arabia Saudita dove, soprattutto nelle grandi città, c’è stata una maggiore tolleranza per le decorazioni natalizie anche se la pratica di religioni non musulmane resta vietato. Allarmante la condizione del Myanmar, in seguito al colpo di Stato del 2021 i battezzati – che costituiscono l’8 per cento della popolazione – sono intrappolati nei combattimenti in corso, i luoghi di culto sono attaccati con la falsa accusa di accogliere i ribelli, oltre centomila di loro, nella sola regione di Kachin, sono sfollati a causa delle violenze. 
Preoccupa anche la situazione dell’Asia centrale, dove la libertà di fede è repentinamente deteriorata. L’epicentro è il Kirghizistan con un’escalation di violenza senza precedenti in una nazione con un livello di persecuzione medio-basso che si verifica nell’ambito di un processo di involuzione autoritaria. Nuove leggi, in nome di imprecisati valori culturali, hanno indebolito lo stato di diritto. Anche nel Kazakistan di Nursultan Narbayev, messo a dura prova dai disordini seguiti alla crescita dei prezzi dell’energia, hanno ridotto la libertà di fede. I battezzati ne hanno fatto le spese, soprattutto per quanto riguarda la maggior diffusione dei matrimoni forzati e degli stupri. In questo scenario oscuro, uno spiraglio viene dall’America Latina. In Colombia la violenza è calata per effetto del cessate il fuoco temporaneo del febbraio scorso. Soprattutto, poi, nel Nicaragua di Daniel Ortega ha dovuto allentare lievemente la presa in seguito alle sanzioni imposte da Usa, Canada e Ue.

di Lucia Capuzzi, su Avvenire

lunedì 13 gennaio 2025

Maha Khumba Mela


Con i primi bagni di massa nei fiumi sacri Gange, Yamuna e Sarasvati è cominciata oggi, 13 gennaio, a Prayagraj, nello stato indiano di Uttar Pradesh, la Maha Kumbh Mela, il più grande pellegrinaggio al mondo al quale fino al 26 febbraio parteciperanno circa 400 milioni di indù. Ancora prima dell’alba, i fedeli hanno iniziato a immergersi nelle fredde acque alla confluenza dei tre fiumi per lavare i propri peccati, come vuole la tradizione indù.

La Kumbha Mela che vi si svolge ogni dodici anni è un evento straordinario uno di quelli a cui assistere almeno una volta nella vita. 

Il giusto periodo in cui celebrare la Kunbha Mela viene stabilito dagli astrologi, per i quali la cerimonia sacra deve avere luogo solo quando Giove entra in Acquario e il sole entra in Ariete. Con un simile allineamento planetario, infatti, si creerebbero le condizioni ideali per una perfetta meditazione e concentrazione. 

La storia del Kumbh Mela è legata ai primordi dell’umanità e precisamente all’episodio del Samudra Manthan, ovvero la zangolatura dell’oceano, in cui dei e demoni si contesero l’amrit, il nettare dell’immortalità. Durante questa lotta alcune gocce del prezioso liquido caddero nei fiumi che bagnavano le città sacre di Prayagraj, Haridwar, Nasik, and Ujjain. Kumbh significa “anfora” ed è proprio l’anfora che conteneva l’amrit mentre mela significa “festa” da cui il nome del festival. Si crede che in alcuni particolari momenti astrali, le acqua di questi fiumi diventano nettare. Per questo motivo gli indù fanno il bagno nelle acque sacre del Gange durante il Kumbh Mela: per lavare via i propri peccati e trovare la salvezza. In questo periodo i sadhu (santoni), i guru e gli asceti che normalmente vivono ritirati, sulle montagne o nelle foreste, scendono al Gange dove rimangono per tutta la durata del festival.



mercoledì 1 gennaio 2025

Messaggio per la LVIII Giornata Mondiale della Pace 2025

All’alba di questo nuovo anno donatoci dal Padre celeste, tempo Giubilare dedicato alla speranza, rivolgo il mio più sincero augurio di pace ad ogni donna e uomo, in particolare a chi si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale, condannato dai propri errori, schiacciato dal giudizio altrui e non riesce a scorgere più alcuna prospettiva per la propria vita. 

Ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune, a partire da quelle azioni che, anche solo indirettamente, alimentano i conflitti che stanno flagellando l’umanità. Si fomentano e si intrecciano, così, sfide sistemiche, distinte ma interconnesse, che affliggono il nostro pianeta. Mi riferisco, in particolare, alle disparità di ogni sorta, al trattamento disumano riservato alle persone migranti, al degrado ambientale, alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, al rigetto di ogni tipo di dialogo, ai cospicui finanziamenti dell’industria militare. Sono tutti fattori di una concreta minaccia per l’esistenza dell’intera umanità. All’inizio di quest’anno, pertanto, vogliamo metterci in ascolto di questo grido dell’umanità per sentirci chiamati, tutti, insieme e personalmente, a rompere le catene dell’ingiustizia per proclamare la giustizia di Dio. Non potrà bastare qualche episodico atto di filantropia. Occorrono, invece, cambiamenti culturali e strutturali, perché avvenga anche un cambiamento duraturo.