Scopro oggi un uomo che si definí "Schiavo degli africani per sempre".
La sua storia risale all'anno del Signore 1610, eppure contiene un messaggio cosí prezioso ed attuale!
Sul galeone "San Pietro" giunse alla baia della città di Cartagena, nella provincia di Nuova Granada (l'attuale Colombia), insieme ad altri tre confratelli della "Compagnia di Gesù".
"Che cosa devo fare per amare veramente Gesù?" aveva chiesto Pietro al padre portinaio Alonso Rodriguez ne
l Collegio di Montesion, nell'isola di Maiorca. Il santo interlocutore gli indicó la missione attraverso il mare, per prendersi cura delle anime di coloro che furono spogliati dall'avidita dei colonizzatori.
La città di Cartagena costituiva a quell'epoca uno degli snodi principali di commercio tra l'Europa e il nuovo continente, e insieme a Veracruz, nel Messico, erano gli unici due porti autorizzati per l'introduzione di schiavi africani nell'America Spagnola. Si calcola che circa diecimila schiavi arrivavano annualmente in questa città, portati da mercanti, generalmente portoghesi e inglesi, che si dedicavano a questo vile e crudele commercio.
Questi poveri esseri, strappati dalle coste dell'Africa, venivano condotti nel fondo delle stive delle navi per poi essere venduti come semplici oggetti. Essi erano destinati al lavoro nelle miniere e nelle fattorie dove, dopo una vita senza speranza, morivano miserevolmente senza l'aiuto della religione.
La sintesi della sua vita: Petrus Claver, aethiopum semper servus. - "Pietro Claver, schiavo degli africani per sempre".