venerdì 12 settembre 2025

Il 12 e 13 settembre il World Meeting of Human Fraternity

«Prima di essere credenti, siamo chiamati a essere umani». Le parole pronunciate da Papa Leone XIV nella catechesi dello scorso 28 maggio saranno la bussola che orienterà i lavori del World Meeting of Human Fraternity, in programma nelle giornate di venerdì 12 e sabato 13 settembre. Giunto alla terza edizione, l’appuntamento è promosso dalla Basilica di San Pietro, dalla Fondazione Fratelli tutti e dall’associazione Be Human.

“Essere umani oggi: la via della fraternità” è il tema del Meeting, che prenderà il via con 15 diversi tavoli tematici, il 12 settembre, su temi quali: amministratori e informazione, economia e finanza, salute e infanzia, sicurezza alimentare, formazione, sport e intelligenza artificiale, Terzo settore, impresa e formazione alla vita politica, salute e letteratura, lavoro, ambiente e sostenibilità. Ad ospitarli, diversi luoghi della città: dal Campidoglio a Palazzo Valentini, dalla sede della Fao a quella dell’Unione Europea. Al tavolo del Terzo settore ha già confermato la sua presenza il cardinale vicario Baldo Reina.

«L’intento è di proporre al mondo l’orizzonte della fraternità quale chiave di volta per un possibile nuovo ordine politico, economico e sociale dell’esistenza umana», ha detto il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro, nel corso della conferenza stampa di presentazione. «Il principio della fraternità universale – ha aggiunto – può offrire le coordinate per scrivere la storia di questo cambiamento epocale». Ogni tavolo, nelle intenzioni degli organizzatori, «avrà un compito: esplorare il significato dell’essere umani oggi, raccogliere buone pratiche e scegliere azioni concrete da promuovere nel proprio mondo. Desideriamo misurare l’impatto della fraternità per poi valutarne l’effetto su di noi, sulla società e sulle nostre relazioni».

mercoledì 10 settembre 2025

La situazione dimenticata del Congo

La situazione umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) è drammatica e si aggrava a causa del conflitto in corso tra il gruppo armato M23/Alliance Fleuve Congo (AFC) e l’esercito congolese, che dal dicembre 2024 ha intensificato gli scontri in particolare nella provincia del Nord Kivu, nell'est del paese.

Un conflitto che disegna un’emergenza umanitaria
Gli scontri hanno raggiunto la città di Goma, capoluogo del Nord Kivu, dove circa 650.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro abitazioni e a rifugiarsi in campi improvvisati. Qui si sommano circa due milioni di cittadini che vivono già in condizioni molto precarie. Le violenze si estendono anche nelle zone di Masisi, Mweso e nella provincia del Sud Kivu, spingendo molti sfollati a spostarsi verso sud, in una fuga dalle aree più colpite.


Sfollamento: solo tra dicembre 2024 e gennaio 2025, oltre 390.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case in tempi brevissimi, creando una crisi senza precedenti per le strutture di accoglienza.

Violenza sessuale: le strutture mediche, in particolare quelle di Medici Senza Frontiere (MSF), registrano un drammatico aumento di casi di violenza sessuale, con una media di almeno due vittime ogni ora nel 2023, in crescita nel 2024. La presenza dei gruppi armati nei campi sfollati ha peggiorato la situazione.

Malattie infettive: la scarsità di acqua potabile sicura e le condizioni igienico-sanitarie precarie alimentano il rischio di epidemie di colera. Inoltre, la diffusione del virus mpox (variante della varicella) è stata dichiarata dall’OMS emergenza di salute pubblica internazionale nell’agosto 2025, in seguito a una mutazione che ne ha aumentato la trasmissibilità nella regione.

Condizioni di vita: la mancanza di cibo, acqua, assistenza sanitaria e rifugi adeguati nelle aree di sfollamento accentua la sofferenza di migliaia di famiglie.

Contesto storico e geografico
La crisi in RDC nasce da decenni di instabilità sociale, politica ed etnica, in particolare dopo il genocidio del 1994 in Ruanda e le tensioni con gruppi armati che controllano vaste aree ricche di risorse naturali. La presenza di oltre 100 gruppi armati e le forze di pace dell’ONU non sono riusciti finora a stabilizzare la regione, causando sofferenze umane continue.

La Repubblica Democratica del Congo, il più grande paese dell’Africa subsahariana, si trova in Africa centrale ed è teatro di una delle crisi umanitarie più complesse del mondo.

lunedì 8 settembre 2025

L'8 settembre a Vicenza

L’8 settembre 2025 a Vicenza si rinnova la tradizionale festa della natività di Maria con una processione molto sentita che parte da piazza Duomo per arrivare al Santuario di Monte Berico, luogo simbolo della devozione mariana della città. Quest’anno la celebrazione ha un significato speciale, anticipando il sesto centenario delle apparizioni mariane a Monte Berico, che si celebrerà nel 2026.

La processione è partita domenica 7 settembre nel tardo pomeriggio, accompagnata dalla fanfara storica ANA e dalla squadra Élite Rangers Rugby Vicenza, con un seguito di fedeli e cittadini che si è ampliato lungo il percorso nel centro storico fino a raggiungere il Santuario. Il momento culminante è stato l’arrivo in piazzale della Vittoria e la partenza verso il santuario con la recita del Rosario e la guida del vescovo mons. Giuliano Brugnotto.

Il vescovo ha sottolineato il tema dell’“Anno Santo Pellegrini di speranza”, evidenziando come la Madonna di Monte Berico rappresenti speranza, consolazione e rinnovamento per la comunità, le famiglie, i giovani e le fasce più fragili. L’attenzione è rivolta anche alla tutela dell’ambiente e al dialogo tra diverse confessioni religiose, in vista del giubileo mariano del 2026.

La celebrazione dell’8 settembre include una messa solenne presieduta dal vescovo, prevista alle 11 del mattino, e un’apertura straordinaria della Basilica di Monte Berico durante tutta la notte tra il 7 e l’8 settembre, per accogliere i pellegrini provenienti da tutta la provincia. Questa apertura notturna è stata voluta dal priore padre Carlo Rossato, per rafforzare il messaggio di speranza legato alla figura di Maria.

domenica 7 settembre 2025

I 100 anni di don Benzi, lo «scarabocchio di Dio» che capovolse il mondo

Don Oreste Benzi è stato un sacerdote romagnolo straordinario, nato 100 anni fa a Rimini, che ha dedicato la sua vita ai più poveri e agli emarginati. Fin da bambino, ispirato da una scelta decisa a soli 7 anni, ha vissuto con profonda fede e umiltà, definendosi «uno scarabocchio di Dio» e non un santo, ma ha compiuto una vera rivoluzione di amore e solidarietà.

Don Oreste non si limitava a dare l’elemosina, ma andava a cercare chi soffriva per portare una famiglia e una vita nuova, fondando nel 1968 la comunità “Papa Giovanni XXIII”. La sua idea era la “condivisione diretta”: non una solidarietà a distanza, ma vivere insieme, come in una famiglia, bambini, disabili, ragazzi in difficoltà, ex prostitute, anziani soli e tante altre persone spesso dimenticate dalla società.

La sua opera ha contagiato moltissimi giovani e oggi la “Papa Giovanni XXIII” gestisce centinaia di strutture in 40 paesi, accogliendo migliaia di persone con amore concreto. Don Oreste ha sempre ripetuto che «nessuno va lasciato indietro» e ha creduto nella speranza e nella redenzione per tutti, anche per chi aveva sbagliato. La sua vita, fatta di notti passate in strada, preghiera e impegno senza sosta, ha lasciato un’eredità forte e viva in tutto il mondo.

Oggi, per celebrare il centenario, a Rimini si tengono tre giorni di eventi con musica, testimonianze, incontri e giochi per famiglie, un modo per far conoscere ai giovani e a tutti la forza di un uomo che ha capovolto il modo di guardare ai poveri, insegnando che la vera carità è la condivisione della vita.

venerdì 5 settembre 2025

Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis: due giovani santi, modelli per il nostro tempo

Il 7 settembre 2025 sarà una data speciale per la Chiesa e per tutti i giovani: a San Pietro saranno canonizzati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, due ragazzi molto diversi ma uniti da una fede forte e vera. 

Chi erano?
Pier Giorgio Frassati era un giovane torinese nato nel 1901, figlio di una famiglia benestante (suo padre fondò il famoso giornale La Stampa). Studente di ingegneria, amava la montagna, lo sport e soprattutto aiutare i più poveri e gli ammalati. Amava ripetere «Vivere, non vivacchiare», cioè vivere intensamente e con passione, non accontentarsi di una vita piatta e superficiale.

Carlo Acutis, invece, è più vicino a noi nel tempo: nato nel 1991, morto nel 2006 per una malattia fulminante. È chiamato il “patrono del web” perché usò internet in modo innovativo per raccontare la fede, creando mappe online di miracoli eucaristici e dimostrando che la tecnologia può diventare uno strumento potente per diffondere messaggi positivi.

Giovani santi 
Entrambi dimostrano che diventare “santi” non è roba da adulti o da persone con una vita speciale. Anche a 15 anni, si può credere in qualcosa di grande, si può impegnarsi per migliorare la vita degli altri e inseguire i propri sogni senza perdere di vista i valori. Non sono “eroi lontani”, ma ragazzi come tanti, con passioni, sogni e sfide.

Le celebrazioni
A Torino, città legata a entrambi, il Politecnico ha organizzato una mostra tutta dedicata a Pier Giorgio, con foto e documenti inediti che raccontano la sua vita da studente, sportivo e volontario. Un modo per farci capire che anche dalle “mura” dell’università può nascere una vera ispirazione per vivere bene e con coraggio.

giovedì 4 settembre 2025

“Da uno sguardo”: cortometraggi degli studenti contro la violenza sulle donne

Si è conclusa all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, durante la Mostra Internazionale del Cinema, la seconda edizione del concorso “Da uno sguardo: film di studentesse e studenti sulla violenza contro le donne”. L’evento ha registrato una straordinaria partecipazione con oltre 240 cortometraggi presentati da scuole di tutta Italia, raddoppiando il successo dello scorso anno.

Promosso dai Ministeri delle Pari Opportunità, dell’Istruzione e Merito, e della Cultura, il concorso coinvolge scuole secondarie di primo e secondo grado nella realizzazione di filmati sul delicato tema della violenza di genere. 

La giuria ha premiato cinque cortometraggi: “Chiamarlo amore non si può” (Valdilana, Biella), “Dalia” (Pesaro), “Eeee… stop!” (Cesena), “Non essere semplice” (Oristano) e “Scruscio” (Marsala). Due menzioni speciali sono andate a “Ciò che resta” (Massa) e “Non lasciarti spegnere” (Bologna). La qualità e la profondità dei lavori dimostrano l’impegno delle nuove generazioni nel sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne.

martedì 2 settembre 2025

Control arms

Nuoce gravemente alla salute
Eppure in motti paesi è più facile trovare un'arma da fuoco che un pacchetto di sigarette. 
Ogni anno più ci 500.030 esseri umani vengora uccisi da armi da fuoco. 300.000 bambini soldato sono costretti a usarle per assassinare loro coetanei durante conflitti sostenuti e alimentati dagli intense dell'industria militare. Un numero crescente di persone, in molti paesi, paga a caro prezzo le scelte sbagliate dei rispettivi governi, che spendono sempre più denaro per produrre e acquistare armi anziché sostenere programmi di sviluppo economico e lotta alla povertà. 

Per sostenere Control Arms: www.amnesty.it