giovedì 30 ottobre 2025

Global Peace Index 2025: più conflitti, meno pace nel mondo

Secondo l’ultimo rapporto dell’Institute for Economics and Peace, il numero di decessi per conflitti è ai massimi da 25 anni, mentre ben 106 paesi hanno aumentato la loro militarizzazione dal 2023, invertendo la tendenza degli ultimi decenni. La capacità di risolvere i conflitti è oggi al livello più basso degli ultimi cinquant’anni.

Il Global Peace Index valuta 163 paesi – pari al 99,7% della popolazione mondiale – con 23 indicatori tra sicurezza sociale, entità dei conflitti e grado di militarizzazione. La ricerca non si limita ai numeri: analizza le crisi attuali, i rischi geopolitici, l’impatto economico della violenza e il ruolo della pace a livello globale.

Dallo studio emerge una crescente frammentazione geopolitica, con peggioramento dei rapporti tra Stati confinanti: dal 2008, 59 paesi sono diventati meno collaborativi con i vicini. Si registra anche una significativa riduzione delle interazioni globali in campo economico, commerciale, diplomatico e militare. Dal 2022, ogni Stato con armi nucleari ha mantenuto o aumentato il proprio arsenale. La rivalità tra grandi potenze alimenta una corsa agli armamenti high-tech, dai droni AI ai sistemi anti-spaziali.

Nella classifica, l’Islanda si conferma lo Stato più pacifico al mondo per il diciassettesimo anno consecutivo, seguita da Irlanda e Nuova Zelanda. In fondo troviamo Sudan, Ucraina, Russia, Congo, Yemen, Afghanistan e Siria.

L’Italia è al 33esimo posto (in salita di una posizione), ma viene citata perché tra i maggiori esportatori di armi pro-capite al mondo insieme ad altri paesi occidentali.

Emerge che il mondo è oggi meno pacifico, con più conflitti e divisioni, militarizzazione crescente e difficoltà a risolvere le crisi.

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